In attesa della nuova stagione della serie Sky Original che racconta il Vaticano e i suoi misteri, ecco alcune cose che forse non sapete sul suo creatore: il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino
The New Pope: la nuova serie di Paolo Sorrentino
“La conoscenza aumenta il mistero”, diceva Bernardo Bertolucci. E, infatti, in The New Pope si moltiplicano le domande rispetto a The Young Pope. Tuttavia non è detto che otterremo tutte le risposte al termine dei 9 episodi. In fondo, uno dei punti di forza di questa magnifica serie sta nel piacere di perdersi in iconici luoghi dell’anima, come la cappella Sistina o la basilica di San Pietro, perfettamente ricostruiti a Cinecittà. La grande bellezza di questa fiction abita nei volti dei suoi indimenticabili protagonisti, nei sontuosi abiti talari, negli aforismi fulminanti. The New Pope è una visione unica ammaliante, creata da un demiurgo geniale come Paolo Sorrentino. Un costruttore di mondi che si racconta attraverso il proprio lavoro di regista e assai discreto nel mostrare il lato privato della propria vita. Ecco quindi 4 curiosità sulla carriera del talentuoso regista italiano che il 31 maggio 2020 compirà 50 anni.
Paolo Sorrentino: Welcome to Los Angeles
Insieme alla moglie Daniela e al figlio Carlo, Paolo Sorrentino si è trasferito per un anno nella metropoli californiana. E proprio a L.A. lo scorso 19 settembre, il regista è stato ospite d’onore agli ITTV, il primo festival italiano della televisione a Los Angeles. Nel corso della cerimonia, Sorrentino è stato premiato con HAND… the Winner is, creazione dell’artista italiano Fidia Falaschetti. Paolo ha così commentato: “Non sono bravo a parlare in pubblico ma sono bravo a ricevere premi e a sistemarli a casa e questo lo metterò vicino all’Oscar”. Molto probabilmente questa trasferta americana è associata al prossimo film di Sorrentino. Come annunciato dalla rivista Variety, il suo nuovo progetto cinematografico avrà come protagonista Jennifer Lawrence. Il titolo provvisorio è Mob Girl e si tratta della trasposizione cinematografica del libro di Teresa Carpenter incentrato sulla vita di Arlyne Brickman. Nata a New York in una famiglia benestante, Arlyne è stata uno dei boss più temuti della mafia italoamericana sino a quando ha deciso di diventare un'informatrice del Fbi.
Dal cinema alla letteratura
Oltre che per la regia e la sceneggiatura, Paolo Sorrentino ha dimostrato un inusitato talento come scrittore. Il suo primo romanzo “Hanno tutti ragione” nel 2010 si è classificato al terzo posto al premio Strega. Il libro è raccontato in prima persona da Tony Pagoda, il crooner partenopeo protagonista di L’Uomo in più, il film d’esordio di Sorrentino. Un’epifania di suspense ed emozioni, impreziosita da un linguaggio immaginifico e audace, capace di generare frasi come questa: “Non sopporto niente e nessuno. Neanche me stesso. Soprattutto me stesso. Solo una cosa sopporto. La sfumatura.”
Successivamente, Sorrentino ha pubblicato “Tony Pagoda e i suoi amici”, un viaggio suddiviso in 13 racconti alla scoperta di personaggi famosi da Carmen Russo e Enzo Paolo Turchi al mago Silvan, da Antonello Venditti a Maurizio Costanzo. Nel 2018 viene dato alle stampe “Gli Aspetti irrilevanti”. Partendo dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi, Paolo Sorrentino immagina l'esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto. Alla maniera di Balzac, un romanzo straordinario sulla Comédie humaine. Un’opera che trova la sua cartina di tornasole in queste parole: “Ci sono due tipi di passione: “Una non mi piace, l’altra non mi interessa”. Infine il regista ha firmato “La Grande Bellezza, Diario del film”, una sorta di guida alla scoperta del “più grande luogo di villeggiatura del mondo, impreziosita dalle foto di Gianni Fiorito e “Il Peso di Dio”, Una raccolta delle massime, dei discorsi, delle preghiere, delle omelie, delle invettive di Lenny Belardo, alias Pio XIII, il pontefice protagonista della serie The Young Pope. Un volume impreziosito da una deliziosa, sublime e divertente prefazione firmata dallo stesso Sorrentino.
Ma che Musica Maestro!
“In virtù della musica, le passioni godono di se stesse”, scriveva Friedrich Nietzsche, E in effetti la colonna sonora nei film e nelle serie tv di Paolo Sorrentino è una sorta di coro greco, di personaggio aggiunto, invisibile, ma determinante ai fini della narrazione. Non a caso il film This must be The Place deve il suo titolo a un pezzo dei Talkin Heads. Eclettico, volitivo, spiazzante, il cinema di Sorrentino si manifesta su sonorità che spaziano dal remix di Bob Sinclair di “Far l’amore” di Raffaella Carrà a “Symphony in C Major” di Georges Bizet, passando per Antonello Venditti, Bruno Lauzi e Renato Carosone. E anche in the Young Pope, Sorrentino ha riportato al successo una chicca come “Senza un perché" di Nada, con tanto di endorsement del primo ministro della Groenlandia. Peraltro il regista napoletano ha scritto il testo, insieme a Peppe Servillo, Nino Bruno, Pasquale Catalano, di “La Notte” e “Lunghe Notti da bar”, due straordinarie canzoni cantate da Tony Pagoda in L’uomo in più. E per chi volesse godere delle musiche tratte dai film di Sorrentino esiste una splendida antologia composta da 5 CD con il meglio delle colonne sonore tratte dai suoi film.
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La Grande Autoironia
Si sa, la capacità di prendersi in giro tra i registi di cinema è rara quanto un francobollo Gronghi rosa, introvabile come la figurina di Pizzaballa. Paolo Sorrentino, invece, ha dimostrato spesso e volentieri di divertirsi a scherzare su sé stesso e sui suoi stilemi. A partire dal suo irresistibile cameo nella serie Boris, in cui viene convinto a girare con il cellulare una sequenza di “Medical Dimension”. Ma il regista ha girato anche un’esilarante spot insieme ai The Jackal e ad Alessandro Cattelan per presentare i David Di Donatello 2016. E Last But Not Least, come non ricordare La Grande Paura, il video girato con Frank Matano per lanciare il film Tonno Spiaggiato. Per citare Oscar Wilde: “L’umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la Storia avrebbe seguito un altro corso.”
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