Perry Mason, la recensione del secondo episodio della serie tv con Matthew Rhys

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Linda Avolio

Leggi la recensione del secondo episodio della prima stagione di 'Perry Mason', in onda su Sky Atlantic ogni venerdì alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

Perry Mason, cos'è successo nel secondo episodio

Dallo squallore della Grande Guerra allo squallore della “grande” Los Angeles: Perry ripensa ai terribili giorni passati in trincea, e poi si mette alla ricerca del filo con cui sono state cucite le palpebre del povero Charlie…ma nell’atelier, e in città, ci sono milioni di fili…

 

Entra in scena Alice McKeegan, predicatrice prodigio dell’Assemblea Radiante di Dio. Il suo è un discorso tanto accorato quanto scenografico – la giovane Sorella Alice ha una presenza scenica molto forte, non c’è dubbio –, ma il discorso in sostanza è questo: Dio ci ha dato gli strumenti per non sbagliare, per non peccare, dunque dobbiamo affidarci a lui. I fedeli sono letteralmente rapiti dalla sua energia, e non esitano ad aprire i portafogli, per la gioia dei membri anziani e di Birdy, madre di quella brillante stella. 

Scesa dal palco, Alice va a incontrare i Dodson, e offre loro il suo pieno sostegno e l’aiuto di tutta la chiesa. Ma ecco arrivare il detective Holcomb, che chiede a Matthew di seguirlo. Intanto Perry, che non si fida proprio di nessuno, chiede a Pete di stare dietro a Mr. Dodson. Non gli torna qualcosa del suo racconto della notte del rapimento di Charlie.

 

In periferia, in un quartiere abitato praticamente solo da neri, l’agente Paul Drake – un agente afroamericano, un vero e proprio unicorno per l’epoca –, decide di sfidare un saggio modo di dire e mette il dito tra moglie e marito, e per fortuna! A uxoricidio evitato, la sua attenzione viene catturata da un altro abitante della zona, che lo porta sulla scena del crimine vista nel precedente episodio. Ci sono due corpi, ma dalle tracce di sangue in corridoio è evidente che qualcuno è uscito da quella stanza sulle proprie gambe e che poi è salito sul tetto. Fine delle tracce.

 

Matthew, in sala interrogatori, viene messo di fronte alla valigia usata per i soldi del riscatto. Valigia che presenta un bel foro di proiettile. Arriva Maynard Barnes – il procuratore distrettuale incaricato del caso, una vecchia e non troppo amata conoscenza di E.B., ovviamente presente – non ci gira troppo attorno: per loro Mr. Dodson è coinvolto. Ha mentito su dov’era quella sera, ed è evidente che ha finto il rapimento del figlio per spillare al padre i soldi necessari per coprire i debiti contratti col gioco d’azzardo. Ebbene sì: Matthew è il figlio biologico di Baggerly. 

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Il membro anziano dell’Assemblea Radiante di Dio racconta a E.B. e a Mason di essersi riavvicinato da poco a quel figlio che neanche sapeva di avere. Perry lo attacca, lo sapeva che c’erano delle omissioni, ma l’altro non si tira indietro, e gli risponde per le rime dicendogli che anche lui non gli ha raccontato proprio tutto. Per esempio non gli ha detto che è stato rispedito a casa dalla guerra con un “cartellino blu”, di solito la disonorevole punizione che si dà a servitori della patria indesiderati, agli omosessuali e ai neri. “Lei non è nero, no?” butta lì Baggerly, ma Mason non si scompone, e ribatte: “No, sono gallese per un quarto e sono stato queer una volta sola in vita mia.” L’altro però, non si ferma: dunque da dove arriva il suo soprannome, “il macellaio di Montfaucon”?

 

A casa, mentre pulisce il lettino di Charlie, Emily dice a Perry di essere certa che Matthew è innocente. Poiché tutti mentono, però, Perry continua a non fidarsi: ha detto di essersi addormentata davanti al fuoco e con la radio accesa...sarà andata veramente così? A quel punto bisogna fare due chiacchiere con la proverbiale vicina impicciona (e “gattara”, of course!) che, dal canto suo, pensa che lui, Mr. Dodson, lavori troppo, altrimenti perché mai le starebbe così tanto al telefono? Era al telefono anche quella notte, veniamo a sapere proprio da lei…

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Mentre il nostro sviluppa le ultime foto e ha dei flashback violenti dei suoi giorni in trincea, giorni di sangue e di morte, Emily, accompagnata da E.B. e Della, deve scegliere la bara per il suo figlioletto…ma non riesce, non adesso. Ha fame, così Della, che ha capito cosa sta succedendo, la porta in un diner. Qualcuno, però, le sta seguendo. Emily va a fare una telefonata, ma dall’altra parte non risponde nessuno. Perry, senza farsi vedere da lei (Della però lo vede eccome!), entra nella cabina e, mentendo, riesce a farsi dare dall’operatrice il numero chiamato pochi secondi prima. Poi dal numero risale a un indirizzo.

 

In commissariato, Holcom e Ennis leggono il rapporto di Drake, ma Ennis gli dice che, secondo lui, le gocce di sangue portavano dal tetto all’appartamento, non il contrario. Paul è costretto ad ammettere un errore che non c’è e a correggere quanto scritto. D’altronde non è possibile che abbia ragione, lui è un semplice agente, peraltro nero, loro due detective.

 

E.B. incontra Barnes in un club per gentiluomini. Dopo qualche sorso di whiskey (the freddo, come dice il cameriere) e una spolverata al passato – i due si sono scontrati parecchie volte in tribunale, ma pare che E.B. stia perdendo colpi e prestigio, infatti da Della scopriamo che è da sei anni che non ci sono soci presso lo studio –, il procuratore distrettuale propone un accordo: Matthew confessa, loro danno la colpa a uno dei due uomini trovati morti, e nessuno finisce impiccato. E.B. rifiuta: non si tirerà indietro.

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Birdy – insieme ai membri anziani Brown e Seidel – sta organizzando il funerale di Charlie. Deve capire dove far sedere il sindaco, bisogna scegliere con attenzione, ci saranno la stampa e i fotografi. I due uomini hanno dei dubbi su Matthew, tutta questa faccenda potrebbe gettare cattiva luce sulla congregazione, ma Baggerly, ovviamente presente, difende il figlio. Alice, anche lei presente ma persa nel suo mondo, sta preparando il suo discorso: beati coloro che soffrono, o qualcosa del genere.

 

Perry si reca all’indirizzo collegato al numero di telefono chiamato da Emily. La casa sembra vuota, ma in realtà, sul letto, qualcuno c’è, un certo George Gannon. E, a giudicare dallo stato della sua faccia, e dal fucile appoggiato sul suo petto, il povero diavolo si è sparato in bocca. Gli manca anche mezza dentiera all’arcata superiore, nota Mason, cosa strana, considerando l’angolo del colpo. Sul comodino è appooggiato in bella vista un biglietto d’addio dove Gannon si auto-incolpa per la morte di Charlie e dove rivela dove si trovano i corpi dei suoi due complici. Nel camino ci sono delle banconote bruciate…e sopra il camino, ben nascoste dentro in piccolo alligatore impagliato, ci sono delle lettere d’amore firmate “Emily.”

 

Il nostro, come una furia, va a chiedere spiegazioni alla diretta interessate, che prima nega, ma che poi, messa di fronte alle missive incriminate e alla morte dell’amante, confessa e crolla a terra in un pianto disperato. Intanto Drake, a casa con sua moglie, visibilmente incinta, ripensa a quanto successo, e al fatto di essere stato ripreso dal capitano Morton per un errore inesistente. 

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Perry racconta tutto a E.B., infuriato per questa deviazione non richiesta delle indagini: non possono usare quelle lettere in nessun modo, perché non sono state recuperate secondo modalità consone, e inoltre il loro cliente è Baggerly, dunque Matthew, e queste informazioni non serviranno a scagionarlo. O forse sì? Mason è sicuro che si sia trattato di un rapimento finito male, ed è altrettanto sicuro che George fosse coinvolto…ma come? E’ stato lui a rapire il bambino, oppure era lui al telefono con Emily quella sera?

 

Il giorno del funerale di Charlie, la chiesa dell’Assemblea Radiante di Dio è gremita. Tra i presenti, in fondo, c’è anche Perry. Sorella Alice fa un accorato discorso: il diavolo non avrà la meglio, la giustizia di Dio trionferà! La folla applaude, Emily si commuove…e Barnes ha uno sguardo che nasconde qualcosa…

 

Fuori, sulla scalinata, Alice e sua madre Birdy camminano di fianco a Emily, la sostengono e la proteggono dai fotografi lungo il breve tragitto verso l’automobile che le porterà al cimitero. Ma ecco arrivare Holcomb e Ennis, che ammanettano Mrs. Dodson con l’accusa di un suo coinvolgimento nel rapimento del figlio. Poco dopo, presso il club dei gentiluomini, Perry, chiaramente pentito, ripete a E.B. le parole di Della del giorno prima: l’infedeltà non è un crimine. E’ stato a causa delle sue scoperte se è successo quello che è appena successo.

 

Mentre Della va in prigione a portare alcune cose a Emily, Drake torna sul luogo del delitto, e sulla scalinata dove è atterrato Gannon trova il pezzo mancante della sua dentiera. Mason si ferma qualche minuto ad ascoltare un predicatore nero a un angolo della strada, e intanto ripensa alla guerra, e al motivo per cui è stato rimandato a casa con disonore: ha ucciso i suoi uomini, ormai feriti a morte, per evitare loro ulteriori sofferenze inutili.

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Il secondo episodio della prima stagione di Perry Mason segna un piccolo ma importante passo avanti per quanto riguarda le indagini relative al rapimento e alla morte del povero Charlie, ma, soprattutto, porta in scena altri personaggi che avranno un certo peso da qui in avanti.

 

Anzitutto Alice e Birdy McKeegan, interpretate rispettivamente dalle ottime Tatiana Maslany, protagonista indiscussa di quel piccolo gioiello di nome Orphan Black, e Lily Taylor, un’attrice che ha un curriculum pressoché infinito e che ha preso parte a numerosi titoli di successo, eppure la classica faccia a cui tanti non riescono mai ad associare un nome.

 

Poi Maynard Barnes, interpretato da un altro attore già visto in tantissimi film e serie tv, Stephen Root, e Paul Drake, un nome assai noto ai fan del Perry Mason dello scorso secolo. Drake, infatti, è l’investigatore con cui il nostro lavora per scovare la verità e far trionfare la giustizia.

 

Anche in questo caso, come nel caso di Della Street, è stato fatto un lavoro di rielaborazione non indifferente, ma d’altronde si parla di personaggi il cui passato e la cui vita privata non sono mai stati veramente esplorati, cosa che ha lasciato ampia libertà durante il processo di (ri)scrittura.

 

Drake, infatti, in questa serie prequel è afroamericano. Un agente di polizia afroamericano, per la precisione. Una scelta decisamente coraggiosa e di rottura, che dà al personaggio nuova linfa e lo rende nettamente più interessante, come avremo modo di vedere nel corso degli episodi.

 

In questo episodio scopriamo finalmente perché Perry è stato soprannominato “il macellaio di Montfaucon”, dettaglio che ci aiuta a capire meglio la sua psicologia. Non ci troviamo di fronte a un uomo annichilito dal conflitto, vittima di PTSD, cioè di disturbo post traumatico da stress, ma ci troviamo comunque un uomo che, dopo quello che è stato costretto a vedere e a fare, ha perso ogni fiducia nel genere umano e ogni possibile granello di fede in un essere superiore.

 

Chi invece crede con ogni fibra del proprio corpo è Alice McKeegan, personaggio a metà tra la predicatrice e l’intrattenitrice. Sorella Alice, rimasta assai colpita dalla triste fine del piccolo Charlie, decide ci mettersi a disposizione dei Dodson, in particolare di Emily, ed è per questo motivo che si ritrova invischiata in qualcosa di molto, troppo grande.

 

Lithgow semplicemente splende nei panni di E.B. Jonathan, e le sue scaramucce con Della, che non ha paura di rispondergli a tono, sono a dir poco deliziose. Molto convincente anche la scozzese Gayle Rankin, recentemente apprezzata nella divertente serie tv GLOW (dove interpreta la bizzarra Sheila the She Wolf, Sheila la donna lupo), nei panni di una Emily Dodson che sicuramente ha ancora qualche scheletro nell’armadio.

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