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Joni Mitchell compie 80 anni, le canzoni più belle dell'artista

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Da River a Big Yellow Taxi: per celebrare il compleanno di una delle cantautrici più grandi del secolo scorso, abbiamo scelto sei dei suoi brani più famosi. Piccola parte di un repertorio che mescola folk, rock, jazz e musica elettronica, mettendo in luce un talento che ha attraversato decenni e generazioni

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Oggi, 7 novembre 2023, compie 80 anni una delle cantautrici più grandi del secolo scorso. È Roberta Joan Anderson, in arte Joni Mitchell. Nata a Fort Macleod, in Canada, nel 1943, il suo talento ha varcato i confini e attraversato decenni e generazioni. Il suo stile si è evoluto nel tempo, arrivando a mescolare folk, rock, jazz e musica elettronica. Tante le canzoni indimenticabili che ha scritto: per festeggiare il suo compleanno ne abbiamo scelte sei.

River

Una canzone di Natale triste. È River, brano che fa parte dell’album Blue pubblicato nel 1971. Nel corso degli anni, questa canzone è diventata un classico natalizio: riprende le note di Jingle Bells, ma in chiave malinconica. Un inno, con la sua forza e dolcezza, per chi vive il periodo di festa con sentimenti contrastanti. Parla di una storia d’amore finita male e di una donna che vuole scappare il più lontano possibile. “Sta arrivando il Natale, stanno tagliando gli alberi, stanno appendendo le renne e cantando canti di gioia e di pace. Oh, vorrei avere un fiume su cui poter pattinare via”, canta Mitchell. “River esprime il rammarico per la fine di una relazione. Ma riguarda anche l'essere soli a Natale. Adoro questa canzone perché è un'alternativa a tutte le allegre e scintillanti canzoni natalizie che si sentono in giro. Alcune persone possono trovare il Natale un periodo dell'anno difficile, per diversi motivi, e River penso che sia una canzone in cui si può trovare conforto. Una canzone di Natale per le persone che sono sole a Natale. Abbiamo bisogno di una canzone del genere”, ha raccontato la cantante. River è anche tra le canzoni di Mitchell più registrate da altri artisti: ne esistono oltre 450 versioni. Inoltre, è finita nella colonna sonora di film e serie tv: solo per citarne uno, Love Actually.

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Both Sides Now

Se River è tra le canzoni più coverizzate di Joni Mitchell, la più coverizzata del suo repertorio è senza dubbio Both Sides Now. Inserita per la prima volta nell’album Clouds del 1969 dopo che era già stata interpretata dalla cantautrice statunitense Judy Collins, è anche la sua canzone più conosciuta. La scrisse a 23 anni, dopo il fallimento del suo primo matrimonio e la decisione di dare la figlia in adozione. Racconta della distanza tra realtà e illusione, dell’importanza di guardare le cose da più lati e imparare a riconoscere quelli belli e quelli brutti. Celebra la fragilità umana e la giovinezza perduta. In ogni strofa c’è un inizio positivo, seguito da una visione più matura e disillusa del mondo. Il tutto con una melodia intensa, commovente, straziante. “Stavo leggendo Il Re della Pioggia di Bellow in aereo. All’inizio del libro anche Henderson, il Re della Pioggia, si trova su un aereo. Sta andando in Africa, guarda giù e vede queste nuvole. Ho poggiato il libro, ho guardato fuori e ho visto anch’io le nuvole. E ho immediatamente cominciato a scrivere la canzone. Non avevo idea che sarebbe diventata così famosa”, ha raccontato Mitchell. E infatti la canzone inizia così: “Pieghe e cascate di capelli d’angelo. E castelli di gelato nell’aria. E canyon di piume ovunque. Così guardavo alle nuvole. Ma ora oscurano solo il sole. Fanno cadere pioggia e neve su tutti noi. Così tante cose vorrei aver fatto. Ma le nuvole si sono messe sulla mia strada”.

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A Case of You

Tra le canzoni più famose di Joni Mitchell c’è A Case of You, anche questa inserita nell’album Blue del 1971. Riguardo a quel periodo della sua vita, l’artista in un’intervista ha raccontato: “Non avevo più alcun tipo di difesa personale. Mi sentivo come il cellophane intorno a un pacchetto di sigarette. Mi sembrava di mostrare al mondo ogni mio segreto e non riuscivo a fingere di essere forte. O di essere felice. Il vantaggio di quella situazione era che anche la musica sarebbe stata senza difese”. Secondo alcuni, il brano parla della rottura con Graham Nash, secondo altri è una dichiarazione d’amore rivolta a Leonard Cohen. In ogni caso, si tratta di una canzone intensa e sincera, dal tono intimo, colloquiale. Con dei momenti divertenti e altri tristi. L’amore per l’altro è paragonato al vino. “Sei nel mio sangue come vino sacro, dal gusto aspro e insieme dolce. Potrei bere una cassa intera di te, caro, e rimarrei ancora in piedi”, canta Mitchell.

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The Circle Game

Un’altra delle più belle canzoni di Joni Mitchell è The Circle Game, inserita nell’album Ladies of the Canyon del 1970. Il testo - costruito come una filastrocca - parla di una giostra che gira, metafora del tempo che scorre, delle stagioni che si alternano, della vita che passa e cambia tutto. Come un luna park in cui i sogni si inseguono e si rinnovano, per poi ripresentarsi periodicamente. Un brano dolcissimo, scritto in forma di ballata folk. “E le stagioni continuano ad alternarsi. E i cavallucci di legno della giostra ad andare su e giù. Siamo prigionieri sulla giostra del tempo. Non possiamo tornare indietro, possiamo solo guardare dietro di noi, da dove siamo venuti. E girare, girare, girare nel gioco del girotondo”, canta Joni Mitchell.

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Chelsea Morning

Tra le canzoni più celebri di Joni Mitchell c’è anche Chelsea Morning, inserita nell’album Clouds del 1969. Il brano, ispirato alla stanza della cantante nel quartiere Chelsea di New York City, è un ritratto della vita bohémien, bella e felice. “È una canzone molto dolce”, ha detto l’artista. “Svegliati, è una tipica mattina a Chelsea”, si chiude il brano. E prima c’è la descrizione di alcuni dettagli che caratterizzano il quartiere, dai colori ai suoni del traffico, e l’invito a vivere al massimo la giornata. Una curiosità: Bill e Hillary Clinton hanno deciso di chiamare loro figlia Chelsea dopo aver ascoltato la versione di Judy Collins.

Big Yellow Taxi

Chiudiamo con Big Yellow Taxi, inserita nell'album del 1970 Ladies of the Canyon. La canzone è stata scritta durante un viaggio alle Hawaii e affronta anche tematiche ambientaliste. Joni Mitchell ha raccontato che era in albergo e, guardando fuori dalla finestra, poteva ammirare lo spettacolo dell'oceano Pacifico ma anche un arido parcheggio. “Hanno asfaltato il paradiso per costruirci un parcheggio”, canta in una strofa. E in un’altra, riferendosi al Foster Botanical Garden di Honolulu: “Hanno preso tutti gli alberi, li hanno messi in un museo degli alberi. E chiedono alla gente un dollaro e mezzo solo per vederli”. È anche una canzone malinconica, in cui la cantante racconta la separazione dal suo "vecchio" portato via dal "grande taxi giallo".