Netflix patteggia con la vera “regina degli scacchi” georgiana

Serie TV

Manuel Santangelo

La piattaforma di streaming e la leggendaria campionessa di scacchi Nona Gaprindashvili hanno trovato un accordo monetario per chiudere la questione legale che si trascinava da agosto 2021. La scacchista aveva chiesto cinque milioni di dollari come risarcimento per danni dopo che, durante una puntata della mini-serie, venivano affermate informazioni sbagliate giudicate da Gaprindashvili diffamatorie nei suoi confronti

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Non sempre negli scacchi uno dei due giocatori vince. È possibile infatti che la partita finisca patta e ciò accade quando si arriva al punto in cui è impossibile fare scacco matto per entrambi i contendenti. La causa tra Netflix è Nona Gaprindashvili è andata più o meno così: nessuna delle due parti è riuscita a far prevalere le proprie ragioni e alla fine si è deciso per un sostanziale pareggio, patteggiando una somma a noi sconosciuta.

La campionessa che mai si scontrò con un uomo...o forse sì?

 

Tutto inizia nell’agosto dell’anno scorso. Netflix ha fatto centro con la mini-serie ispirata al libro La regina degli scacchi, portando a casa anche due Golden Globe e 11 Emmy. Tra i milioni di spettatori della serie c’è anche Nona Gaprindashvili, oggi 81 anni ed ex-prodigio degli scacchi ai tempi dell’Unione Sovietica. A dare particolarmente fastidio a Nona è l’ultima delle sette puntate, quella in cui si dice che lei è russa e che non ha mai affrontato un uomo fino al 1968, l’anno in cui è ambientato l’episodio.

 

Per Gaprindashvili, che è georgiana e uno scacchista maschio lo aveva affrontato più di una volta già ai tempi, tanto basta per fare causa al colosso dello streaming americano. In men che non si dica i suoi legali fanno quindi partire una denuncia, evidenziando come certe affermazioni oltre che false sarebbero “sessisti e sminuenti” nei confronti della loro cliente. Gaprindashvili aveva affrontato nel 1968 già 58 giocatori professionisti uomini di cui ben 10 grandi maestri ma, secondo i suoi difensori, questo fatto sarebbe stato volutamente bypassato dalla serie con l’intento di: “Accrescere il dramma facendo sembrare che la sua eroina immaginaria fosse riuscita a fare ciò che nessun’altra donna, inclusa Gaprindashvili, aveva fatto”.

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Tutto è bene quello che finisce pari

 

Da parte sua il team legale di Netflix aveva invocato il Primo Emendamento, facendo notare come si possano inserire determinate licenze in un’opera di fiction. Alla fine però anche alla piattaforma di streaming è sembrato più saggio trovare un accordo piuttosto che trascinarsi in una lunga e tutto sommato inutile querelle legale. Netflix e Nona Gaprindashvili hanno allora trovato un accordo monetario che consentirà alla scacchista di avere un risarcimento per danni, sebbene presumibilmente minore rispetto alla richiesta iniziale di cinque milioni di dollari.

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