Poeta slammer, quarto arrivato a “Italia’s Got Talent 2019”, Simone Savogin torna ora come voce dei Powa Tribe
“Amo imparare. Son lento”: si descrive così Simone Savogin sul suo sito. Perché se ne parla? Perché, all’edizione 2020 di “Italia’s Got Talent”, i Powa Tribe - straordinaria crew di danzatori - hanno danzato su di una sua poesia.
Ma chi è Simone Savogin?
Chi è Simone Savogin
“Son nato a Como e ho sempre vissuto ad Alserio, ho bisogno di sapere che la mattina, se dovesse mancarmi, io potrei aprire la finestra e guardare il lago. Nonostante sia un divertimento, mi guadagno da vivere dirigendo il doppiaggio e adattando videogiochi e cartoni animati. Urlo in un po’ di gruppi. Scrivo e dico cose”, si legge online.
Sebbene abbia studiato e lavorato lontano da casa, Simone non ha infatti mai voluto lasciare il luogo in cui è cresciuto. È solo lì che lui, laureato in Scienze della Comunicazione, trova pace.
Scrive versi da quando ha memoria, Simone Savogin. Nel 2005 entra nel mondo del “poetry slam” grazie a Lello Voce, che lo vuole con sé nel suo tour per l’Italia. Si esibisce a Roma, Firenze, Monfalcone. Dieci anni più tardi, nell’ambito del campionato nazionale di poetry slam organizzato dalla LIPS (Lega Italiana Poetry Slam), ottiene il primo posto al Festival della lingua di Ancona; la vittoria lo porta ad esibirsi agli Europei in Estonia e ai Campionati del Mondo a Parigi (dove arriva settimo, a pari merito con il concorrente giapponese). Nel 2016 è di nuovo il campione italiano di questa particolare disciplina artistica che vede i poeti recitare i loro versi, come fossero dei rapper o forse dei cantanti.
Direttore del doppiaggio e adattatore, Simone “urla” nei Pakt Ljubljana, firma diversi progetti musicali e ha all’attivo un libro di haiku illustrati, “Haikoodle”.
Simone Savogin e “Italia’s Got Talent”
Nel 2019, Simone Savogin si esibisce a “Italia’s Got Talent”. Porta una poesia intitolata “A mio figlio”, e conquista tutti.
«Scrivo da sempre e, anche se non considero vera poesia in senso tradizionale quello che porto sul palcoscenico, per me la parola abbinata al suono, alla voce, è un’urgenza primaria. Ho partecipato al talent televisivo per dare forza agli slam di poesia, che sono un mondo in cui è bandita la competizione. La gara è un pretesto, sono gare per finta dove non si vince mai nulla e si sa da subito che ogni giuria che si sceglie è diversa dall’altra. Vinci se partecipi, ed è tutto» dichiara all’epoca.
E se con la sua partecipazione si classifica al quarto posto, ora torna a “Italia’s Got Talent” indirettamente. Ancora una volta in finale ma, adesso, come sfondo di un ballo poetico e straordinario. Quello dei Powa Tribe che, tra i dodici finalisti che si contendono la vittoria, hanno dichiarato: «Siamo contentissimi perché già aver aggiunto questo obiettivo è un segno dell’apprezzamento ottenuto per quello che facciamo, per il nostro impegno. Essere arrivati fino qui è la dimostrazione che stiamo percorrendo la strada giusta».
Non perdete la finalissima di venerdì sera, in diretta alle 21.30 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 455. Che vinca il migliore!