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It's a Sin: il trailer della serie HBO Max sulla diffusione dell'AIDS

Serie TV

Camilla Sernagiotto

Red Production Company

In rete è uscito il primo video che riassume cosa vedremo nella serie rivelazione che racconta come il virus dell'HIV ha flagellato la Londra dei primi anni Ottanta

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È uscito il primo trailer dell’attesissima It's a Sin, lo show firmato HBO che racconta la diffusione dell'AIDS nella Londra dei primi anni Ottanta.

Una serie-rivelazione ideata e prodotta dall'autore di Queer as Folk, lo sceneggiatore e produttore televisivo britannico Russell T Davies, che già nel 1999 aveva raccontato la vita di tre ragazzi omosessuali nei pressi del gay village di Canal Street a Manchester (con protagonisti allora gli attori Craig Kelly, Aidan Gillen e Charlie Hunnam).

 

Attualmente in onda sulla rete inglese Channel 4, It's a Sin arriverà su HBO Max il prossimo 18 febbraio e sarà presentata a Berlinale Series, la sezione del Festival di Berlino 2021 dedicata alle serie televisive.

La trama di It's a Sin

It's a Sin è ambientata nel 1981 e ha come protagonisti un gruppo di giovani amici. Un trio capitanato da Ritchie (Olly Alexander), Roscoe (Omari Douglas) e Colin (Callum Scott Howells), tre ragazzi neodiciottenni che decideranno di trasferirsi tutti insieme a Londra (a cui si aggiungerà anche il quarto personaggio di Jill Baxter, interpretato da Lydia West).

 

Speranzosi e ambiziosi, sono guidati innanzitutto dall’entusiasmo e da quella gioia di vivere che è il carburante della loro giovane età, tuttavia incontreranno sulla propria strada un nemico invisibile: quel virus che gran parte del mondo ancora ignora.

 

La serie segue la loro crescita, analizzando il rapporto con il virus dell’HIV. Quest’ultimo stravolgerà totalmente le loro vite, sconvolgendole e tramutandosi in un’allora misteriosa malattia che si trasformerà in un’enorme minaccia, costringendoli a lottare con ogni forza che hanno in corpo. Non solo in corpo: anche la mente viene provata da questo nemico invisibile che però è spietato e non lascia scampo.

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Una serie TV a lungo rifiutata

It's a Sin è un progetto rivoluzionario perché parla di ciò che alla gente non va molto di ascoltare: persone che muoiono. È stato lo stesso creatore, Russell T Davies, a dichiarare quanto sia stato difficile produrre uno show del genere.

 

"Ci è voluto un sacco di tempo per arrivare in televisione. Abbiamo cambiato numerosi canali, è stata dura, in molti l'hanno rifiutata due, addirittura tre volte. Si tratta di una serie che parla di persone che muoiono, è dura. E io non posso garantire che le persone la guarderanno, ma sarebbe interessante saperlo”, ha ammesso Russell T Davies.

 

Il primo annuncio del progetto risale al gennaio 2015, quando Russell T Davies ha dichiarato che stava lavorando a una serie drammatica dal titolo The Boys About AIDS in the 1980s, progetto che lui stesso ha definito tra i più personali della sua carriera.

Inizialmente rifiutata da diversi canali, nel 2018 è stato Channel 4 a commissionare la miniserie a Davies, annunciandola ufficialmente all'Edinburgh International Television Festival dello stesso anno.

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Il titolo (cambiato)

La serie in origine si sarebbe dovuta chiamare The Boys About AIDS in the 1980s ma nell'ottobre 2020 il titolo è stato cambiato, modificandolo in It's a Sin.

 

Si tratta di un chiaro riferimento all'omonima canzone dei Pet Shop Boys il cui testo, scritto da Neil Tennant, denuncia la rigidità dell'educazione cattolica. Il brano comprende alcuni versi latini della chiesa nel medioevo e si conclude con la prima parte dell’Atto penitenziale, recitando la frase in latino che dice: “Confesso a Dio onnipotente, e a voi fratelli, che ho molto peccato, in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa".

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I personaggi di It's a Sin

La miniserie segue le vicende di Ritchie Tozer, interpretato da Olly Alexander. Si tratta di un giovane aspirante attore e cantante che si trasferisce a Londra assieme a Roscoe Babatunde (interpretato da Omari Douglas), barista di origine nigeriana, e Colin "Gladys" Morris-Jones (alias Callum Scott Howells), apprendista gallese che lavora nell'atelier di un sarto di Savile Row.

 

Al terzetto si aggiunge un’aspirante attrice di nome Jill Baxter, interpretata da Lydia West. Fanno parte del cast anche Neil Patrick Harris nei panni di Henry Coltrane (un commerciante di Savile Row), Keeley Hawes e Shaun Dooley che impersonano rispettivamente Valerie e Clive Tozer, madre e padre di Ritchie. C’è anche Stephen Fry che impersona Arthur Garrison, un politico del partito Conservatore.

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Una serie ben accolta dalla critica

L’accoglienza della critica è stata molto buona, per non dire ottima.
Lucy Mangan su The Guardian ha definito It’s a Sin un capolavoro, dando alla serie il massimo (cinque stelle).

 

Jamie Tabberer del magazine Attitude ha parlato di It’s a Sin come una delle migliori serie gay mai realizzate. “Un viaggio potente, emozionante, divertente e istruttivo [...], con un cast impeccabile [...] e una regia cinematografica brillante”, ha affermato Tabberer.

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