Gomorra 5, trama e recensione dell’episodio 2 della stagione finale

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Gabriele Lippi

Nella seconda puntata dell'ultimo capitolo della serie Sky Original avviene il tanto atteso incontro tra Genny e Ciro. Un ritrovarsi fatto di sguardi, silenzi e parole sempre più nette, in una escalation che porterà fino alla rottura definitiva

GOMORRA – STAGIONE FINALE, EPISODIO 2: LA TRAMA

Genny è arrivato a Riga per trovare Ciro, dopo che Don Aniello gli ha rivelato che l’amico era ancora vivo e nella capitale lettone. L’incontro avviene al porto dove i due si fissano a lungo e solo alla fine la tensione viene stemperata da un abbraccio. I due pranzano insieme, nel silenzio assoluto e solo all’uscita del ristorante Genny (GUARDA IL VIDEO IN CUI SALVATORE ESPOSITO PARLA DEL SUO PERSONAGGIO) chiede all’amico perché non sia tornato a Napoli. Ciro (GUARDA IL VIDEO IN CUI MARCO D'AMORE PARLA DEL SUO PERSONAGGIO) spiega di essere stato costretto da Don Aniello. Gennaro prova a convincerlo a tornare per aiutarlo a risistemare le cose, ma l’Immortale rifiuta: non ha più niente per cui tornare a Napoli, il mondo in cui credeva non esiste più, i suoi affetti più cari non ci sono più. Il confronto tra i due è pacato ma acceso, ognuno porta avanti le sue motivazioni, Genny si offre di andare con Ciro a parlare con un nuovo contatto russo per spiegargli che il fornitore è cambiato dopo la morte di Don Aniello e ora la droga arriverà sempre da Napoli ma da un altro canale.

 

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Genny contro Ciro

Durante un match di kickboxing, i due fanno la conoscenza di Ilya Kuranov per trattare la fornitura di 100 chili di droga da immettere sul mercato russo. All’uscita dal casinò in cui si è svolto l’incontro si verifica una sparatoria. Gli uomini di Kuranov uccidono il socio lettone di Ciro e portano via quest'ultimo, mentre Genny rimane illeso a osservare la scena. Ciro viene chiuso nella cella di un grosso fabbricato in mezzo alla campagna mentre Genny conclude a Riga l’accordo con Kuranov e poi chiede di poter far visita all’amico. Qui, da dietro lo spioncino della porta blindata, gli rivela perché ha deciso di farlo prendere prigioniero dai russi: quando lui ne aveva bisogno, Ciro l’ha abbandonato, è fuggito e non ha più pensato a lui, e ora deve espiare le sue colpe in un gulag, senza vedere mai quando è giorno e quando è notte, pensando solo alle persone che lo amavano e lui ha ucciso, come Debora, Mariarita e Genny stesso. Ciro sostiene lo sguardo e gli risponde dicendogli che non è mai stato alla sua altezza, è sempre rimasto il ragazzino spaventato che non dorme la notte, il figlio sbagliato di Don Pietro, che ha sempre avuto più stima di Ciro che di Gennaro. Dopo aver lasciato la prigione in cui è rinchiuso Ciro, Genny è costretto a fermarsi con la macchina per via di un attacco di panico.

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La fuga e il ritorno dell’Immortale

La prigionia di Ciro prosegue nella sofferenza. L’Immortale non mangia il cibo che gli viene portato e per questo le guardie decidono di picchiarlo, costringendolo a ingoiare i pastoni di carne che si sono accumulati nelle ciotole per cani lasciate sul pavimento nel corso dei giorni. Lui però ha deciso di farla finita e prova a uccidersi strozzandosi con una felpa. Le guardie intervengono per impedirglielo, lo trascinano fuori dalla cella per soccorrerlo e lui porta a compimento quello che si rivela essere un piano di fuga. Uccide la guardia rimasta con lui e riesce a scappare con una barca a remi nonostante sia braccato, raggiungendo una roulotte sulla sponda del fiume e venendo accolto dalla famiglia che ci vive. Qui viene rintracciato da Kuranov e dai suoi uomini, ai quali tende un agguato uccidendoli tutti con l’aiuto dei suoi soccorritori. La mattina dopo Ciro sale su un pick-up e si fa accompagnare al confine. Ha deciso di tornare a Napoli, dove lo aspetta Genny. E dove sembra proprio stia per scoppiare una nuova guerra di camorra.

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GOMORRA – STAGIONE FINALE, EPISODIO 2: LA RECENSIONE

A ospitare il secondo episodio di Gomorra – Stagione finale (LEGGI TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE) è la fredda Riga, luogo del tanto atteso incontro tra Genny e Ciro. Il cielo plumbeo della capitale lettone sembra rispecchiare gli animi inquieti dei due protagonisti, che si ritrovano dopo un’intera stagione che Genny ha passato a tormentarsi nella convinzione di aver ucciso con le sue mani e contro la propria volontà il suo migliore amico. E la chimica tra Salvatore Esposito e Marco D’Amore è la stessa di sempre. L’inquadratura si sposta dallo sguardo truce di Genny agli occhi malinconici e pieni di senso di colpa di Ciro. La tensione è palpabile per lunghi interminabili secondi e viene sciolta solo alla fine da un abbraccio che nasconde in sé troppi sentimenti contrastanti.

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Un lungo silenzio rotto da un cameriere lettone

Ci vogliono diversi minuti per sentire le prime parole dell’episodio, perché Genny e Ciro si guardano in silenzio anche seduti al tavolo di un ristorante. Ad aprire la bocca per primo è un cameriere che parla in russo, contribuendo a rendere ancora più straniante l’esperienza dello spettatore. Il confronto verbale tra i due comincia solo fuori dal ristorante e tutto gira intorno a una fiducia che Genny sembra aver perso nel suo amico. Perché Ciro se n’è andato? Perché non è tornato? Perché non vuole tornare nemmeno ora? Sono queste le domande che tormentano un Gennaro il cui respiro si fa sempre più pesante, sempre più affannoso. “L’amicizia è la cosa più bella che esiste”, dice a Ciro, ma “si ‘n amico ti tradisce è sempre ‘n amico, Cirù?”. “Io non t’aggio mai tradito”, gli risponde l’Immortale, ma Genny non la pensa così e in cuor suo ha già deciso di punirlo.

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Le solitudini speculari di Ciro e Genny

Ad alzare la tensione ulteriormente sono i respiri di Genny e l’uso dello slow motion in una delle scene principi, quella della sparatoria all’esterno del casinò, quella in cui Genny fa rapire Ciro dai russi. Il dialogo nel gulag segna invece il punto di svolta, il momento di rottura definitiva tra i due ormai ex amici. “Prega che io non esca mai da qui dentro”, dice Ciro a Genny prima che questi vada via e al culmine di una discussione tesissima in cui i due si sono sputati reciprocamente addosso tutto il veleno che hanno. È il culmine di un climax cominciato dal silenzio e cresciuto con parole sempre più dure e nette. Ma Ciro e Genny, sempre più lontani, sono in realtà più vicini che mai. Genny ha paura, soffre di attacchi di panico. Qualcosa in lui si è spezzato, un po’ alla volta, e i fantasmi tornano a fargli visita. Ha perso tutto, così come Ciro. I due sono ugualmente emarginati in due solitudini parallele e simmetriche, entrambi costretti a vivere in un tugurio: Genny nel bunker in cui si è rifugiato per non essere catturato dalla polizia, Ciro nella cella in cui l’ha fatto chiudere l’uomo che una volta era il suo migliore amico. Ma è proprio da questa prigionia che Ciro trova la molla per tornare a vivere, per lasciare il ritiro sicuro in cui si era cacciato e tornare a Napoli. Non accanto a Genny, come gli era stato proposto a inizio puntata, ma contro di lui.

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