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Dahmer, eBay elimina inserzioni costumi ispirati al killer (dopo le critiche)

Serie TV

Camilla Sernagiotto

Shirley Hughes, madre di una delle vittime del serial killer Jeffrey Dahmer, nei giorni scorsi si è scagliata contro eBay perché vendeva il cosplay del Cannibale di Milwaukee. Si tratta della mamma dell’aspirante modello sordomuto Tony, una delle 17 persone che tra il 1978 e il 1991 sono state uccise e smembrate dall’assassino di cui parla la miniserie di Ryan Murphy con protagonista Evan Peters. Ora eBay ha eliminato tutte le inserzioni riguardanti Dahmer poiché violano la politica sulla violenza

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Purtroppo le preoccupazioni che nelle ultime settimane si sono levate in rete si stanno concretizzando: nell'ultimo periodo un appello nato dal web aveva chiesto a gran voce di non travestirsi da Jeffrey Dahmer per Halloween, per paura che uno dei più efferati serial killer della storia dell'umanità (anzi: della disumanità...) potesse diventare un'icona della cultura pop. Purtroppo quello scenario davvero desolante si sta avverando: Shirley Hughes, madre di una delle vittime del serial killer, nei giorni scorsi si è scagliata contro eBay perché vendeva il cosplay del Cannibale di Milwaukee.

Si tratta della mamma dell’aspirante modello sordomuto Tony, uno dei 17 uomini e ragazzi che tra il 1978 e il 1991 sono stati uccisi e smembrati dall’assassino di cui parla la miniserie di Ryan Murphy con protagonista Evan Peters, Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer di Netflix (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).

Dahmer ha ispirato alcuni vestiti che sono stati recentemente tolti da eBay, eliminati dal sito dopo le numerose polemiche e l’appello dei familiari delle vittime. Le vendite a tema Dahmer sono state cancellate poiché violano la politica sulla violenza.
Che il celebre e-commerce abbia deciso di fare piazza pulita di tutti i costumi che rendono omaggio al serial killer lo riporta in esclusiva il sito statunitense TMZ, a cui un portavoce di eBay ha dichiarato che la società ha politiche che vietano le inserzioni che glorificano l'odio, la violenza e le attività criminali. Dato che le vendite di vestiti e accessori (dalle camicie agli occhiali) ispirati a Dahmer sono chiaramente inserzioni che glorificano odio, violenza e crimine (come sopra), sono state tutte rimosse.

La politica ufficiale, elencata sul loro sito, afferma che non c'è spazio per "oggetti strettamente associati o che avvantaggiano criminali violenti, i loro atti o scene del crimine negli ultimi 100 anni”, come riporta TMZ.

“Ci è stato detto che eBay controlla costantemente il sito, alla ricerca di inserzioni simili che violano anche le politiche” si legge su TMZ. “Come abbiamo riportato, tonnellate di costumi ispirati a Dahmer erano in vendita sul sito web quando la serie Nexflix ha guadagnato popolarità: tutto, dai suoi occhiali particolari, una parrucca bionda e una maglietta simile a quella indossata da Evan Peters nello show”.

Un portavoce di eBay ha diramato attraverso LADbible la seguente dichiarazione: “In base alla nostra politica su disastri e tragedie, eBay non consente la vendita di articoli che ritraggono, glorificano o tentano di trarre profitto dalla tragedia o dalla sofferenza umana, o che sono insensibili alle vittime di tali eventi. Il nostro team sta esaminando una serie di articoli elencati in relazione a Jeffrey Dahmer e prenderà provvedimenti ove opportuno”.

Le critiche della madre di una delle vittime

Sempre TMZ aveva riportato in esclusiva lo scorso 16 ottobre il commento critico della madre di una delle vittime di Jeffrey Dahmer, la quale ha spiegato che per loro vedere che in rete ci sono in vendita i costumi di Halloween del serial killer che gli ha fatto a pezzi il figlio è una vera e propria tortura.

Shirley Hughes è la madre di Tony Hughes, uno dei 17 nomi di giovani assassinati da Dahmer.
Sua mamma ha raccontato a TMZ che già per lei - così come per tutti gli altri genitori e familiari delle vittime, alcuni dei quali hanno commentato direttamente la serie, come Rita Isbell Lindsey - vedere una serie di successo sul serial killer che ha ucciso tuo figlio è straziante. E adesso dover vedere perfino gente che si veste come quell'assassino è davvero qualcosa di indigeribile.
Lo stesso co-creatore della serie, Ian Brennan, ha ammesso in un'intervista a Page Six che non capisce proprio l'ascesa dei "fan" di Dahmer, assetati di qualsiasi cosa riguardi quell’assassino. "È inquietante", ha commentato. “Pazzesco”.

La maggior parte dei grandi negozi al dettaglio ha rinunciato alla vendita di costumi di Jeffrey Dahmer data tutta l'indignazione, ma molte persone si sono riversate nei negozi online, come eBay appunto, per vendere e comprare capi di abbigliamento e accessori (per esempio gli occhiali con montatura metallica dorata o la parrucca bionda, oltre alle camicie che caratterizzano Dahmer nello show, riproposte pedissequamente studiando a fondo perfino il vero guardaroba del mostro) per vestirsi in stile Jeffrey Dahmer.

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Il dispiacere dei familiari delle vittime nel vedere che si trae profitto dalla morte dei loro cari

Shirley Hughes ha detto a TMZ che sta male all’idea che Netflix e tutti i negozi online traggano profitto dalla morte di suo figlio, mentre nessuna delle famiglie delle vittime ha visto un centesimo. Nei giorni scorsi ha aggiunto che tutti gli annunci di eBay a tema Dahmer dovrebbero essere rimossi. Oppure ha ipotizzato che i profitti possano essere devoluti alle famiglie delle vittime, per una questione etica.

La donna ha aggiunto che se Netflix non avesse trasmesso lo spettacolo in streaming, nessuna delle famiglie sarebbe stata nuovamente vittimizzata. E quest'anno senz'altro su eBay non sarebbero apparsi costumi di Jeffrey Dahmer.

Parlando di quest'ultimo, Shirley Hughes ha detto che era il male puro, e non capisce come le persone che scelgono di vestirsi come lui possano dormire la notte.

La madre di Tony ha condannato lo show di Netflix anche perché non ha contattato le famiglie delle vittime, inoltre ne ha criticato la drammatizzazione, sottolineando che “non è andata così”.
La donna, intervistata dal quotidiano britannico The Guardian, aveva detto: “Non vedo come possano farlo. Non capisco come possano usare i nostri nomi e creare roba del genere”.
 
Dahmer è stato condannato all'ergastolo nel 1992. È stato picchiato a morte in prigione nel 1994.

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