Coronavirus, Cts su stadi: “Al momento non ci sono le condizioni per ulteriori aperture”

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Il Comitato tecnico scientifico si dice contrario alla deroga perché non ci sono le condizioni epidemiologiche. L'ufficialità è arrivata dopo una riunione in cui è stato analizzato il documento ricevuto dal ministero e predisposto dalla Conferenza delle Regioni in cui si ipotizzava un aumento della capienza al 25% degli impianti

"Non esistono al momento le condizioni" per consentire, negli eventi sportivi all'aperto e al chiuso, "ulteriori aperture". È questa, come era già trapelato, la linea del Comitato tecnico scientifico. Linea che è stata ribadita dopo la riunione di oggi.  Non ci sarà, quindi, alcuna deroga all'apertura degli stadi, perché non ci sono le condizioni epidemiologiche. Nei giorni scorsi c'era stata l'approvazione delle linee guida da parte delle Regioni, che prevedevano un aumento della capienza al 25% degli impianti (CORONAVIRUS: GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).

 

I motivi del no del Cts

Il Cts, in un comunicato, ha spiegato di aver analizzato durante la riunione il documento ricevuto dal ministro della Salute - predisposto dalla Conferenza delle Regioni - relativo alla partecipazione del pubblico alle manifestazioni sportive. Tuttavia, ha ritenuto che "non esistano - al momento - le condizioni per consentire negli eventi all'aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento". La decisione, ha spiegato ancora il Cts, è stata presa "sulla base degli attuali indici epidemiologici e in coerenza con quanto più volte raccomandato". Il Comitato, poi, ha precisato che "resta comunque imprescindibile assicurare - per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore - la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l'igienizzazione delle mani e l'uso delle mascherine". Se queste misure non possono essere rispettate, i numeri del pubblico presente all'evento dovranno essere ridotti ancora di più rispetto a quanto consentito al momento.

Si dovrà attendere la metà di ottobre

Secondo gli esperti, per poter rivedere le misure bisognerà attendere almeno la metà di ottobre, quando saranno più definiti gli effetti della riapertura delle scuole sull'andamento della curva del virus. “Pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi”, ha spiegato il Cts, si ritiene che la proposta delle Regioni per ulteriori aperture al pubblico delle manifestazioni sportive "potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione". Fino ad allora, quindi, non vanno cambiate le regole attuali che prevedono un massimo di mille spettatori per gli eventi all'aperto e di 200 al chiuso.

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