Il complotto contro l’America, realtà e finzione nella serie tv che riscrive la Storia

Serie TV sky atlantic

Marco Agustoni

HBO

La miniserie in onda dal 24 luglio su Sky Atlantic racconta di un passato alternativo in cui, alle presidenziali USA del 1940, a correre contro Roosevelt è il popolare aviatore Charles Lindbergh, contrario all'entrata degli Stati Uniti in guerra: ecco i personaggi e i fatti realmente accaduti e quelli inventati - ATTENZIONE: SPOILER

Dal 24 luglio, su Sky Atlantic va in onda in prima visione tv la miniserie targata HBO Il complotto contro l’America, tratta da un romanzo di Philip Roth e con protagonisti del calibro di Winona Ryder (FOTO), John Turturro e Zoe Kazan.


Nei suoi sei episodi, la creatura degli showrunner David Simon e Ed Burns racconta di un passato alternativo, in cui nel 1940 Franklin Delano Roosevelt deve vedersela alle elezioni presidenziali con l’aviatore pluridecorato Charles Lindbergh, con conseguenze dirette sull’entrata in guerra degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.


Per sua stessa natura, quindi, Il complotto contro l’America mescola fatti reali ad altri immaginari. Per districarsi in questo garbuglio fra realtà e Storia alternativa, ecco cosa c’è di vero e cosa no nella miniserie in onda su Sky Atlantic e disponibile anche su NOW TV e On Demand.


ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER

Le elezioni presidenziali del 1940

Per capire quale sia il discrimine fra Storia e fantasia non si può che partire dalle elezioni USA del 1940. Prima di allora, Franklin Delano Roosevelt era già stato eletto due volte presidente degli Stati Uniti d’America: la prima nel 1933 e la seconda nel 1936. Nessuno, prima di allora, si era mai candidato per un terzo mandato, per quanto questo non fosse esplicitamente proibito dalla Costituzione. Nemmeno il padre fondatore della patria George Washington.


La candidatura di Roosevelt rimase effettivamente in dubbio fino all’ultimo, ma, via via che in Europa la Germania nazista prendeva piede, il veterano della politica a stelle e strisce maturò la convinzione di essere l’unico in grado di guidare la nazione in tempi così incerti. Alle elezioni del 1940, il candidato repubblicano Wendell Wilkie dovette quindi vedersela contro quello che era un vero e proprio mostro sacro: non ci fu storia, e Franklin venne scelto per il terzo mandato.


Di qui in poi, il resto è davvero, come si suol dire, Storia: per quanto in principio Roosevelt si fosse impegnato a tener gli Stati Uniti fuori dalla guerra, i rapporti con Germania e Giappone si deteriorarono in fretta, permettendo al Presidente di cambiare gradualmente il suo atteggiamento, dapprima finanziando l’armamento di nazioni come Gran Bretagna, Cina e poi Russia, poi intervenendo direttamente nel conflitto.

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Il complotto contro l'America, la trama della serie tv

L’ingresso degli USA nella Seconda Guerra Mondiale fu determinante nella sconfitta delle potenze dell'Asse, cioè Germania, Italia e Giappone. Ma proviamo a riavvolgere il nastro: siamo agli inizi de Il complotto contro l’America, e Charles Lindbergh decide di candidarsi alle presidenziali, scompaginando le carte in tavola.


E qui entriamo nell’ambito della fantasia. Da candidato dei repubblicani, Lindbergh vince le elezioni proprio insistendo sul fatto che il suo avversario avrebbe inevitabilmente condotto gli USA in guerra. Le conseguenze di questa inaspettata vittoria sono immediatamente evidenti nel corso degli episodi de Il complotto contro l’America: gli Stati Uniti siglano un accordo di non belligeranza con la Germania e con il Giappone, escludendo così almeno per il momento un intervento nel conflitto che stava sconvolgendo il globo.


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Non finisce qui: con il supporto del neo-eletto Lindbergh, anche negli USA prende piede la retorica antisemita, e vengono attuati provvedimenti volti a isolare gli ebrei. A farne le spese, fra gli altri, è proprio la famiglia Levin, protagonista della miniserie HBO.

 

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Il complotto contro l'America, le foto della serie tv in arrivo su Sky

Charles Lindbergh, eroe o simpatizzante nazista?

Ma chi era esattamente Charles Lindbergh? Ed è plausibile un suo simile atteggiamento, in veste di presidente, nei confronti da un lato della Germania nazista e dall’altro degli ebrei americani? Cominciamo dalle certezze: Lindbergh, qui interpretato da Ben Cole, fu un popolarissimo aviatore, protagonista nel 1927 del primissimo volo transoceanico in solitaria a bordo dell’ormai leggendario Spirit of St. Louis.


Le sue imprese gli valsero lo status di vero e proprio eroe, ma Charles si trovò al centro delle cronache anche per altri motivi. Nel 1932 l’interesse pubblico fu catalizzato dal tragico rapimento e assassinio di suo figlio Charles Jr., di nemmeno due anni. Si trattò di uno dei casi più seguiti dell’epoca, tanto che per un certo periodo la famiglia Lindbergh fuggì in Europa per ripararsi dalle attenzioni dei media.


Nel corso degli anni, Charles Lindbergh si fece notare anche per le inquietanti analogie fra le sue idee e quelle dei nazisti, a cominciare dal suo interesse per l’eugenetica e dalla convinzione della supremazia della “razza bianca”. L’aviatore fu uno dei principali sostenitori della neutralità degli USA nella Seconda Guerra Mondiale, intervenendo a più riprese sull’argomento e spendendo molta della sua credibilità per propugnare le sue posizioni.

 

Lindbergh non ebbe mai legami ufficiali con il regime nazista, ma il feeling dell’eroe dell’aria con la Germania di Hitler è innegabile, tanto che nel 1938 venne insignito della Medaglia d’Onore dell’Aquila Tedesca, un riconoscimento riservato per lo più agli stranieri che avevano dimostrato una spiccata “simpatia” per le politiche del Fuhrer. Tanto per farsi un’idea, fra gli altri personaggi ritenuti “meritevoli” di un tale onore troviamo Benito Mussolini e Francisco Franco (oltre a un altro americano, il leggendario imprenditore Henry Ford).

 

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Il complotto contro l’America: gli altri personaggi reali

Proprio Henry Ford, visto che lo abbiamo appena citato, è un altro dei personaggi realmente esistiti che troviamo ne Il complotto contro l’America. Interpretato da Ed Moran, il miliardario considerato il padre dell’organizzazione industriale basata sulla catena di montaggio (non a caso ribattezzata “fordismo”) si distinse come promotore dell’antisemitismo negli Stati Uniti e nel mondo. Nella serie tv HBO lo troviamo come Segretario degli Interni durante la presidenza di Lindbergh.


Tra gli altri personaggi della realtà che appaiono nella miniserie troviamo anche Anne Morrow Lindbergh, moglie di Charles e anch’essa celebre aviatrice; il ministro degli esteri nazista Joachim von Ribbentrop; il politico democratico anti-interventista Burton K. Wheeler, che da vero opportunista prima diventa vice Presidente di Lindbergh e poi, in sua assenza, impone la legge marziale; il giornalista Walter Winchell, noto per la sua mancanza di scrupoli e per la sua fitta rete di contatti, che in vita attaccò effettivamente a più riprese Lindbergh per via delle sue simpatie naziste e che nella serie tv in onda su Sky Atlantic diventa una delle principali voci contrarie al Presidente.


Ma c’è anche un altro dei personaggi de Il complotto contro l’America che è realmente esistito: si tratta di Philip Levin, interpretato dal giovane Azhy Robertson. Nel romanzo da cui è tratta la serie si chiama infatti Philip Roth: in pratica è l’alter ego dello scrittore stesso, che racconta le vicende del libro ipotizzando quali traversie avrebbe attraversato la sua famiglia se la storia avesse preso la piega da lui immaginata.

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Riscrivere il passato per raccontare il presente

A ben vedere, in ogni caso, non è tanto importante quanto ci sia di vero nei fatti narrati ne Il complotto contro l’America. Ciò che davvero conta sono le evidenti analogie con i nostri tempi: non per niente Lindbergh è stato uno dei principali esponenti del movimento denominato America First, tornato in auge grazie all’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che lo ha usato come suo principale slogan. Insomma, un finto racconto del passato che si rivela in realtà un'analisi del presente.

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