We Are Who We Are, la recensione del quinto e del sesto episodio della serie tv

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Linda Avolio

Leggi la recensione del quinto e del sesto episodio di We Are Who We Are. Il gran finale, episodi 7 e 8, andrà in onda venerdì 30 ottobre (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - ** ATTENZIONE: SPOILER **

We Are Who We Are, cos'è successo nel quinto episodio

Il quinto episodio di We Are Who We Are fa un salto temporale in avanti di svariate settimane. Siamo ormai in autunno, e la mattina presto è ancora buio. Mentre Cait si prepara per la scuola, Richard – esaltato per l’arrivo del nuovo pick-up – si lamenta perché Danny è ancora a letto. Intanto, a casa Wilson Fraser continua a ignorare sua madre: non vuole proprio parlarle. Maggie dà buca a Sarah: non potrà essere al suo fianco per ricevere la delegazione italiana perché deve andare con Jenny ad accogliere dei nuovi arrivati. In realtà Danny non è a letto: probabilmente è stato fuori tutta la notte. A coprirlo è sua sorella, che però sguscia via saltando la colazione. Deve incontrarsi con la madre di Fraser, che la porta a sparare. Sarah vede del potenziale in quella ragazzina.

Maggie e Jenny portano una coppia di soldati a visitare un appartamento…intanto loro si chiudono in un altro e fanno l’amore. Più tardi, presso il piccolo centro commerciale della caserma, Jenny racconta a Maggie di aver conosciuto Richard quando questi era di stanza in Nigeria. Danny (il suo vero nome è un altro) era già con lei. Lui le aveva assicurato che l’avrebbe trattato come se fosse stato suo…cosa che purtroppo non è successa. E’ stata costretta a lasciare il paese dopo la condanna a morte della zia, amica di due donne “in quel modo” (omosessuali) e pertanto complice. Ma Jenny ci tiene a precisarlo…lei non è…non riesce a finire la frase. Sopraggiunge suo figlio, in compagnia di Valentina...

 

A scuola, Fraser trova in bacheca un annuncio: Giulia sta cercando Harper! Cait inizialmente neanche si ricorda di essersi presentata con quel nome, ma poi continua a pensare a quel messaggio. Dopo un salto in biblioteca – dove ovviamente incontra il bel maggiore Jonathan, che gli consiglia l’ennesimo libro queer, Le benevole, di Jonathan Littel – Fraser si vede con l’amica al centro commerciale. Lì lei, notando un soldato dal barbiere, ha una sorta di illuminazione. Arrivano Britney e Sam, che ora a quanto pare stanno insieme. “L’ho sempre amato…” dice Britney a all’amica, quasi per giustificarsi, ma lei non si scompone. Semplicemente se ne va.

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We Are Who We Are, i protagonisti della serie: Fraser e Caitlin. VIDEO

L’auto nuova di Richard è arrivata, ma la festa dura poco. Il colonnello viene convocato in mensa da Sarah, che prima ribadisce che sotto di lei molte cose dovranno cambiare, e che poi lo obbliga a scusarsi per alcuni atti vandalici, tra cui la rissa avvenuta a Chioggia in pizzeria dopo la parata. Poythress si difende: quegli italiani stavano offendendo la sua patria! L’altra, però, non vuole sentire ragioni, e alla fine Richard, seppure a denti stretti, si scusa.

 

Cait confessa a Fraser di aver scritto a Giulia. “Non sei pronta!” è la risposta dell’amico, ma ormai è fatta. Prova a farsi dei baffi finti con dei capelli tagliuzzati, ma ha bisogno d’aiuto. Questo è un cliché allo stato puro secondo un delusissimo Fraser: essere uomini non è solo un fatto di esteriorità o di ruoli di genere, e questo non è ciò che lui aveva immaginato per lei. A Caitlin però non interessa: lei esiste anche al di fuori della sua mente. I vestiti ci sono, i baffetti anche…ma qualcosa stona: i capelli. Decide così di rasarsi quasi a zero con la macchinetta del padre. Fraser è al suo fianco in questo euforico momento fondamentale della sua nuova vita. Ora sì che è pronta per incontrare Giulia! A casa Wilson, Sarah dice alla consorte che secondo lei Richard e Jenny sono troppo “basic” (sempliciotti) per la figlia. Maggie si sente punta nel vivo: anche lei è basic? “Tu sei mia moglie!” ribatte l’altra, e poi le due fanno sesso sul divano. Ma Maggie è un po’ a disagio.

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We Are Who We Are, dove è ambientata la serie tv. VIDEO

In giardino, Danny, furioso col mondo intero, avvisa sua madre: “quelle donne” non sono brave persone. Chiede informazioni su suo padre: era mussulmano? “Tuo padre, Richard, è cristiano!” è la risposta di Jenny. In garage, Richard, ancora scosso per l’offesa subita quel pomeriggio, la bacia e praticamente la costringe a fare sesso, peraltro usando, per la prima volta dopo 16 anni, il suo nome nigeriano, Lubabah. Lei piange, non vuole essere chiamata così, poi lo rimprovera per il suo non rapporto con Danny. Ma Richard non capisce: non gli ha mai fatto mancare nulla, cosa potrebbe fare di più?

 

Fraser va al cinema da solo, ma lì incontra Jonathan, che dopo aver salutato un’amica lo invita a sedersi vicino a lui. A proiezione finita, i due chiacchierano in strada e approfondiscono la loro conoscenza. Il giovane alieno biondo è al settimo cielo. Tornato a casa, a smorzargli l’umore ci pensa sua madre, che gli dice che per Natale potrebbero tornare a New York. Ma lui ancora non le parla: solo messaggi. Mentre i coniugi Poythress litigano – Richard ha trovato i capelli di Cait nel cestino, una vera e propria offesa a lui e alla sua autorità! –, Danny, cuffie in testa, prova a recitare una preghiera in arabo, ma non riesce a seguire il video e a pronunciare bene le parole. La sua frustrazione è alle stelle.

 

L’appuntamento di Caitlin è andato bene fino al momento in cui Giulia le ha confessato di aver sempre saputo che è una ragazza. Tornata a casa, la nostra si becca una sonora lavata di capo dal padre, che è sicuro che sia stato Fraser ad avere la scellerata idea di farla rasare. Lei non ribatte, neanche quando lui urla e pretende spiegazioni. Ferita, scoppia a piangere. Lo abbraccia e gli dice solo “Papà…” Richard è ancora arrabbiato, ma non può fare a meno di ricambiare l’abbraccio e cercare di consolarla: quella è pur sempre la sua bambina.

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We Are Who We Are, cos'è successo nel sesto episodio

Cait si è tagliata i capelli, e solo adesso suo padre si accorge di quanto piccola sia la testa della “sua bambina.” Sempre più a suo agio con abiti neutri e larghi, durante l’ora di educazione fisica si ammazza di addominali e flessioni, poi, ovviamente con Fraser, discute di quale sia il modo migliore per suicidarsi. Kids, right? In mensa, giura che non bacerà mai più nessuno, poi rassicura Britney: sì, sono ancora amiche, la chiamerà. Poiché è in punizione “per il resto della vita” quel weekend lo passerà col padre. Boring.

 

Fraser va a ritirare qualcosa in posta. Si tratta di un libro – 27: A History of the 27 Club Through the Lives of Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, and Amy Winehouse di Howard Sounes, con tanto di dedica, “C’è ancora tempo (per diventare una rockstar)” –, un regalo per il bel maggiore Jonathan. Con la scusa di andare a parlare con sua madre, impegnata in una riunione sul comportamento delle truppe fuori dalla base, glielo lascia sulla scrivania, ma Sarah, uscita dal meeting per incontrarlo, si accorge di questo cadeau nascosto sotto dei documenti. Fraser, che ora le parla nuovamente, se ne va via in fretta e furia, ma non prima di aver trovato l’ennesima scusa per litigare (questa volta sono i capelli di Caitlin). Sicuro di aver fatto una cavolata, scrive all’amica, che è già in auto col padre.

 

Papà Poythress e figlia passeranno il weekend insieme, solo loro due, a cacciare. Intanto Jonathan ha trovato il regalo…e decide di ricambiare con un invito per una scampagnata: passerà a prendere il suo giovane amico – che è semplicemente al settimo cielo e che non fa altro che riascoltare innumerevoli volte il messaggio vocale appena ricevuto – alle 9 di mattina del giorno seguente. 

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Intanto Cait si trova su un isolotto dell’area di caccia nella laguna circostante…e non c’è campo. Deve allontanarsi un po’ dal luogo dove hanno piantato la tenda per trovarlo, ma finalmente può rispondere al suo migliore amico: attenzione a non innamorarsi! Suo padre la riprende, poi, di fronte al fuoco, vuole sapere se Fraser l’ha chiamata…e se stanno insieme e se si baciano, perché lui gli sembra “proprio gay.” Insomma, Richard, per usare un’espressione colloquiale, proprio non ce la fa! In realtà è preoccupato per sua figlia: non vuole che soffra, perché amare qualcuno che non può amarti, che è troppo diverso da te, fa male da morire…e lui lo sa bene… “Sono sempre io, papà…” è il pacato appello di Caitlin prima di andare a dormire. Il giorno dopo, i due, uniti dalla passione per le armi, vivono un breve ma intenso momento di vicinanza emotiva durante la caccia, quando Cait colpisce un uccello in volo da parecchi metri di distanza: sì, quella è proprio sua figlia!

 

Fraser è pronto ben prima delle nove. Sarah lo vede salire sulla macchina del suo assistente, ma per lei non c’è niente di strano, suo figlio è molto intelligente per la sua età, è naturale che abbia fatto amicizia con una persona più grande di lui. Maggie, invece, la pensa diversamente: per lei non è normale che un uomo di trent’anni passi tutto quel tempo con un ragazzino… Come se non bastasse, è irritata perché Sarah non l’ha avvisata, ma l’altra ribatte che se non l’ha fatto è perché ultimamente non è mai a casa.

 

Jonathan porta Fraser a visitare dei luoghi storici della Grande Guerra, nella zona del Sacrario Militare di Asiago. L’alieno biondo, non propriamente atletico e non propriamente un amante delle scampagnate, gli chiede come mai un posto del genere, una fossa comune praticamente, come meta del loro primo appuntamento…o prima qualunque cosa sia! Il bel maggiore sorride sornione. Il tempo vola quando la compagnia è buona, ed è ora di cenare, ovviamente in un’osteria del luogo. La tavola, però, è apparecchiata per tre…e infatti ecco arrivare Marta, già intravista al cinema, che non si capisce se sia una grande amica oppure la ragazza di Jonathan. Fraser ci rimane un po’ così, ma fa buon visto a cattivo gioco, anche perché il bel maggiore, tutto sommato, continua a flirtare con lui…anche quando si ritrovano a cantare I Want It That Way dei Backstreet Boys sul palco. Al momento dei saluti, in macchina, lo abbraccia e gli dà un bacio sulla guancia: quello è stato il giorno più bello della sua vita!

 

La mattina successiva, Sarah incontra Cait al fast food. La invita a sedersi con lei, e, senza chiederle il permesso, le toglie il berretto e le tocca i capelli. Parlano della caccia, Caitlin le dice di aver imparato a impugnare meglio il fucile, e Sarah le risponde che suo padre è un eccellente tiratore. Poi le chiede se voglia ancora essere un soldato…un soldato maschio… Suo padre questo lo sa? Forse potrebbe tornarle utile parlare con un endocrinologo, un certo Dr. Harris. Ma per quale motivo? “Perché è ora di cambiare questo mondo e di cambiare noi stessi, e per cambiare noi stessi dobbiamo conoscerci,” è la risposta di Sarah, che le lascia un opuscolo sul supporto psicologico.

 

La sera, mentre Fraser, che sente la mancanza della sua amica, scatta una “dick pic” destinata a non si sa chi, Caitlin, col sottofondo dei genitori che litigano, guarda dei video postati da un ragazzo transgender FtM che racconta di come farsi le iniezioni di testosterone. L’episodio si chiude con Sarah che guarda in tv un servizio di NBC News sulla vittoria di Donald Trump alle Presidenziali del 2016 (dunque è l’8 novembre). A un certo punto sul suo cellulare arriva una chiamata da un numero anonimo. “Dove? Quanti?” chiede il colonnello Wilson, e poi esce di casa in fretta e furia. Cattive notizie, a quanto pare…

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We Are Who We Are, il commento al quinto e al sesto episodio

Dopo la parentesi di Right Here, Right Now #4, nel quinto e nel sesto episodio della serie tv di Luca Guadagnino tornano in primo piano anche i personaggi adulti, che, se possibile, sono più pieni di problemi degli adolescenti. Prendiamo per esempio Richard, il classico maschio alpha in piena crisi: il suo superiore, col quale ovviamente non va d’accordo e che addirittura osa umiliarlo, è una donna, dunque l’offesa è doppia; sua moglie sembra aver perso ogni interesse in lui e non lo tratta più come un re; suo figlio (che ha osato diventare più alto di lui!!) è distante, ormai non lo vuole neanche più un rapporto con lui; e sua figlia, la sua “mini me” al femminile, ha osato sfidare la sua autorità tagliandosi i capelli senza chiedergli il permesso. Perbacco, che smacco!

 

Facile ironia a parte, è evidente che il personaggio di Scott Mescudi rappresenta quella tipologia di uomini cresciuti in un certo modo, uomini che confondono il possesso con l’amore, e se è vero che ognuno è responsabile delle proprie azioni e che tutti possiamo sempre migliorarci, è anche vero che è difficile uscire dalle gabbie mentali del “brodo culturale” in cui si è nati e in cui si è diventati adulti. Anche Richard, dunque, sconta la pena dell’essere un prodotto della società patriarcale, esattamente come il resto della sua famiglia. Nonostante ciò, e nonostante le sue credenze rimangano invariate, non può non amare sua figlia, che forse è la parte migliore di lui.

 

C’è però anche qualcun altro che ama comandare, ma che non riesce a “tenere in ordine” la propria famiglia, e ci riferiamo ovviamente a Sarah. Maggie è spesso fuori casa, e quando c’è è attaccata al telefono. E Fraser…beh, con lui è una guerra persa in partenza, inutile girarci attorno. Va meglio sul lavoro, ma poi ecco arrivare una telefonata nefasta: quel “Dove?” e quel “Quanti?” si riferiscono ovviamente a qualcosa di brutto successo ai suoi uomini. Per una come Sarah, che vorrebbe avere tutto sotto controllo, è dura cedere all’imprevedibile e sentirsi messa in disparte. Non stupisce dunque la sua vicinanza a Caitlin, che l’ammira tantissimo, ma forse, suggerendole di andare a parlare con uno psicologo e con un endocrinologo, stavolta il colonnello Wilson ha veramente fatto il passo più lungo della gamba.

 

Su Maggie e Jenny non c’è molto da aggiungere. Dopo quanto visto nel terzo episodio era chiaro che sarebbe successo qualcosa tra loro. Nei loro incontri, nei loro sguardi, ci sono tutta la tenerezza e la dolcezza di cui hanno entrambe disperatamente bisogno e che entrambe sanno non avranno mai dai rispettivi coniugi, completamente concentrati su sé stessi.

 

A portare avanti il discorso sull’identità non è solo Caitlin, ma un po’ tutti i personaggi che vediamo in scena in questi due episodi. Sono però soprattutto suo fratello e sua madre a trovarsi in un momento “di transizione.” Per Jenny si tratta di rivalutare tutta la sua vita dal momento in cui decise di sposare Richard – pregno di significato il discorso sui nomi americani “plain and simple” (ndr, semplici e facili) scelti al posto dei nomi nigeriani –, mentre per Danny, che non può accontentarsi delle briciole dell’attenzione e dell’amore di un padre che è tale solo sulla carta, si tratta di andare alla disperata ricerca di qualcosa che lo connetta alle sue origini.

 

Veniamo infine a Caitlin e a Fraser. La prima, finalmente, fa il grande passo e si rasa quasi a zero. Non si tratta solo di “impersonare meglio una parte,” come si potrebbe erroneamente credere. Il taglio dei capelli – definiti da Fraser come “ciò che la gente ama di lei” – è una sorta di uscita dal bozzolo. Anzi, per essere più precisi è la costruzione del bozzolo. Caitlin è ancora bruco, per restare in metafora, ma ha fatto il primo passo della sua trasformazione, e da qui in avanti farà tutto ciò che sarà necessario per diventare farfalla. Riguardo Fraser, lui è alla scoperta di qualcosa che è importante tanto quanto la propria identità: l’amore. Quello che esiste e vive nella realtà, e non solo nelle poesie o nei romanzi. Quello che può anche ferire.

 

Note sparse

  • “Tua madre è una leggenda!” dice Cait a Fraser, al che lui risponde secco: “No, mia madre è un alieno mandato sulla terra per distruggere la razza umana.” E niente, lui la odia proprio, è inutile girarci attorno!
  • Il monologo che recita Caitlin è preso da un testo teatrale del 1974 di David Mamet intitolato Sexual Perversity in Chicago.
  • Per Fraser GI Jane (Soldato Jane), uscito nel 1997, è un old movie, un film antico. Ma quanto ci sentiamo vecchi dopo questa stoccata?!
  • La canzone che Fraser e Caitlin interpretano è Time Will Tell di Blood Orange, uno degli artisti preferiti di Fraser. Che farà un concerto tra alcune settimane  a Bologna, ovviamente nel mondo della serie.
  • Cait philosophy: mi piace quello che mi piace e non mi piace quello che non mi piace, ma ciò non significa che sappia come mai questo accade.
  • Che tenero Fraser, completamente in panico dopo aver lasciato il libro sulla scrivania del bel maggiore! Ci siamo passati tutto, piccolo alieno biondo, ti capiamo!
  • Richard è stupito perché Caitlin non gli sorride più, perché osa ribattere, e perché lo tratta come uno stupido che non sa niente. Sì, insomma, è stupito che sua figlia adolescente si comporti da adolescente! Benvenuto nel mondo reale, colonnello Poythress!
  • Sarah pensa che Jonathan possa essere una figura paterna o fraterna per Fraser. Eccone un’altra che, come Richard, proprio non ce la fa!
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