We Are Who We Are, la recensione del finale della serie tv

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Linda Avolio

Leggi la recensione degli ultimi due episodi della serie tv di Luca Guadagnino ambientata in una base militare Usa. Una storia di amicizia, di crescita, di accettazione di sé e degli altri. - ** ATTENZIONE: SPOILER **

We Are Who We Are, cos'è successo nel settimo episodio

Il settimo e penultimo episodio della serie tv di Luca Guadagnino parte esattamente dov’era finito il sesto: con Sarah che riceve una terribile notizia e che si precipita al centro operativo di comando. Tre soldati sono morti in Afghanistan in un’imboscata, un ordigno non rilevato dal robot. Tra questi c’è anche Craig… Per il colonnello Wilson è un momentaccio, ma bisogna mantenere la calma e la professionalità, specialmente in un caso come questo. Dopo essersi cambiata, dopo aver indossato l’uniforme da cerimonie, è tempo di dare il triste annuncio alla comunità. Ed è tempo di far partire le necessarie indagini. D’altronde, non è di certo colpa sua, purtroppo il loro lavoro è rischioso, e bisogna sempre mettere in conto gli imprevisti. Ad ogni modo, verrà fatta una degna celebrazione per ricordare questi tre eroi che hanno dato le loro giovanissime vite per la patria, questo è certo.

La mattina seguente, in tutta la base c’è una strana atmosfera. Caitlin, che non capisce come mai Sam continui a chiamarla, e Fraser chiacchierano del più e del meno (e, di nuovo, salta fuori la gelosia del secondo nei confronti della madre), poi vengono chiamati insieme a tutti gli altri studenti in palestra. Il preside non fa i nomi dei caduti, ma l’arrivo di Britney, in lacrime, e l’ennesima telefonata di Sam rendono tutto chiaro. Durante un gruppo d’ascolto in classe, Fraser si lascia scappare che le bare dei soldati sono in realtà piene di sassi, perché spesso i loro corpi non vengono interamente recuperati. In mensa, Caitlin lo riprende con uno schiaffo. Intanto Danny, sconvolto per la morte del suo migliore amico, esce dalla caserma per incontrarsi con Valentina, così giovane è già vedova. I due vanno in spiaggia, e, forse per cercare un po’ di consolazione, si baciano.

 

Mentre tolgono le decorazioni per il Giorno del Ringraziamento dal salone principale, Maggie e Jenny capiscono che la loro storia, qualsiasi cosa fosse, è giunta al termine. Jenny soffre molto, conosceva bene Craig, ed è convinta che in fondo sia un po’ colpa loro, dei “grandi:” non dovevano distrarsi, una distrazione può distruggere tutto. Maggie la pensa diversamente: erano soldati, sapevano cosa stavano andando a fare. L’altra, però, tra le lacrime, si lascia sfuggire che, in quanto madre, anche lei non può permettersi distrazioni…e che se lei avesse dei figli suoi lo capirebbe. Ahi.

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Ognuno reagisce in modo diverso al dolore. Danny è furibondo, continua a colpire un palo, Britney piange a dirotto, e Sam sente solo un’enorme tristezza. Alla cerimonia in ricordo dei caduti – cerimonia a cui Cait partecipa insieme a Fraser, pace fatta –, Sarah ringrazia i giovani soldati per il loro sacrificio, che, promette, non sarà vano. Richard bofonchia qualcosa, è in evidente disaccordo. A discorso concluso, ormai ubriaco, se la prende apertamente con il suo nuovo comandante: è colpa sua, è tutta colpa sua! Togliere i 90 giorni è stato un errore, un errore pagato a carissimo prezzo.

 

Dopo la morte del suo amico, Cait comincia a vedere Sarah con occhi diversi. Non sa più se fidarsi di lei. Lascia la cerimonia con Fraser, seguono gli altri, ma Sam dice con fermezza che “lui,” che non è mai stato uno di loro, non lo vuole, perché è tutta colpa di sua madre. Fraser capisce, e dice all’amica di andare senza problemi. I ragazzi tornano sul “luogo del delitto,” la villa dei russi con piscina, e lì fanno la loro personalissima cerimonia in ricordo di Craig. Bevono, si fanno di cocaina e altre sostanze, e spaccano tutto, come se distruggere una casa potesse lenire il loro dolore. Valentina, sotto la pioggia, piange il suo amato. Cait si lascia baciare da Sam, che non è mai stato così solo, ma l’improvvisa follia di Danny, che sta avendo delle allucinazioni, mette tutti in allarme.

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We Are Who We Are, i protagonisti della serie: Fraser e Caitlin. VIDEO

Nel frattempo, Fraser va a trovare Jonathan a casa sua con la scusa dell’ultimo libro letto, ma lo trova in mutande insieme a Marta, anche lei in intimo. E’ evidente: sono una coppia. Per un momento il giovane alieno biondo ingoia la delusione e prende in considerazione l’idea di lasciarsi coinvolgere in una cosa a tre, tanta è l’attrazione per il bel maggiore, ma poi scappa. A casa afferra una bottiglia e si ubriaca fino a stare male. Alle sue madri, che lo trovano a terra, chiede chi era suo padre, vuole saperlo, pretende di saperlo. E’ Maggie ad avere pietà a dargli un contentino: era un meccanico, lavorava sugli aerei. Fraser si lascia abbracciare da lei…e intanto Sarah – che non voleva che suo figlio si affezionasse a un fantasma, o quantomeno questo è ciò che racconta a sé stessa – si sente sempre più distante…e abbandonata…

 

Anche Richard è completamente sbronzo. A casa, dopo aver chiesto dov’è Cait (solo Cait, non Danny), confessa a Jenny di non avere mai smesso di amarla. Ripigliatosi dalla sbornia in tempo record, Fraser riceve un messaggio d’aiuto da Caitlin. Sono lui, Maggie e Sarah ad accorrere alla villa per recuperare lei e Danny. Sulla porta di casa Poythress, mentre Jenny si scusa per quanto successo, Sarah le suggerisce che in questo momento bisogna “rinsaldare la famiglia.” Ha capito. In camera da letto, prima di coricarsi, dice a Maggie di mettere la parola fine a quella liason. Ma quella liason, che “non è stato niente,” proprio come tutte le altre, è già finita. Forse dovrebbero trasferirsi in città, suggerisce Sarah, ma sua moglie non ha dubbi: è Richard a doversene andare, è ora di ricollocarlo. E poi Caitlin non fa bene a Fraser.

 

Mentre le due anime gemelle si guardano via webcam prima di addormentarsi, Danny va in garage…e finalmente prega in arabo. Ha imparato le parole, le preghiere. Per il suo amico, e per sé stesso.

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We Are Who We Are, il cast e i personaggi: generazioni a confronto

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Siamo ormai a dicembre. Caitlin torna a casa con quattro cartoni di pizza (una nota catena americana, si lamenta Danny, almeno potevano mangiare un’ultima pizza italiana!), e dagli scatoloni si capisce che i Poythress stanno per andarsene. Prima Chicago, poi probabilmente Okinawa. Dunque alla fine Sarah ha seguito il suggerimento di Maggie. Britney va a trovare la sua migliore amica. Sdraiate insieme sotto il piumone, la bacia, e le confessa di averla sempre amata, anzi, di aver amato solo lei. Cait rimane un po’ basita (come buona parte degli spettatori, presumibilmente!): Britney le piace, ma come amica. Si rivedranno, questo è certo. E di certo c’è anche che i rapporti con Fraser, almeno ufficialmente, si sono un po’ raffreddati. Ma basta l’invito dell’alieno biondo a presentarsi al check point per farli riavvicinare: è tempo di andare al concerto di Blood Orange a Bologna!

 

I due prendono il treno per Rovigo, e intanto, fronte contro fronte, ripassano Time Will Tell, il loro pezzo preferito. Sul secondo treno, il regionale per Bologna, Cait si chiude in bagno per fasciarsi il seno e farsi la barba finta, ma il capotreno si avvicina, e loro sono senza biglietto. Saltano giù alla prima stazione buona, appena in tempo, ma sono ancora lontani. Lungo la via chiacchierano, e Fraser ammette il suo odio per la madre: ogni volta che trova qualcuno che gli piace, lei glielo porta via. Addirittura non ha mai conosciuto suo padre per colpa sua. La detesta. Cait gli chiede se è andata così anche con Mark…ma Mark, racconta Fraser non senza una discreta quantità di imbarazzo, non è reale, non è mai esistito. E’ stato solo una necessaria fantasia.

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We Are Who We Are, tutti i personaggi del cast della serie tv. FOTO

Per Caitlin non è un problema: Mark non esiste, Harper non esiste, Craig non esiste, forse non esiste niente, neanche loro due. Niente ha senso, e allo stesso tempo tutto ha senso, dunque, è la loro conclusione logica, “VAFFANC*LO!!” Sono dei ragazzi conosciuti presso un benzinaio ad aiutarli: anche loro stanno andando al concerto, possono saltare in macchina. Fraser fa amicizia con Luca, un ragazzino “fattone” che, come lui, ama la moda…e Cait è un po’ gelosa…

 

Al locale, Fraser si lancia in mezzo alla folla col suo nuovo amico, mentre Cait preferisce restare vicina al bancone. Lì viene notata da una bartender che ci prova spudoratamente con lei, ma lei non coglie. Nonostante ciò, a concerto finito la barista la porta in camerino e le fa conoscere di persona Devonté Hynes, AKA Blood Orange. Parte l’inevitabile selfie, ma poi è tempo di tornare sul palco per Time Will Tell, che, guarda caso, è il pezzo preferito di Cait.

 

Mentre Fraser perde la testa sotto il palco, è veramente euforico, Harper/Caitlin si lascia baciare dalla barista intraprendente, che le chiede se è transgender. “Credo di sì,” è la sua risposta, ma qualcosa la mette a disagio, così si alza, va in bagno, si toglie la barba finta, ed esce. Manda un messaggio all’amico: è tardi, devono andare, altrimenti perderanno il treno. L’altro, però, non le risponde…così lei si incammina da sola verso la stazione.

 

Fraser, ancora estatico, è impegnato con ragazzino "fattone." Insieme a lui vaga per la città, addirittura parte un bacio un po’ improvvisato. Arrivano fino in fondo al Portico di San Luca, 666 archi, fino all’Arco del Meloncello. Lì l’alieno biondo ha un’illuminazione. Dopo una folle corsa arriva in stazione, e riesce a recuperare l’amica, già sul treno, appena in tempo. La porta in quel luogo stupendo, e una volta lì, senza bisogno di parole, la bacia. Sono ancora loro, sono sempre loro. Si sono trovati, si sono conosciuti e riconosciuti, e in un certo senso non si lasceranno mai.

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We Are Who We Are, il commento al finale

E’ un finale un po’ sospeso quello di We Are Who We Are, un finale che, di fatto, è in realtà la fotografia di un particolare momento, perché ciò che conta è “right here, right now” (ndr, qui e ora), e il futuro sarà quel che sarà. Il settimo e penultimo episodio si apre con la notizia della morte di Craig, notizia che non può non avere ripercussioni un po’ su tutti, sia su chi lo conosceva bene, sia su chi, in un certo senso, è stato responsabile della sua triste fine. Ci riferiamo ovviamente a Sarah, ancora ostinatamente convinta di non aver preso una decisione sbagliata.

 

Terminare l’addestramento prima del tempo è veramente stato un errore, come pensano Richard e altri? E’ difficile dirlo, in fondo un incidente del genere sarebbe potuto capitare anche in circostanze diverse, anche dopo i fatidici 90 giorni, ma di fronte alla morte ognuno reagisce in modo diverso. Qualcuno prova a trovare un senso, qualcuno prova a trovare un colpevole, qualcun altro ancora semplicemente prende atto di quanto accaduto.

 

Il personaggio di Sarah non ne esce benissimo. Il suo bisogno di controllo, il suo bisogno di decidere anche per gli altri, le si ritorce comunque contro nella sfera privata: suo figlio la odia (perché non ha mai potuto conoscere suo padre, perché ha visto solo tre volte suo nonno, perché lei gli porta sempre via le persone a cui lui si affeziona), e sua moglie nel corso degli anni si è concessa numerose storielle, l’ultima delle quali con Jenny. Eppure il loro matrimonio, nonostante degli evidenti problemi, è solido…così solido che Sarah, alla fine, sceglie di ascoltare il suggerimento di Maggie e di risolvere il problema alla radice allontanando Richard e la sua famiglia.

 

Tutti in questo episodio perdono qualcosa – chi un amico, chi un fratello, chi un collega, chi un’amante, chi l’idea di un amore che non sarà mai –, e non potrebbe essere altrimenti, perché è anche attraverso la perdita che si è costretti ad aprire gli occhi e a crescere. Per gli adulti ovviamente rimettersi in discussione è più difficile, addirittura secondo la serie è praticamente impossibile. Si salvano i ragazzi, gli adolescenti, che ancora hanno la potenzialità per essere qualsiasi cosa decideranno. Il futuro appartiene a loro, ma anche il presente.

 

L’ultimo episodio, interamente dedicato a Caitlin e a Fraser, a queste due anime sperdute che si sono trovate per puro caso, che si sono capite a vicenda, che si sono accettate, e che infine si sono scelte. Quel bacio finale non è solamente un bacio romantico, anzi, racchiude in sé tutto ciò che i personaggi di Jordan Kristine Seamon e Jack Dylan Fraser – le vere star di We Are Who We Are nonostante la giovanissima età – provano l’uno per l’altro e che è difficile, se non impossibile, esprimere a parole.

Sappiamo già che, una volta tornati alla Caserma Pialati, dovranno dirsi addio, se non per sempre quantomeno per alcuni anni, e non è detto che, una volta maggiorenni, si ritroveranno. Ma qualcosa ci dice che, in un modo o nell’altro, nel futuro di Caitlin Fraser ci sarà, e viceversa.

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