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Fate The Winx Saga, 5 differenze con il cartone the Winx Club: ecco cosa cambia

Serie TV

Camilla Sernagiotto

Ecco cosa cambia dalla serie tv che ha appena debuttato su Netflix al celebre cartoon ambientato nel mondo fatato. Rispetto all’originale rivolto ai bambini, chiaramente le dissonanze ci sono. Scopriamole tutte quante

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Fate The Winx Saga, la serie tv che ha appena debuttato su Netflix, si ispira al mondo fatato che ha ipnotizzato (per non dire stregato) generazioni di giovanissimi e anche di meno giovani: dai bambini ai teenager, i fan sfegatati di Bloom e compagnia bella sono stati parecchi, ossia tutti quelli che hanno amato il cartoon Winx Club.

 

E ora probabilmente diventeranno ancora di più: la serie tv che ha esordito ieri su Netflix, Fate The Winx Saga, si ispira proprio al mitico cartone animato e quindi, andando a stuzzicare un altro tipo di target, aumenterà il numero di "tesserati al club delle Winx", si fa per dire.

Diciamo però che si ispira “liberamente”, nel senso che non adatta precisamente tutto quanto ma rivela alcune differenze sostanziali.

 

Sia il cartoon sia lo show televisivo (di genere young adult drama) sono una produzione italo-britannica, creata dal celebre regista, produttore televisivo e cinematografico italiano Iginio Straffi (in veste di produttore pure per la serie Netflix).

 

La trasposizione dal cartone animato allo show televisivo ha dovuto modificare 5 aspetti relativi alle Winx, per meglio adattarsi al nuovo pubblico a cui è rivolta la serie.

Ecco le 5 differenze più importanti tra la serie Fate The Winx Saga e il cartone Winx Club. Ovviamente non ci sono più le ali ma quello è abbastanza ovvio… Lo dice comunque anche Stella nella serie: “Mi aspettavo che ci fossero le ali”.

Il pubblico diverso: The Winx Saga è per gli “young adult”

Come accennavamo prima, The Winx Saga è una serie che si inserisce in quel genere chiamato young adult drama.
Il target non è quindi più quello di età anagrafica molto bassa, ossia bambini e ragazzi giovanissimi. Mentre il cartone animato si rivolgeva soprattutto agli under 12, The Winx Saga è per ragazzi ma anche adulti che amano le avventure di matrice un po’ magica.

 

Il live-action si ispira alle gesta originali di Bloom, Stella, Aisha, Flora (che nella serie è diventata Terra) e Musa ma le propone in chiave più seria, pensando a un pubblico decisamente più maturo.

 

Benché le protagoniste di Winx Club fossero già ben differenti dallo stereotipo dei personaggi femminili dei cartoon infantili (con look e acconciature molto più da adulti insomma), nella trasposizione della serie televisiva c’è un ulteriore step verso la maturità. I personaggi della versione live sono delineati come teenager fatti e finiti, ergo fumano, bevono, hanno esperienze sessuali e via dicendo... Non cose per bambini come quelle trattate dal cartoon, insomma.

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5 fate anziché 6: addio a Tecna

Una differenza che salta subito all’occhio è il numero delle fate protagoniste. Nel cartone erano 6 mentre nella serie tv sono diventate 5. A essere stata “sacrificata” è Tecna, la fata della tecnologia.

 

Anche i ruoli di alcune delle fate rimaste variano leggermente: Musa (interpretata da Elisha Applebaum) è diventata la fata delle emozioni mentre “di là” era quella della musica; Flora, la fata della natura, è stata sostituita da Terra (interpretata da Eliot Salt).

E il personaggio di Aisha (Precious Mustapha)? Arrivava dopo nel cartoon, invece qui la troviamo fin da subito.

 

Stella (Hannah van der Westhuyen) c’è ancora ma è diventata più adulta, con un maggior numero di sfaccettature e una tipologia di “problemi” legati alla fase adolescenziale  che la sua versione animata non aveva.

 

Bloom (Abigail Cowen) rimane ancora la protagonista principale e la sua storia è sostanzialmente uguale a quella del cartone: ha vissuto nel mondo degli umani per sedici anni ignorando la sua vera natura. Però pure per lei cambiano alcune cose: non è più la “perfettina” impeccabile Bloom che conoscevamo nel cartoon ma si arricchisce di uno spessore notevole. Non quindi un personaggio lineare (come quello che un cartoon per bambini deve avere, per essere meglio recepito dal pubblico infantile) ma una “maschera” molto più realistica in chiave umana. Una fata in carne e ossa, quindi, sia dentro sia fuor di metafora.

 

Per quanto riguarda gli specialisti, abbiamo ancora Sky (Danny Griffin) e Riven (Freddie Thorp) ma nella serie c’è la new entry di Dane (Theo Graham).

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I cattivi sono cattivi davvero

I “Burned Ones”, i Bruciati, sono villain a tutti gli effetti.

 

Mostruosi e pericolosissimi, hanno intenzioni pessime nel senso che il loro fine è quello di uccidere. Chiaramente in un cartone animato per bambini non potevano esserci degli antagonisti descritti in maniera così cruenta, invece le atmosfere dark della serie tv accolgono a braccia aperte questi personaggi da brivido.

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Nella serie i personaggi hanno più sfaccettature

Nel cartone le problematiche di stampo adolescenziale erano solamente un contorno perché quello che contava erano le avventure e le lotte per salvare la dimensione fatata.

In The Winx Saga, invece, i problemi da teenager diventano a dir poco centrali e vengono trattati in una maniera molto più attuale e accattivante.

E come accennavamo prima, perfino Bloom (che nel cartoon era perfetta in tutto e per tutto) si è tramutata in un personaggio più realistico, ricco di sfaccettature e problemi.

 

Dalle questioni di body positive (che toccano ad esempio il personaggio di Terra) ai legami conflittuali con i genitori tipici dei ragazzi, nella serie c’è molto più realismo, attualità e temi scottanti di oggi.

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Ci sono meno etnie diverse

Il cartone animato era caratterizzato da etnie differenti, ad esempio Musa era di origini asiatiche e Flora presentava tratti somatici latini.

 

Fate The Winx Saga sceglie invece personaggi soprattutto occidentali, tranne Aisha che è interpretata dall’attrice di rovini afroamericane Precious Mustapha. Questa differenza non è passata inosservata, anzi: ha attirato non poche critiche.

 

Come riporta l'Independent e tanti altri tabloid, infatti, la serie è stata accusata di "whitewashing" rispetto al cartoon originale.

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