Romulus, la recensione del finale della serie tv di Matteo Rovere

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Linda Avolio

Leggi la recensione del nono e del decimo episodio di ROMULUS, la serie tv creata da Matteo Rovere, un suggestivo viaggio nel passato e una coinvolgente rivisitazione del mito di fondazione della città di Roma (disponibile on demand e in streaming su NOW TV). ** ATTENZIONE: SPOILER **

Romulus, cos'è successo nel nono episodio

Il penultimo episodio di Romulus comincia esattamente dov’era finito l’ottavo, con Yemos sul carro che lo sta portando ad Alba. Purtroppo per Spurius, però, a causa della pioggia e del fango il convoglio si ribalta. Nella concitazione generale, il principe fuggiasco ora votato a Rumia riesce a uscire e a fare fuori le guardie. Poi, deciso a vendicare la Lupa e i fratelli trucidati, è la volta del re di Velia, che finisce trafitto da parte a parte da uno spuntone di ferro del carro. Non è però ancora finita: per ringraziare la dea, Yemos strappa il cuore dal petto al suo nemico e lo mangia, e intanto rivede la sua bestiale seconda madre, che ora e per sempre sarà parte di lui.

A Gabi, Silvia pulisce le ferite di Wiros e gli racconta la storia della scrofa bianca e dei suoi trenta cuccioli: è grazie a questo segno divino che i Trenta decisero di smetterla di farsi la guerra l’uno con l’altro e di farsi guidare da Alba. E’ così che diventarono fratelli. La figlia di Numitor è sicura: la volontà degli dei riporterà Yemos sul trono, ma intanto una cospicua parte dei re della Lega Latina è arrivata, e convincerli non sarà facile. E’ di nuovo Silvia a prendere la parola e a spiegare la situazione, ma loro mettono subito le cose in chiaro: non si fidano dei seguaci di Rumia e di quella terribile dea straniera. E poi non possono sostenere un fratricida. Wiros interviene e racconta la verità: è stato Amulius a uccidere Enitos, e a dirglielo è stato proprio Yemos. Numitor garantisce per i figli della Signora dei Lupi, ma la situazione è alquanto precaria.

 

Amulius, intanto, comincia a essere seriamente preoccupato: perché gli dei hanno permesso a Numitor e ai suoi alleati di prendere Gabi? Ha bisogno di un segno, così chiede agli aruspici di preparare gli uccelli sacri, ma la mattina successiva gli animali sono tutti inspiegabilmente morti. Per il sacerdote è tutto chiarissimo: gli dei non vogliono rispondere alle sue domande…e lui si sente abbandonato. Ilia sente che c’è qualcosa che non va, ma non riesce a spiegarsi cosa. In tutta risposta, suo padre se la prende con lei, dicendole chiaramente di non avere bisogno dei suoi tentennamenti. In preda ai dubbi, la giovane torna alla caverna di Attus nella speranza di ricevere una visione dal dio, perché ora l’ha capito: non era pronta. Il fabbro del Signore delle Battaglie, però, la manda via: lei non è figlia di Marte, ma è comunque figlia di un re, e deve chiedere aiuto a chi davvero la ama.

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Andrea Arcangeli, le foto più belle del protagonista di Romulus

Yemos raggiunge Gabi, e la prima persona che incontra è proprio Wiros. I due finalmente si riabbracciano, ma il principe fuggiasco porta brutte notizie: la Lupa e gli altri fratelli catturati da Spurius sono stati uccisi. Lui, però, li ha già vendicati. Sua madre rimane scioccata nel vederlo così, vestito di ossa e di pelli, coi capelli acconciati secondo le usanze dei ruminales e con quel simbolo sul petto…ma quello è pur sempre suo figlio, e in pochi secondi il dubbio lascia spazio alla gioia. Al nonno e alla madre Yemos confessa di essersi votato a Rumia: è stata lei a salvarlo. Quando va a parlare col branco chiarisce di non voler prendere il posto di Wiros, il loro nuovo re: vuole soltanto che sia chiaro che, quando sarà il re di tutti, loro avranno quanto promesso. La sua città sarà la loro città.

 

Numitor e Silvia, però, sono giustamente preoccupati: i Trenta potrebbero decidere di non seguire un re che parla di una dea straniera. Yemos, peraltro, non fa mistero del suo disprezzo per quegli uomini che non gli hanno neanche dato il beneficio del dubbio. E’ suo madre a farlo riflettere: nessuno combatte per chi lo disprezza, motivo per cui lui dovrà essere superiore a tutto questo. L’incontro con i sedici sovrani giunti a Gabi non parte bene, e a quel punto Yemos decide di non imporre la sua presenza. Purtroppo da sua madre giungono cattive notizie...

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Ivana Lotito: da Azzurra di Gomorra a Gala di Romulus. FOTO

Intanto Amulius a notte inoltrata riceve una visita alquanto particolare: un negromante è venuto a trovarlo per portarlo a parlare con i morti, visto che gli dei hanno optato per il silenzio. Il Re dei Re accetta, e si ritrova a inoltrarsi in una caverna dove gli sembra di vedere i defunti. Forse lì troverà le risposte che cerca? Nel frattempo, Ilia, che non sa più chi è, ha un incubo. Vede una serie di soldati col volto coperto da maschere. Una volta smascherati, gli uomini sono sporchi di sangue. Ce n’è però uno che cattura la sua attenzione: si tratta di Enitos, che le chiede disperato “Perché mi hai dimenticato? Avevi promesso di vendicarmi, avevi promesso!”

 

Raggiunto il fondo della grotta, Amulius vede delle incisioni sulla parete. E’ ai morti che fa la sua confessione: non avrebbe mai ucciso Enitos se non fosse stato ingannato dagli dei, dunque ora non può ritrovarsi impuro per questo! Poi, però, prosegue, e rivela qualcosa di terribile: odiava suo fratello, e voleva diventare re a ogni costo. E’ per questo motivo che ha ucciso. Ilia lo raggiunge poco dopo, non sente le sue parole rivelatorie. Quando il padre le dice di essere in preda allo sconforto perché gli dei non sono più con loro, lei ribatte che ciò non può essere vero. D’altronde non sono stati forse gli dei, Marte per la precisione, a salvarla? A quel punto Amulius non può più stare zitto: non è stato il Signore delle Battaglie, è stato lui. Ecco spiegato il motivo di quel silenzio: gli dei sono offesi per quell’inganno. Ma Ilia lo sorprende: ha violato il volere dei, sfidandoli, per lei, e se adesso loro hanno deciso di tacere, beh, ne faranno a meno. Ormai niente può spaventarli. Andranno avanti e faranno ciò che è giusto: uccideranno Yemos.

 

Wiros è in crisi: è finito tutto ancora prima che cominciasse. Ha deluso il suo popolo. Yemos, però, lo invita a provare a convincere i re latini, perché se c’è qualcuno che può riuscirci, beh, questo qualcuno è lui. L’ex schiavo di Velia inizialmente è dubbioso, ma poi ha un’illuminazione e chiede all’amico di seguirlo in un posto. La mattina successiva, i Trenta si riuniscono davanti alla capanna del principe di Alba per ammirare il segno degli dei: una scrofa con trenta maialini. Intanto il Re dei Re fa un inquietante discorso di incoraggiamento ai suoi soldati: non lasceranno mai Alba da vivi, e se Yemos e i suoi seguaci proveranno a entrare si troveranno di fronte un muro di cadaveri. “Marte è al nostro fianco!” urlano Amulius e Ilia, ben consapevoli della loro menzogna.

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Marianna Fontana, le foto più belle della protagonista di Romulus

Romulus, cos'è successo nel decimo episodio

E’ dunque tempo di andare in battaglia. All’esterno delle fortificazioni che proteggono Alba, Yemos urla ad Amulius di consegnargli la città, altrimenti al sorgere del sole del giorno seguente si presenterà con cinquecento uomini. Il Re dei Re traditore, dal canto suo, si ritrova a confessare l’omicidio di Enitos e l’innocenza del suo gemello a un aruspice che ha fatto l’errore di chiedergli di evitare un’ecatombe e che, “colpevole” di sapere la verità, si ritrova col cranio fracassato.

 

La sera, davanti al fuoco, Wiros rassicura i suoi compagni, specialmente Herenneis, Deftri e Tarinkri: Yemos manterrà le promesse fatte. Il relativo silenzio viene però improvvisamente squarciato dall’urlo di Ilia, che si presenta da sola e che pretende di combattere contro il suo nemico. Nonostante il parere contrario di sua madre, il principe di Alba accetta la sfida: farà tutto ciò che potrà per evitare la guerra. L’ex vestale si dimostra più abile del previsto con la spada, ma alla fine è il nipote di Numitor ad avere la meglio: potrebbe ucciderla, ma non lo farà. Ciò che interessa a Yemos, d’altronde, è che si sappia la verità: non è stato lui a compiere quel terribile gesto, è stato suo padre.

 

Ilia, comprensibilmente scioccata, va dal genitore. Pretende delle risposte, e ottiene una confessione: sì, è stato lui ad ammazzare Enitos. Ormai è tardi per provare vergogna: ora è tempo di provare paura, perché sangue chiama sempre altro sangue, e per lei finalmente è arrivato il momento di vendicare la morte del suo amato. Giustizia è fatta. La mattina successiva, Ilia – con le mani ancora sporche e col cadavere del padre ancora fumante – consegna la città a Yemos, il legittimo sovrano. 

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Romulus, il cast: chi è Francesco Di Napoli, l'interprete di Wiros

Dopo aver sottoposto al rituale di purificazione la dimora regale e il nuovo Re dei Re, ora vestito di tutto punto come un latino, è tempo di guardare al futuro prossimo. Yemos incontra Wiros e Lausus per fare il punto della situazione. Poi chiede al figlio di Ertas di ascoltare Ilia, che gli chiede perdono. E il perdono arriva: Lausus non porterà rancore verso chi ha ucciso per colpa di un inganno. I Trenta, però, sono in fermento: non possono accettare i ruminales e Rumia, perché quella dea è una belva, e se entrerà in città porterà solo morte e distruzione. Yemos promette che verrà sacrificato un toro per celebrare Giove padre, ma resta fermo su un punto: Alba verrà consacrata alla Signora dei Lupi, che l’ha salvato in più occasioni.

 

Il malcontento non si limita al salone del trono: anche i ruminales – costretti a restare al di fuori delle fortificazioni insieme agli altri – sono irritati. Wiros li invita ad avere pazienza: le promesse verranno onorate. Herenneis dice di non voler aspettare, ma viene subito rimesso al suo posto dal suo re: aspetterà, e gli consegnerà la sua spada. Nonostante la situazione sia delicata, Deftri rinnova la sua fiducia in Wiros: sarà anche cresciuto coi latini, ma lui ha il loro sangue.

 

Intanto Silvia cerca di far ragionare il figlio, che non può permettersi uno scontro diretto con i Trenta. Lui non vuole saperne di ritrattare, perché Wiros ora è suo fratello, ma la madre gli ricorda che suo fratello era Enitos. Ed è proprio presso la tomba di Enitos che il nuovo re di Alba si ritrova a riflettere. C’è anche Ilia, che ormai non ha più niente: né una famiglia, né un amore, né una vocazione. Lui però non è d’accordo: è stata lei a salvare la città facendo ciò che era giusto. L’altra lo guarda con un misto di tristezza e compassione: ad Alba non ci sarà mai giustizia, meglio accontentarsi di aver portato almeno la pace.

 

Wiros viene chiamato da Silvia, che, tramite la metafora dell’olio e dell’aceto che non si mischiano, gli dice ciò che suo figlio non riuscirà mai a dirgli. Se tiene a Yemos è bene che i ruminales se ne vadano. Come ricompensa per questa gravosa richiesta, lui potrà invece restare, e sarà consigliere e capo dell’esercito. Ma gli altri devono tornare nel bosco, che non verrà mai invaso. Wiros non la prende per niente bene e va a parlare con l’amico: consacrerà o no la città a Rumia? Yemos gli propone un accordo, ma l’altro le mette di fronte a un aut aut: o è con lui, oppure è contro di lui. Tornato al campo, il re dei figli della Signora dei Lupi restituisce a Herenneis la sua spada: meglio tenersi pronti.

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Romulus, il cast e i personaggi della serie tv. FOTO

Il giorno successivo, Yemos spiazza tutti. Ha capito che il fato è stato compiuto, e che tutto ciò che è successo – la siccità, l’allontanamento di Numitor, la morte di Enitos, la sua fuga, l’incontro con Wiros e con i ruminales – è successo perché lui doveva arrivare lì, doveva capire che Alba non è più la sua città. La volontà degli dei gli è chiarissima, non è lì che dovrà regnare, ma in una terra irrigata dal sangue della Lupa e degli altri del branco, una terra rimasta senza Re: Velia. Regnerà insieme a suo fratello Wiros, e in quella città ci sarà posto anche per chi ha sbagliato e per chi vuole pace senza rinunciare alla giustizia. Wiros accetta e giura fedeltà a Yemos: la loro città accoglierà tutti gli dei, ma prenderà il suo nome dalla Signora dei Lupi. Si chiamerà Ruma.

 

Dopo aver consegnato il medaglione regale alla madre, Yemos si mette così in viaggio insieme a Wiros, ai ruminales, e ad altri, tra cui Ilia. Finalmente sulla Terra dei Trenta Re tornerà a regnare la pace. Non molto lontano da Alba, però, una figura incappucciata attraversa i campi arsi dal sole: si tratta di Amulius, che è stato graziato dalla figlia…

Romulus, il commento agli ultimi due episodi

Fine della corsa per Romulus: la serie tv creata da Matteo Rovere per Sky ci saluta (per sempre? sembrerebbe proprio di no…) con un episodio conclusivo che va a chiudere le varie linee narrative, ma che, allo stesso tempo, ne apre altre, dunque ci troviamo di fronte a un finale decisamente aperto che però riesce anche a dare un senso di chiusura, quantomeno temporanea. Ma andiamo con ordine.

 

Doveva ovviamente accadere, e infatti è accaduto: nel nono episodio assistiamo alla reunion tra Yemos e le persone che gli sono più care, cioè Wiros, sua madre, e suo nonno. Se il “fratello acquisito” lo accoglie a braccia aperte senza neanche stare a pensarci, Silvia e Numitor qualche riserva purtroppo ce l’hanno. E non perché non lo amino più o non credano al suo racconto in merito alla morte di Enitos, bensì per il fatto che lui non è più quello di prima. Ma non potrebbe essere altrimenti: Yemos è andato incontro a un vero proprio viaggio di ri-formazione e di trasformazione: è sempre lui, ma è anche qualcos’altro.

 

La tematica del cambiamento e della assoluta necessità di saperlo accettare è messa in scena più e più volte nel corso di quest’ultima coppia di episodi, ma viene spiegata in maniera inequivocabile nel dialogo tra Deftri e Wiros dopo il ritorno di Yemos. Lei non è così sicura di volere una città, tutto sommato la vita non bosco non le dispiaceva, ma lui le dice chiaramente che ciò che è stato è stato, e poiché non è possibile tornare indietro, allora l’unica cosa da fare è lasciarsi alle spalle il passato e, semplicemente, evolversi. D’altronde il personaggio di Francesco Di Napoli in questo è un vero e proprio esperto: da schiavo a luperco, da luperco a uomo libero ma pieno di paura, da uomo libero e terrorizzato a indomito figlio di Rumia, e infine a portavoce della volontà della Signora dei Lupi e a re del branco, Wiros è l’incarnazione vivente del modo di dire “fare di necessità virtù.”

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Romulus, Elisa canta "Shout" per la sigla della serie tv. VIDEO

Anche Ilia è cambiata per sempre, e anche lei non potrà tornare indietro. Le parole di Attus – “Tu non sei figlia di Marte…” – sono parole profetiche. Il personaggio di Marianna Fontana crede di non desiderare nient’altro che la vendetta, ma poi, di fronte al vero assassino di Enitos, suo padre, non riesce a mantenere la sua promessa, rinunciando alla giustizia, e, addirittura, scegliendo di rendersi complice di un traditore e di un assassino. Ilia mente sapendo di mentire, e poco importa che lo faccia per evitare ulteriore spargimento di sangue, perché anche questo è tradimento.

 

Un’altra tematica molto presente e che va per forza di cose a braccetto con quella del cambiamento è quella della scelta. A volte la vita ci mette di fronte a delle situazioni in cui una mediazione è impossibile, e lo sanno fin troppo bene i nostri tre giovani protagonisti. Wiros sceglie il suo popolo, col rischio di arrivare a scontrarsi con Yemos; Ilia sceglie di salvare suo padre e di mentire, diventando lei stessa ciò che finora aveva disprezzato; e Yemos alla fine sceglie di non rinnegare Rumia (e la Lupa) e di rinunciare al trono di Alba per regnare su un’altra città. Della serie: fare felici (quasi) tutti in fondo è possibile, ma qualcuno dovrà comunque fare un piccolo o grande sacrificio affinché ciò accada.

 

Veniamo infine all’ultimo grande tema portato in scena nel finale, cioè il “passaggio di consegne” dalla vecchia alla nuova generazione, tema esplicitato da Wiros nella scena in cui Lausus scopre che Ilia ha ucciso suo padre. “Qui siamo tutti orfani. I nostri padri non ci sono più, ora è il nostro tempo.” sono le sagge parole dell’ex schiavo di Velia, e il messaggio è chiarissimo: ora tocca a noi, ora dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre scelte, giuste o sbagliate che siano.

 

Molto interessante il personaggio di Vanessa Scalera, che nella seconda metà di stagione assume un ruolo sempre più importante. Figlia e madre di re, Silvia è una donna coraggiosa e assolutamente determinata, ma soprattutto è una donna che è cresciuta in un certo ambiente e che sa benissimo su cosa si reggono i delicati equilibri del potere. Se Wiros è un gran manipolatore (e lo diciamo in maniera neutra, senza alcun giudizio), lei non è certamente da meno, anzi. Vediamo questo aspetto del suo carattere specialmente nell’ultimo episodio, quando prima avvisa suo figlio – i Trenta devono rimanere uniti, e per fare ciò bisognerà prendere delle decisioni difficilissime ma necessarie –, e poi prova a convincere il personaggio di Francesco Di Napoli ad accettare la sua proposta durante la scena dell’olio e dell’aceto.

 

Non si può non chiudere il commento a questi due episodi conclusivi di Romulus senza spendere almeno qualche parola su Amulius, effettivamente un “cattivo dal cuore grande,” come definito dal suo interprete. Cuore grande nel senso che il personaggio dell’ottimo Sergio Romano è un uomo totalmente vittima delle sue passioni, delle sue emozioni e dei suoi sentimenti (e in questo c’è da dire che sua figlia è esattamente come lui). Bellissima la scena della “confessione” ai morti (straziante quel “Sono forse impuro per questo??” urlato tra le lacrime), e bellissima anche la successiva rivelazione a Ilia: è stato il suo amore per lei a spingerlo a sfidare gli dei. Amulius è forse il personaggio più complesso della serie, dunque non stupisce minimamente la decisione di lasciarlo in vita. Vedremo che ne sarà di lui.

 

NOTE SPARSE

  • Dopo la battaglia nel fiume tra i soldati di Velia e i Ruminales, nel nono e nel decimo episodio assistiamo nuovamente a due scontri, entrambi “notturni,” che lasciano col fiato sospeso. Ci riferiamo ovviamente a quello tra Yemos e Spurius (cogliamo l’occasione per salutare Massimiliano Rossi) e a quello tra Yemos e Ilia, entrambi ottimamente coreografati e realizzati. Sì, insomma, per dirla in parole povere: tanta roba!
  • “Puzzi come una capra, fratello!” e “Tu invece puzzi come dieci capre!” is the new “I love you, bro!”
  • In base a quanto rivelato da Amulius, Ilia è stata rinchiusa sottoterra per ben sei giorni.
  • Attus dice a Ilia “Il dio non ti parlerà, perché non conosce pietà o perdono.” Quando si dice essere coerenti.
  • Solo a noi Ilia che urla in protolatino ha ricordato Daenerys di Game of Thrones che incita gli Immacolati a uccidere tutti i padroni?
  • Marianna Fontana nella scena in cui Yemos le rivela che a uccidere Enitos è stato suo padre è semplicemente da brivido, ma in questi ultimi due episodi c’è da dire che anche Andrea Arcangeli e Francesco Di Napoli hanno dato veramente il massimo, e si vede, eccome se si vede! D’altronde non stupisce: tutti e tre gli interpreti sono cresciuti con i loro personaggi.
  • Nell’ultima parte del finale, Wiros dice che il nuovo nome della città su cui regneranno lui e Yemos riecheggerà sulla bocca dei popoli di tutto il mondo. Diciamo che ci ha azzeccato!
  • Qualcuno aveva veramente pensato che Amulius fosse morto, peraltro off screen? Basta avere un cadavere a disposizione (quello dell’aruspice in questo caso), e il gioco è fatto! Tra l’altro, avete notato dove si trova nell’ultimissima scena? Nella terra dei Sabini…
  • Se a qualcuno fosse sfuggito il rimando: Yemos e Wiros sono due fratelli che vengono salvati da una lupa e che si ritrovano a regnare su una città che prende il nome dalla Signora dei Lupi. Ergo: ROMULUS. Tutto chiaro? Nel dubbio, ecco cos’ha detto Matteo Rovere in merito, cliccate qui! 
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Romulus, la colonna sonora firmata dai Mokadelic è su Spotify

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