Un viaggio narrativo intenso, costruito tramite puntate girate interamente in piano sequenza rendendo la serie un fenomeno thriller. Gli autori rispondono alla possibilità o meno di un sequel
“Non ci sarà un seguito. Per noi la storia di Jamie Miller si è conclusa, o almeno abbiamo raccontato tutto ciò che volevamo raccontare”.
Con queste parole il co-creatore della serie Netflix Adolescence che ha conquistato pubblico e critica – fino a trionfare agli Emmy – ha spento definitivamente le speranze di una seconda stagione: per i fan si chiude così ogni possibilità di vedere un seguito di una delle produzioni più acclamate degli ultimi anni.
LA FINE DI UNA STORIA DI SUCCESSO
Il successo della serie è stato certificato dagli otto Emmy Awards: miglior miniserie o serie antologica, miglior attore protagonista (Stephen Graham), miglior attore non protagonista (Owen Cooper, diventato il più giovane vincitore di sempre a soli 15 anni), miglior attrice non protagonista (Erin Doherty), miglior regia (Philip Barantini), miglior sceneggiatura (Jack Thorne e Stephen Graham), miglior casting e miglior fotografia.
Una pioggia di riconoscimenti che ha reso inevitabile l’apertura di discussioni su un possibile seguito. Per mesi si è parlato di una seconda stagione, magari incentrata sul punto di vista di Katie Leonard, la giovane coinvolta negli eventi. Tuttavia, i creatori hanno escluso con decisione questa strada: “Molti dicono che sarebbe bello vedere la storia dal punto di vista di Katie. Probabilmente sì, ma non penso che siamo le persone giuste per farla”.
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PERCHÉ ADOLESCENCE HA FUNZIONATO
Il successo di Adolescence non è stato casuale. La serie si è distinta per l’uso estensivo del piano sequenza, che in ogni episodio ha permesso di seguire la vicenda da prospettive diverse, immergendo lo spettatore nelle tensioni del processo a Miller.
Altro elemento decisivo è stata la qualità della recitazione, in particolare quella del giovane Owen Cooper, la cui intensità ha convinto pubblico e critica al punto da garantirgli un Emmy da record.
I creatori non escludono un ritorno in futuro, ma in chiave diversa: “Quello che potremmo fare è utilizzare lo stesso formato, ossia quello dello one-shot, per storie differenti. Ci piacerebbe molto. Al momento ci stiamo lavorando, ma non abbiamo ancora una risposta definitiva”.