In rete sta crescendo la preoccupazione in vista del 31 ottobre. L'enorme successo della serie televisiva di Netflix “Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer” fa temere che qualcuno possa avere l'infelice idea di travestirsi per la notte di Halloween proprio da, il “Cannibale di Milwaukee” che ha ucciso 17 uomini e ragazzi tra il 1978 e il 1991
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Sul web sta crescendo la preoccupazione in vista di Halloween: molte persone temono che l’enorme successo della serie televisiva di Netflix Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer possa spingere qualcuno a fare l'infelice scelta di travestirsi per il 31 ottobre proprio da quel mostro, il “Cannibale di Milwaukee”.
La miniserie di Ryan Murphy con protagonista Evan Peters (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) sta riscuotendo un enorme successo, con un picco di visualizzazioni davvero incredibile. Oltre alle tantissime visualizzazioni, però, questo show sta registrando anche molte polemiche. I familiari delle vittime di Dahmer hanno criticato la scelta della piattaforma di streaming, poiché a loro avviso strumentalizzerebbe una tragedia per fare soldi. Inoltre alcuni di loro hanno raccontato di non essere stati nemmeno interpellati, per esempio la sorella di Errol Lindsay, una delle vittime del serial killer.
Intervistata dalla giornalista Kelsey Vlamis del magazine statunitense Insider, Rita Isbell Lindsey ha dichiarato: “Quando ho visto una parte dello show, mi sono infastidita, soprattutto quando ho visto me stessa, quando ho visto il mio nome apparire sullo schermo e questa signora che diceva alla lettera esattamente quello che io avevo detto. Se non l’avessi saputo, avrei pensato di essere stata io. I suoi capelli erano come i miei, indossava gli stessi vestiti. Ecco perché è stato come rivivere tutto da capo. Mi ha fatto riprovare tutte le emozioni che avevo provato allora. Non sono mai stata contattata per lo show. Penso che Netflix avrebbe dovuto chiederci se ci dispiacesse o come ci saremmo sentiti se l’avessero realizzato. Non mi hanno chiesto niente. L’hanno fatto e basta. Ma non ho fame di soldi, e lo show è esattamente questo: Netflix che cerca di fare soldi. Potrei anche capirlo se dessero parte del denaro ai figli delle vittime. Non necessariamente alle loro famiglie. Voglio dire, sono vecchia. Sono molto, molto agiata. Ma le vittime hanno figli e nipoti. Se lo show li avesse beneficiati in qualche modo, non l’avrebbero percepito in modo così crudele. È triste che stiano facendo soldi con questa tragedia. Questa è solo avidità. L’episodio con me è stata l’unica parte che ho visto. Non ho visto l’intero show. Non ho bisogno di guardarlo. L’ho vissuto. So esattamente cosa è successo”.
Oltre ai familiari delle vittime, anche la comunità LGTB ha criticato non tanto la serie quanto la scelta di Netflix di inserire come tag di ricerca dello show la loro sigla, “lgtb” appunto.
“Netflix ha aggiunto a Dahmer il tag LGBT. So che è tecnicamente giusto ma non è questo il tipo di rappresentazione che stiamo cercando”, si sente pronunciare in un video di TikTok. Il motivo per cui la suddetta sigla è stata accostata a questa serie è perché Dahmer è stato un omosessuale. Un omosessuale che ha ucciso quasi esclusivamente uomini omosessuali.
Tuttavia la comunità LGBTQ è insorta a causa di questa scelta di Netflix, dato che una rappresentazione di questo tipo è senz'altro dannosa per chiunque. Sul web si è levato un coro inferocito e, a seguito delle critiche, Netflix ha rimosso LGBTQ dalla lista di parole chiave.
Poi ci sono state le critiche di Whoopi Goldberg: “Ryan Murphy è un artista straordinario. Ma se quella fosse la mia famiglia, sarei infuriata”, ha affermato la famosa attrice. “Perché viene ucciso tuo figlio, poi devi guardare tuo figlio mentre viene ucciso, e poi devi ascoltare com’è andata e tutte queste altre cose che, da persona che ha perso qualcuno in quel modo, è una cosa inimmaginabile. Penso che, se hai intenzione di raccontare queste storie, devi tenere presente che molte delle persone che fanno parte di queste storie sono ancora tra noi”.
Ci sono anche le critiche della coordinatrice della produzione della serie di Netflix, Kim Alsup, che ha scritto su Twitter di essere stata “trattata in modo orribile” sul set. Lei era una delle due sole persone nere del team e veniva continuamente confusa con la collega. Intervista dal Los Angeles Times, ha detto di non aver guardato la serie. "Il trailer mi ha dato un disturbo da stress post-traumatico", afferma.
Il timore di vedere gente ad Halloween travestita da Jeffrey Dahmer
Essendo uscita nel mese in cui si festeggia la notte delle streghe, e avendo riscosso uno strepitoso successo, Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer porta con sé un grosso rischio: qualcuno potrebbe avere l'infelice idea di travestirsi da questo serial killer per la notte di Halloween.
Sono tante le persone che in queste ore si stanno rivolgendo ai social media per sottolineare che quell'uomo non andrebbe imitato in niente (anche se definirlo “uomo” non sarebbe giusto, trattandosi di una persona che anche definire disumana sarebbe riduttivo).
Dahmer ha ucciso 17 uomini e ragazzi tra il 1978 e il 1991, tutti torturati e uccisi in maniera indicibile. Non dovrebbe essere trasformato in un'icona della cultura pop.
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Le parole di chi teme che Dahmer diventi un costume di Halloween
“La costante mancanza di rimorso per le vittime di Dahmer sui social media mi fa credere che molte persone si vestiranno da Jeffery Dahmer e dalle sue vittime per Halloween e questo è così malato”, si legge in un tweet comparso in queste ore.
“Non riesco nemmeno a credere di doverlo dire, ma per favore non travestitevi da Jeffrey Dahmer per Halloween”, scrive un altro utente di Twitter. “Una cosa è vestirsi da Michael Myers per Halloween, ma se ti travesti da Jeffery Dahmer (una persona reale che ha stuprato, ucciso e mangiato MINORI) di cui avete appena scoperto l’esistenza grazie all’hype Netflix, sei un fottuto ‘weirdo’, ossessionato dalle tendenze”, queste le parole di un altro post spuntato sul social network.
Ricordiamo che l'anno scorso un'altra serie di Netflix di enorme successo - il pluripremiato dramma coreano Squid Game - generò una vera e propria ondata di costumi a tema, con tantissime persone che per il 31 ottobre hanno deciso di indossare le iconiche tute colorate della serie che racconta il gioco mortale.
Di seguito potete vedere alcuni tweet di persone preoccupate all'idea di veder circolare per le strade persone vestite da Dahmer che fanno il tradizionale “dolcetto o scherzetto”.