Raised by Wolves, la recensione del terzo e del quarto episodio

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Ecco cos'è successo nel terzo e nel quarto episodio della prima stagione di 'Raised by Wolves - Una nuova umanità', in onda su Sky Atlantic il lunedì sera alle 21.15 (la serie è disponibile on demand e in streaming su NOW TV). ** ATTENZIONE: SPOILER **

Raised by Wolves, cos'è successo nel terzo episodio

Il terzo episodio di Raised by Wolves comincia poco dopo la fine del secondo. Mentre Padre ispeziona i resti della creatura, Madre racconta ai ragazzi una storia per distrarli. E che storia: I tre porcellini! Per Hunter non ci sono dubbi: i porcellini ovviamente sono loro, mentre Madre è il lupo cattivo (ndr, forse non sa come finisce la fiaba, però). La neanche tanto ex negromante è in grado di uccidere, e loro sono in pericolo. Inutile dire che dopo gli ultimi avvenimenti i dubbi di Campion si sono trasformati in una solida certezza.

Con un salto indietro nel tempo di dieci anni ci ritroviamo sull’Arca, precisamente dentro la simulazione in cui i mille esuli possono interagire tra loro. Sono passati tre anni dall’inizio del viaggio intergalattico verso l’Eden, e finalmente Caleb e Mary, ora Marcus e Sue, decidono di andare a parlare con Paul, intento a costruire la Città Promessa. In realtà dentro la simulazione non c’è la percezione del tempo che passa, ma, soprattutto, non si invecchia, proprio perché i corpi sono in ibernazione (ndr, Paul infatti a un certo punto dice a Campion che lui e gli altri sono di tredici anni più vecchi). Ad ogni modo, Sue inizialmente non sa bene come approcciarsi al ragazzino, non vuole essere sua madre, ma Marcus la invita a stare al gioco per non far saltare la loro copertura. Long story short, alla fine i due dopo tutti quegli anni si affezionano a quel “figlio acquisito,” e quando torniamo nel presente, quando Marcus si risveglia tra le braccia della moglie, la sue prima domanda è proprio “Dov’è Paul?”

 

Ebbene sì: tra i pochissimi sopravvissuti alla tragedia dell’Arca c’è anche la Signora Drusus, che ha l’ingrato compito di informare suo marito che Paul è stato rapito dalla negromante che ha attaccato l’astronave. Dopo essersi ripreso, Marcus va a parlare con Ambrose – un sacerdote di Sol, il grado più alto tra i mitraici ancora in vita – per dirgli che è necessario andare a salvare i ragazzi, ma l’uomo non vuole correre rischi: prima di fare qualsiasi cosa bisogna avere la certezza che i giovani siano vivi. Inutile dire che i due da qui in avanti non andranno propriamente d’accordo.

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Raised by Wolves, 10 motivi per cui vedere la serie tv. FOTO

In un altro flashback vediamo nuovamente Marcus, Sue e Paul tutti insieme nella simulazione. Ormai sono una famiglia, felice tra l’altro. Quando Paul gli chiede se sarebbe stato un bravo soldato per la loro causa, Marcus gli risponde di sì, ma che comunque non avrebbe combattuto, perché i mitraici non reclutavano ragazzini, a differenza degli atei. Non gli sarebbe mai potuto succedere ciò che successe a lui, costretto a combattere quando era giovanissimo e pelle e ossa. Ma d’altronde, quella era la vita degli orfani atei sulla Terra. A proposito di orfani, da Paul apprendiamo che sull’Arca c’è un ragazzino rimasto senza genitori: che sia lui il tanto atteso Profeta, il prescelto della profezia che li guiderà verso il futuro?

 

Nel frattempo, i giovani umani (tranne Campion) cominciano a tossire e a sputare sangue. Sembra che la storia sia destinata a ripetersi, e Madre confessa a padre le sue paure: e se fosse stata lei, senza rendersene conto, a farli ammalare? In quel caso Padre dovrà disattivarla, deve prometterglielo: la vita dei ragazzi viene prima di ogni altra cosa. Mentre Madre si trasforma in negromante e va a ispezionare i resti dell’Arca, Padre, per scusarsi e per riacquistare la sua fiducia, regala a Campion un artiglio della creatura morta: il pericolo è reale.

 

I mitraici superstiti sentono nell’aria il terribile urlo della negromante, così si rifugiano sottoterra, dentro dei cunicoli che sembrano collegati ai buchi che portano al centro del pianeta. Marcus si rifiuta di uscire per andare a vedere cosa sta succedendo, così viene mandato uno degli androidi di Ambrose, che ovviamente non corre il rischio di diventare poltiglia. Ma Madre si lancia in un combattimento corpo a corpo, e riesce a toglierle un occhio. Fuori controllo a causa del danno, l’androide finisce per correre dritta dentro il buco lì vicino. Durante il combattimento, però, Madre perde due fialette di “omnibiotici” recuperate dall’Arca, fialette che vengono prontamente ritrovate da Sue: i ragazzi sono vivi, ecco la prova. Finalmente Ambrose, più che altro per non fare brutta figura, dà l’ordine: è tempo di mettersi in marcia.

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Campion, dopo essersi lasciato convincere da Hunter, inganna Padre e lo rinchiude dentro un silos. Poi si dà alla fuga insieme agli altri. Nello spoglio bosco lì vicino, Paul perde il suo topolino, e per cercarlo si ritrova separato dal resto del gruppo. Intanto Madre, tornata indietro, scopre che i suoi “figli” sono scappati. Padre, che si è ovviamente liberato da solo, le dice che sa già dove si trovano quei giovani incoscienti: i mitraici, infatti, hanno tutti sottopelle dei rilevatori di posizione, e grazie al computer di bordo della scialuppa possono essere trovati facilmente. Madre è già pronta all’azione, ma prima di mettersi all’opera il suo “collega” le deve assolutamente rivelare la sua ultima scoperta: il nucleo centrale delle zucche coltivate in tutti quegli anni è radioattivo. Ecco cos’è che ha fatto stare male i giovani umani, ed ecco cos’è che ha ucciso la prima generazione. Dopo un momento di commozione – non è stata lei allora! –, Madre dà gli ordini: lei recupererà Paul, rimasto solo, lui gli altri.

 

Intanto su quella parte di Kepler-22b sta calando la notte, e i ragazzi, non proprio in ottima forma e spaventati a causa di inquietanti presenze, si rendono conto di aver fatto una stupidata. Per fortuna Padre è arrivato a prenderli. Una volta al sicuro, Campion si scusa, e quando scopre che sono state le zucche radioattive e non Madre a far morire i suoi fratelli è decisamente sollevato! Nel buio, però, si muove una creatura, pronta ad attaccarlo. Di nuovo, è Padre a salvarlo, rinchiudendo l’animale ancora vivo, anche se ferito, in un silos. Nel frattempo Paul si mette a seguire una bambina incappucciata che potrebbe essere Vita. In realtà si tratta di Tally: com’è possibile? Purtroppo per lui, inciampa e cade in uno dei buchi che ormai conosciamo bene. La fortuna, però, è dalla sua: la sua caduta, infatti, viene arrestata da una grossa radice. Riuscirà Madre a trovarlo e a salvarlo?

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Raised by Wolves, cos'è successo nel quarto episodio

Mentre è alla ricerca di Paul, Madre scopre un pezzo dell’Arca precipitato nel bosco, un lettino per l’ibernazione con dentro un cadavere. La curiosità è tanta, ma prima c’è da salvare il ragazzino, che viene prontamente riportato a “casa,” al sicuro. Intanto Marcus, Sue e gli altri mitraici stanno attraversando un deserto, diretti non si sa bene dove. A un certo punto, all’orizzonte compare qualcosa: una specie di struttura forse fatta in pietra, con una forma simmetrica e con cinque punte…proprio come predetto dalla Profezia… E’ stato Sol a farli arrivare fin lì? Dentro c’è il suo potere? Potrebbe essere, dal momento che le pareti emanano calore. Poiché non ci sono ingressi, Ambrose decide di entrare con la forza, piazzando una carica esplosiva, ma la sua collega di rango inferiore, Justina, gli fa cambiare idea: meglio non correre rischi, potrebbero danneggiare qualcosa all’interno. Creeranno un accesso a mano allora, ordina il sacerdote a Marcus e agli altri soldati.

 

Dopo aver messo Paul nel suo letto – e dopo aver accettato le scuse di Campion –, Madre nota che nel silos c’è qualcosa: la creatura ferita, legata a una corda. Paul dice ai compagni di essere stato salvato dalla negromante, ma Hunter continua a non fidarsi. Purtroppo il topolino è stato meno fortunato, ed è caduto nel buco. E’ sicuramente morto, e a differenza degli umani, scopre Campion, gli animali non possono aspirare a una vita dopo la morte, per loro il gioco è veramente game over oltre un certo punto. Per questo motivo, quando scopre che Padre sta preparando una lancia in legno per uccidere la creatura per poter recuperare della carne da mangiare, si oppone: uccidere è sbagliato, troverà qualcos’altro di commestibile, si impegnerà.

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Nel frattempo Madre, nella bolla, parla con Tempest mentre realizza un bisturi con i medaglioni confiscati ai giovani mitraici. La ragazza, che non vuole assolutamente portare a termine quella gravidanza che è il frutto di una violenza, convince l’androide a far terminare la gestazione usando lo stesso metodo utilizzato per Campion e i suoi fratelli. Sì, potrebbe funzionare. Ora, però, è tempo di dormire (ndr, in questo episodio ci viene presentata questa nuova abilità del personaggio di Amanda Collin, la capacità di far addormentare a comando gli umani). Col bisturi appena realizzato, Madre estrae dalla caviglia di Tempest il suo device per il tracciamento. Dopo aver recuperato anche quelli di Hunter, Holly, Paul e Vita, li getta in una grotta tra le montagne. Il sacchettino con dentro i dispositivi, però, viene preso da una creatura…

 

Dal deserto, Sue, grazie al localizzatore, si accorge che i ragazzi si stanno muovendo: è la prova che sono vivi. Va a parlare con Ambrose, e dopo avergli sistemato la mano (una protesi robotica) gli chiede almeno di prendere in considerazione la sua richiesta. In tutta risposta, il sacerdote, che ha cominciato ad avere dei dubbi su Marcus e su di lei, recita dei versi che a quanto pare appartengono alle sacre scritture. Intanto Campion ha trovato una potenziale fonte di nutrimento, ma a un’analisi più approfondita si scopre che le ghiande contengono una sostanza velenosa se assunta in grandi quantità. Game over: si torna al piano originario. Prima di mettersi all’opera, Padre va ad avvisare Madre. Lei si prepara ad andare a uccidere la creatura, ma lui è perentorio: ci penserà lui, ha bisogno di farlo, ha bisogno di sentirsi utile. Ma poi Padre decide di far mettere alla prova i ragazzi, altrimenti non saranno mai autonomi. Campion si rifiuta di prendere in mano l’arma, Hunter pure, e alla fine è Holly a sferrare un colpo che però ferisce soltanto la povera bestia, che lancia un terrificante urlo di dolore. I giovani umani, spaventati e inorriditi, scappano.

 

Di notte, nella morsa del gelo del deserto, i mitraici si stringono attorno alla struttura, che però rilascia sempre meno calore. A un certo punto Marcus sente un fischio in un orecchio, un suono che lo disturba così tanto da spingerlo a mettersi a urlare e a dimenarsi. I compagni pensano sia impazzito, ma per sua fortuna Lucius ha un’intuizione che lo salva: si tratta di un minuscolo auricolare malfunzionante! Ripresosi, Marcus analizza il dispositivo…e si tratta di tecnologia mitraica… Il capitano affronta apertamente Ambrose: sta forse cercando di sbarazzarsi di lui? La situazione precipita nel giro di pochissimo, l’androide del sacerdote si appresta a sparare, ma Sue la fredda con un colpo in piena fronte. Colpo di scena: è stata lei a inserire l’auricolare nell’orecchio di Marcus, quello mancante le viene trovato addosso. Ambrose si difende dicendo che probabilmente la sua androide ha subito dei malfunzionamenti a causa della “morte” della sua gemella, ma Marcus ovviamente non gli crede.

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Il giorno successivo, Madre torna nel bosco e si collega direttamente via cavo al sistema di simulazione dell’Arca. Si tratta però di un ambiente che non è stato pensato per gli androidi, dunque potrebbero esserci dei glitch o altri problemi. Una volta dentro, si ritrova a vivere alcuni momenti degli anni passati, tra cui la “morte” degli altri sei feti portati dalla Terra, morte causata per caso durante un gioco da Campion e Spiria. Nei flashback scopriamo anche che Campion, per non far restare troppo male la sorella, le ha mentito, dicendole che si trattava di palle di neve, non di esseri umani in via di sviluppo. Ovviamente a Madre non sono sfuggiti allora e non sfuggono adesso l’empatia e l’altruismo del ragazzino. Che, come giustamente le ha fatto notare Padre, dovrà imparare a pensare un po’ di più a sé stesso se vorrà avere una chance di sopravvivenza.

 

Sue scopre da Lucius che i versi che le ha recitato Ambrose in realtà sono le strofe di una canzoncina per bambini. E’ chiaro: l'uomo ha capito che lei e Marcus stanno fingendo di essere qualcuno che non sono. Durante un’altra gelida notte, il sacerdote cede, e ordina al capitano di piazzare una carica per far esplodere una parete e poter entrare dentro la struttura, per non morire congelato. Marcus si rifiuta, e a quel punto Ambrose gli dice chiaramente di sapere che lui non è Drusus. In quel preciso istante, però, il personaggio di Travis Fimmel sente una voce, e in contemporanea la porzione di parete dove c’è un buco che dà verso l’interno diventa incandescente. Marcus non ci pensa due volte e spinge con forza il viso del rivale sulla pietra rovente. Per il sommo non c’è speranza: nel giro di pochi secondi prende infatti fuoco. RIP. Il finto capitano Drusus incoraggia i suoi uomini a non cedere: Sol gli ha parlato, Sol è con loro!

 

Intanto Padre si accinge a mettere fine alle sofferenze della creatura ferita, ma a un certo punto sente qualcuno che intona una canzoncina. Si volta, e davanti ai suoi occhi compare la piccola Tally, che però si mette a correre. Padre sa bene che non può essere lei, eppure la insegue… In preda ai morsi della fame, Tempest ruba il bisturi di Madre e va a uccidere la preda. Poi un urlo, terribile. Padre torna indietro giusto in tempo per vedere la ragazzina mitraica uscire dal capanno con in mano il feto della creatura: era una madre…ha ucciso una madre…

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Raised by Wolves, il commento al terzo e al quarto episodio

Il terzo e il quarto episodio di Raised by Wolves portano avanti l’ottimo lavoro fatto con i primi due, facendo avanzare la trama – anche se in maniera molto lenta e graduale, senza andare avanti per grandi salti, il che tutto sommato per adesso è un bene – e proseguendo con il world building della serie. Come si può facilmente notare, lo show, che è sci-fi all’ennesima potenza, ha sicuramente il suo punto di forza nei suoi personaggi e nei rapporti che intercorrono tra questi, ma, allo stesso tempo, non si tira indietro quando si tratta di portare in scena domande filosofico-esistenziali di un certo peso, senza contare le questioni morali.

 

Molto interessante la scelta di “far sentire le voci” – per la precisione una voce, ma tant’è – a Marcus/Caleb, al punto che non siamo neanche arrivati a metà stagione eppure già cominciamo a chiederci se, a differenza di Sue/Mary, ancora assolutamente ancorata al suo ateismo, il personaggio di Fimmel non stia cominciando ad abbracciare la religione e la fede.

 

A proposito di nomi: sia Caleb che Mary sono due nomi riconducibili alle sacre scritture cristiane ed ebraiche. Il primo è un personaggio dell’antico testamento (clicca qui per saperne di più), mentre Maria non dovrebbe avere bisogno di presentazioni. In realtà anche Marcus e Sue (diminutivo di Susanna) hanno origini bibliche: Marco è infatti uno degli evangelisti dei vangeli canonici, mentre Susanna è la protagonista di un racconto biblico, anche in questo caso dell’antico testamento (clicca qui per saperne di più). Insomma, con dei nomi così non potevano che essere coinvolti con i mitraici!

 

Sempre stupendi (e perfetti, e anche divertenti, quantomeno in certi momenti) Collin e Salim nei panni di Madre e Padre, con lei decisamente ossessionata dalla maternità – la sua, che è stata “finta,” quella di Tempest, che invece è assolutamente e completamente “vera,” e il concetto che si nasconde dietro la parola stessa –, e con lui decisamente ossessionato dal bisogno di “essere utile.” Madre e Padre sono due androidi che, inaspettatamente, si ritrovano a provare sentimenti che mai avrebbero dovuto provare, e la cosa ovviamente sta avendo delle ripercussioni, questo è chiaro.

 

Assolutamente d’impatto il piccolo colpo di scena del finale del quarto episodio, quando Tempest scopre, dopo averla uccisa, che la creatura era incinta. Proprio come lei. O mangi, oppure verrai mangiato, è questa la legge della natura, quella stessa natura che, secondo Madre, è decisamente imperfetta e fallace. O si è lupi, o si è porcellini, ma non dimentichiamo che la fiaba ha due finali alternativi: in uno il lupo, dopo essersi scottato, semplicemente scappa, per non fare più ritorno, mentre nell’altra finisce in un pentolone pieno d’acqua che sta bollendo…e muore…

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