19 settembre 1981. La storia del grande concerto a Central Park di Simon & Garfunkel

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Manuel Santangelo

Quarantuno anni fa l’iconico duo decise di appianare le divergenze per riunirsi in un concerto nel “polmone verde” di New York. Fu un evento storico da cui nacque uno dei dischi live più amati di sempre

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Nel 1980 New York non vive un periodo facilissimo.  Neanche la zona intorno a Central Park si salva dall’ondata di degrado e criminalità che sta investendo la Grande Mela in quegli anni.  Il promoter Ron Delsener e il responsabile dei parchi cittadini Gordon Davis cercano un’idea per far rivalutare l’area e alla fine hanno il colpo di genio giusto: provare a organizzare nel “polmone verde” della città una reunion di Simon & Garfunkel.

Delsner conosce Paul Simon. Uscito dal meeting con Davis, va subito a proporre al cantante l’idea appena partorita. Simon si dimostra entusiasta della proposta, al pari di quanto lo sarà poco dopo anche il vecchio sodale.  Art Garfunkel viene rintracciato da Delsner mentre è in vacanza in Svizzera. Ci mette poco a convincerlo che è ora di tornare a New York per organizzare tutto come si deve.

Come Tom & Jerry

Simon e Garfunkel stavano per seppellire l’ascia di guerra dopo anni di incomprensioni. Si erano divisi all’inizio degli anni Settanta ma le rispettive carriere soliste non avevano mai davvero ingranato e anche questo li aveva spinti a riflettere su un possibile ritorno in coppia. One Trick Pony, l’ultimo disco di Simon, non stava andando male ma non avrebbe mai toccato le vette di Bridge over Troubled Water. Il loro secondo album era stato il più venduto per tre anni di seguito dal 1970 al 1972 ed era a quel tempo il disco più acquistato della storia. Né Simon né Garfunkel potevano da soli replicare certi risultati e se ne stavano rendendo conto.

 

L’unica soluzione era riprovarci, rimettersi assieme accettando ognuno il carattere complicato dell’altro. Nonostante le buone intenzioni, nelle tre settimane in cui i due si rinchiusero in un teatro a provare, non mancarono momenti di tensione. Garfunkel voleva riproporre il loro repertorio in una versione minimale: chitarra e voce, senza artifici di alcun tipo. Paul Simon da parte sua spingeva invece per una soluzione più ambiziosa: voleva inserire anche i brani delle loro carriere soliste in scaletta e riarrangiare i vecchi successi in una maniera più ricca.  Alla fine, dopo infinite discussioni, ad avere la meglio fu la linea di Simon che mise su per l’occasione una band formata da dieci elementi. Se rilancio doveva essere sarebbe stato un rilancio in grande stile, con buona pace di Garfunkel. Quei due, che avevano iniziato a fare musica con il nome di Tom & Jerry, a forza di bisticciare assomigliavano sempre più ai due nemici-amici del celebre cartone animato.

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Non c’è bisogno di troppo battage pubblicitario per lanciare un simile evento. Il concerto viene annunciato solo una settimana prima in maniera molto sobria: basta un poster sui principali giornali della città. L’attesa è d’altronde già tale che la HBO si affretta ad accaparrarsi i diritti per la trasmissione in diretta dell’evento. Si ipotizza inizialmente che i presenti saranno 300.000 ma la realtà è ben diversa: il Great Lawn di Central Park arriva a riempirsi di quasi 500.000 persone. Tutti si chiedono cosa accadrà. I due protagonisti sul palco hanno preparato ogni cosa nel dettaglio: dopo una lunga e laboriosa contrattazione si è deciso che il concerto presenterà dieci successi del duo, otto di Paul Simon, una canzone di Garfunkel e un paio di cover. Ognuno dei due avrebbe poi cantato tre canzoni da solo.

 

Il concerto viene aperto dalla hit più famosa mai firmata forse da Simon & Garfunkel, quella Mrs. Robinson inserita nella soundtrack di un classico del cinema come Il Laureato. Da lì poi sarà un crescendo. Al momento in cui si trovano a cantare The Boxer, Paul Simon aggiunge una strofa dove dice sostanzialmente che loro sono ancora quelli che hanno scritto quella hit, nonostante tutto.

L’unico fuoriprogramma è un fan che sale sul palco ad abbracciare Simon mentre sta rendendo omaggio al recentemente scomparso John Lennon. Chi temeva di assistere a screzi tra i due artisti sul palco può tirare un sospiro di sollievo. Il concerto di Central Park del 19 settembre 1981 entra di diritto nella storia della musica live.

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Anatomia di un successo

Il concerto ha una risonanza tale che la sua registrazione, diventata un disco, si trasforma in un successo di proporzioni difficilmente ipotizzabili. L’album live arriva al sesto posto in classifica, vendendo due milioni di copie solo negli Stati Uniti. Simon & Garfunkel si esibiranno in seguito di nuovo assieme negli anni immediatamente successivi ma nessuna esibizione replicherà mai la magia di quel giorno. Si scioglieranno definitivamente nel 1983, quando ormai avranno entrambi la maturità necessaria a sfondare davvero pure come solisti.

Paul Simon & Art Garfunkel si sarebbero ritrovati su un palco solo nel 1990 per festeggiare il loro inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame. Simon si esibirà di nuovo a Central Park, stavolta da solo. Avrebbe fatto ancora due tour con il compagno di mille battaglie e dall’ultimo del 2003 scaturirà un nuovo disco live, simbolicamente intitolato Old Friends. Oggi il concerto organizzato a Central Park è preso come pietra di paragone quando si assiste ad eventi simili mentre il “polmone verde” di New York è ancora uno dei simboli della Grande Mela. L’idea di Delsener e Davis alla fine rilanciò veramente città e artisti. Quarantuno anni dopo è tempo di tributare anche a loro un grazie.

 

 

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