Nella mia ora di libertà, il testo della canzone cantata da Truppi e Capossela a Sanremo

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Il cantautore ha scelto di reinterpretare un brano contenuto nel concept album del 1973 Storia di un impiegato di Fabrizio De Andrè

Nella serata delle cover, Giovanni Truppi proprorrà la sua versione di Nella mia ora di libertà, di Fabrizio De Andrè. Insieme a lui sul palco dell'Ariston (IL LIVE DELLA 4^ SERATA - LO SPECIALE - LA SCALETTA) ci sarà Vinicio Capossela.

Nella mia ora di libertà, il brano

Nella mia ora di libertà è un brano che fa parte di Storia di un impiegato, il sesto album di Fabrizio De André, pubblicato nel 1973. Si tratta del quarto concept album pubblicato dal cantautore, in cui le canzoni sono collegate fra di loro da un filo narrativo. In questo caso si tratta della storia di un giovane impiegato che, dopo aver ascoltato un canto del Maggio francese, entra in crisi e decide di ribellarsi, senza però rinunciare al suo individualismo. Nella mia ora di libertà è l'ultimo brano dell'album: l'impiegato, in carcere, capisce “che non ci sono poteri buoni" e che la sua lotta non è più una sterile protesta individuale ma una lotta collettiva che riprende il tema della Canzone del Maggio.

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Nella mia ora di libertà, il testo

Di respirare la stessa aria

Di un secondino non mi va

Perciò ho deciso di rinunciare

Alla mia ora di libertà

Se c’è qualcosa da spartire

Tra un prigioniero e il suo piantone

Che non sia l’aria di quel cortile

Voglio soltanto che sia prigione

Che non sia l’aria di quel cortile

Voglio soltanto che sia prigione

 

È cominciata un’ora prima

E un’ora dopo era già finita

Ho visto gente venire sola

E poi insieme verso l’uscita

Non mi aspettavo un vostro errore

Uomini e donne di tribunale

Se fossi stato al vostro posto…

Ma al vostro posto non ci so stare

Se fossi stato al vostro posto…

Ma al vostro posto non ci sono stare

 

Fuori dell’aula sulla strada

Ma in mezzo al fuori anche fuori di là

Ho chiesto al meglio della mia faccia

Una polemica di dignità

Tante le grinte, le ghigne, i musi

Vagli a spiegare che è primavera

E poi lo sanno ma preferiscono

Vederla togliere a chi va in galera

E poi lo sanno ma preferiscono

Vederla togliere a chi va in galera

 

Tante le grinte, le ghigne, i musi

Poche le facce, tra loro lei

Si sta chiedendo tutto in un giorno

Si suggerisce, ci giurerei

Quel che dirà di me alla gente

Quel che dirà ve lo dico io

Da un po’ di tempo era un po’ cambiato

Ma non nel dirmi amore mio

Da un po’ di tempo era un po’ cambiato

Ma non nel dirmi amore mio

 

Certo bisogna farne di strada

Da una ginnastica d’obbedienza

Fino ad un gesto molto più umano

Che ti dia il senso della violenza

Però bisogna farne altrettanta

Per diventare così coglioni

Da non riuscire più a capire

Che non ci sono poteri buoni

Da non riuscire più a capire

Che non ci sono poteri buoni

 

E adesso imparo un sacco di cose

In mezzo agli altri vestiti uguali

Tranne qual è il crimine giusto

Per non passare da criminali

C’hanno insegnato la meraviglia

Verso la gente che ruba il pane

Ora sappiamo che è un delitto

Il non rubare quando si ha fame

Ora sappiamo che è un delitto

Il non rubare quando si ha fame

 

Di respirare la stessa aria

Dei secondini non ci va

E abbiamo deciso di imprigionarli

Durante l’ora di libertà

Venite adesso alla prigione

State a sentire sulla porta

La nostra ultima canzone

Che vi ripete un’altra volta

Per quanto voi vi crediate assolti

Siete per sempre coinvolti

Per quanto voi vi crediate assolti

Siete per sempre coinvolti

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