The New Pope, la recensione del primo episodio

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Paolo Nizza

The New Pope si apre con una prima puntata perfidamente divertente in cui si manifesta la straordinaria vis comica di Silvio Orlando. Papa Pio XIII (Jude Law) è in coma e urge trovare al più presto un nuovo pontefice. Ma come sempre accade nella serie tv di Paolo Sorrentino, le sorprese non mancano. ATTENZIONE: SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO LA PUNTATA.

Da The Young Pope a The New Pope

“Nothing is holy, nothing is sacred,” canta l’artista norvegese Susanna Wallumrød mentre una suora deterge il corpo di Pio XIII. Come se l’acqua lavasse via il pontificato di The Young Pope per introdurci all’elezione di The New Pope. Né vivo, né morto, Lenny Belardo, coperto solo da un tovagliolo di stoffa, è disteso come in un’ospedaliera deposizione in una clinica veneziana. Il peso di Dio, talvolta, può risultare insopportabile. Forse per questo la giovane religiosa si stende a fianco del pontefice in coma e si procura piacere con le dita, mentre una candela si consuma.

Una scena estrema che come spesso accade nelle opere di Paolo Sorrentino viene interrotta dall’arrivo di una parentesi comica, ossia dall’ingresso di una suona nana che invita un gruppo di novizie ad andare al etto (con ogni probabilità un omaggio a Crozza e alla sua celebre imitazione di Sorrentino). Solo che le giovani suore non hanno nessuna intenzione di coricarsi. Alcune si truccano, altre guardano lo smarthphone, qualcuna indossa un paio di scarpe con il tacco. Le ragazze si preparano ai titoli di testa di The New Pope, ritmati dalle note di Good Time Girl di Sofi Turker, una danza all’ombra di una croce al neon. Ancora una volta sacro e profano si incontrano. E corpi di quelle baccanti dalla candida lingerie ci trasportano nel primo episodio della serie tv.

Da Jude Law a Papa Francesco II

Apprendiamo che Papa Pio XIII è al terzo tentativo di trapianto del cuore. L’ultimo donatore è addirittura un egiziano di fede mussulmana. Tuttavia, nessuna delle operazioni ha avuto l’esito sperato. Tra scandali e derive fondamentaliste, Il Vaticano è in crisi. Lenny viene venerato come un santo, la sua immagine campeggia su felpe indossate da fedeli di ogni età. Ma può un pontefice in stato comatoso rispondere a queste parole pronunciate da un misterioso califfo: “Il nostro odio è concreto, il nostro nemico si è manifestato. È Iblis, è il cristiano. E, come dice il corano, riempirò l’inferno di tutti voi e di tutti coloro che vi avranno seguito.”? Sicché il Cardinal Voiello e Bauer, ambasciatore presso la Santa Sede (interpretato da Mark Ivanir), discutono sul da farsi.

La conversazione è un gustosissimo scambio di battute da antologia tra un “L’idolatria è l’anticamera della guerra” e un “In Vaticano noi ci muoviamo seguendo un nostro passo: le nostre procedure sono la nostra potenza." Quindi è tempo di conclave, è arrivato il momento di eleggere un Nuovo Papa. L’ambasciatore, insieme a molti porporati, propone il nome del cardinale Hernandez (interpretato sempre da Silvio Orlando), o in seconda battuta di Sir John Brannox (John Malkovich). Voiello, invece candida l’uomo che stima di più al mondo, ovvero sé stesso.

Con l’aiuto del suo nuovo braccio destro, Don Luigi Cavallo (Antonio Petrocelli), un esperto di come si mette il mondo in soggezione, il Segretario di Stato si propone come un pontefice morbido, moderato, prudente, rispettoso di ogni orientamento sessuale: insomma Voiello sarà un papa normale dopo essere stato un uomo straordinario. Un antidoto ad ogni eccentrità il cui pensiero può essere rinchiuso in questa frase: “abitare la norma.” Ma Dio, forse perché è emotivo, come spesso viene ripetuto in questo episodio, pare avere altri piani.

Con una trovata geniale, Sorrentino accompagna la preparazione allla votazione con le note del secondo coro delle lavandaie, tratto dall’Opera teatrale La Gatta Cenerentola. Voiello, non riesce a fare breccia nel cuore di tutti i votanti. C’è il rischio che alla fine vinca Hernandez. Uno stallo alla messicana che viene risolto dal Segretario di Stato grazie a quel matematico dello Spirito Santo. Insieme al cardinale Assente (Maurizio Lombardi) decide quindi di candidare un cardinale docile e malleabile per avere a capo della chiesa un uomo debole e manovrabile.

La scelta ricade su Tommaso Viglietti, il frate confessore che avevamo conosciuto in The Young Pope. Il piano riesce. Tommaso sarà pontefice  con il nome di Francesco II. Per Voiello è una cosa buona, perché è stato eletto un Papa che non si rende conto di essere il Papa. Per Sofia Dubois, la responsabile del marketing e della comunicazione del Vaticano, invece no. Per la donna, le vongole sono una cosa buona. E un’inquadratura su un piatto di appetitosi bivalvi alla fine dell’episodio ci farà capire il senso di questa frase.

Sia fatta la volontà del cardinale Voiello

Cosi alla sua prima omelia Francesco II è pronto a trasfigurarsi nella marionetta guidata da Voiello. Affacciato sul balcone di San Pietro è pronto a leggere questo estratto dal libro di Geremia: "Anche la cicogna nell’aria conosce la sua stagione, la tortorella, la rondine e la gru conoscono il tempo della migrazione: ma il mio popolo non conosce la Legge del Signore.” Solo che proprio un volatile, nello specifico una colomba malandrina, ruba i fogli del discorso.

Come folgorato sulla via di Damasco, il nuovo Papa comprende il potere conferitogli dal suo ruolo e apre le porte del Vaticano ai migranti. È l’inizio di una lunga, lussurriosa manifestazione di povertà. Tommaso vuole spogliare il Vaticano di ogni materiale, compresi i conti bancari, e rivelare i segreti custoditi dalla Chiesa. Oltre a ciò vuole anche deporre Il Segretario di Stato. Una rivoluzione nel nome di Francesco D’Assisi.

Ma le vie di Voiello sono infinite, grazia anche a quel cervello aggiuntivo che risiede nel neo che ha sulla guancia. Cosi Tommaso trapassa a causa di un improvviso malore, e il personaggio di Silvio Orlando, in accordo con Hernandez, è pronto a partite per l’Inghilterra per convincer John Brannox a diventare il nuovo Papa. Scorrono i titoli di coda, ascoltiamo All Over The Watchtower, mentre la macchina da presa ci mostra con una carrellata laterale la dimora del futuro New Pope, carrellata che si chiude sulla schiena di John Malkovich. Avrà un grande avvenire dietro le spalle questo nuovo Papa?

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