Game of Scores, le migliori colonne sonore serie tv degli anni Duemila

Serie TV

Paolo Nizza

Da Il Trono di Spade a The Crown, da The Walking Dead a Gomorra, da Lost a Bridgerton, da La casa di Carta a Il commissario Montalbano, da Downton Abbey a Succession, il libro scritto da Massimo Privitera e pubblicato da Bietti Fotogrammi è una preziosa guida alla scoperta delle più belle soundtrack originali  e sigle cantate per la televisione degli anni Duemila.

“La musica! Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui!” Così parlò Abus Silente in Harry Potter e la pietra filosofale.  E se lo dice il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwart, non possiamo che dargli retta, soprattutto ora che il maghetto festeggia i 20 anni dell’uscita al cinema. Si sa, ormai, dal grande al piccolo schermo il passo si fa sempre più breve. E cosa sarebbe lo sterminato universo delle serie televisive, senza un virtuoso accompagnamento sonoro? Basti pensare  a “Doomed to Live”, che fa da contrappunto alle sequenze più drammariche di Gomorra.

 Negli ultimi vent’anni la fiction tv ha prodotto autentici capolavori, le cui musiche sono entrate a far parte della vita di tutti noi. Era quindi d’uopo stilare una guida alla scoperta delle più belle soundrack composte negli anni duemila. A guidarci in questo viaggio emozionante è un capitano d’eccezione, ovvero Massimo Privitera, fondatore della rivista “Colonne Sonore. Immagini tra le note,” prima e unica in Italia dedicata alla musica per immagini.

Pubblicato da Bietti Fotogrammi, la collana curata da Ilaria Floreano, Games of Scores è un mini-jukebox delle migliori colonne sonore originali e sigle cantate per la televisione degli anni Duemila. Un gioco delle partiture, a cui è bello e divertente partecipare. Come in tutte le classifiche, la scelta è sempre soggettiva, ma questo non rappresenta certo un limite. Con un linguaggio alla portata di tutti, ma mai banale, Massimo ci porta a spasso tra i brani e le canzoni delle serie tv invitandoci a guardarle e apprezzarle anche attraverso le orecchie. In fondo come diceva Friedrich Wilhelm Nietzsche: "In virtù della musica le passioni godono di se stesse."

Game of Scores - le migliori colonne sonore tv degli anni Duemila di Massimo Privitera

Game of Scores,  tra  colonne sonore e sigle televisive

“Con il passare degli anni, chissà, abbiamo dimenticato gli attori, le storie, i titoli di molte serie tv, eppure ,possiamo esserne certi, alcune sigle, dei crediti iniziali o finali, rimangono ben salde nell’emisfero destro del nostro cervello, quello che immagazzina le informazioni creative e gli impulsi musicali, inducendoci a canticchiarle o fischiettarle di tanto in tanto, di sicuro non appena sentiamo menzionato il titolo. “

Con queste parole, Privitera ci illumina sulla forza della memoria sonora, in un dominato dalle immagini.

Scandito da oltre 50 schede suddivise in cinque punti (titolo, trama, compositore, score, temi topici), il libro attraversa i generi più diversi: Animazione, Avventura, Azione, Commedia, Comico, Drammatico, Sentimentale, Fantasy, Fantascienza, Horror, Musical, Thriller, Poliziesco, Western. Il risultato è un crescendo rossiniano di suggestioni, collegamenti, rivelazioni che culminano nel capitolo finale dedicato alle 13 migliori sigle televisive.

approfondimento

Paura, l'album con le colonne sonore degli horror e thriller italiani

In Game of Scores incontriamo maesti indiscussi come Ramin Djawadi, allievo di Hans Zimmer e autore della colonna sonora di Il Trono di Spade, geni assoluti del calibro di Michael Giacchino (Lost; Fringe) e talenti di casa nostra come Mokadelic, gruppo romano autore delle musiche di Gomorra

E una volta letto il libro viene voglia di rivedere le serie citate alla luce dei nuovi percorsi sonori che questa guida ci ha indicato. Succession, The  Walking Dead, il Commissario Montalbano, Glee, House of Cards, True Detective, The Mandalorian, La Casa di carta, Bridgerton, sono solo alcuni dei titoli presenti in questa sinfonia di parole, magistralmente orchestrata da Massimo Privitera. Insomma, aveva ragione Lev Tolstoj: "“La musica è la stenografia dell'emozione."

 

approfondimento

Mokadelic, con Apocalysm raccontano l'umanità sul confine della vita

Spettacolo: Per te