Un anno fa, il 18 maggio 2021, moriva Franco Battiato, uno degli artisti più eclettici del nostro panorama musicale. Un Maestro che ha abbracciato diversi stili passando dal pop al rock, dalla musica etnica all’elettronica, fino all’opera e alla lirica. Riscopriamo le frasi più belle delle sue canzoni più celebri
Il Maestro si è spento esattamente un anno fa, all'età di 76 anni. Lungo questi decenni Franco Battiato (VAI ALLO SPECIALE) ha costruito un percorso unico nel panorama italiano (FOTOSTORIA). Un ironico libero pensatore che ha praticato l'arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso. Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con "Povera patria" ha firmato uno dei piu' intensi ritratti del degrado del nostro Paese. Di seguito alcuni dei suoi successi più popolari (alcune curiosità meno conosciute su Battiato).
Franco Battiato: i suoi più grandi successi
Le sue prime incisioni discografiche organiche escono per l’etichetta sperimentale Bla Bla, dal 1971 al 1975. Negli anni ‘80 inizia una collaborazione con l’Emi Italiana e negli anni ’90 si divide tra musica pop e opere liriche. Nell’autunno del ’96 incide L’imboscata e uno dei brani dell’album, La cura, è riconosciuto Miglior Canzone dell’Anno al Premio Internazionale della Musica. Nel ’97 segue anche il ritorno di Battiato nei palasport con un lungo e applauditissimo tour (LE CANZONI CHE HANNO FATTO LA STORIA).
Ecco alcuni dei versi più belli delle sue canzoni.
La cura (1996)
“Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te”
Up Patriots to arms (1980)
“L'impero della musica è giunto fino a noi
Carico di menzogne
Mandiamoli in pensione i direttori artistici
Gli addetti alla cultura
E non è colpa mia se esistono spettacoli
Con fumi e raggi laser
Se le pedane sono piene
Di scemi che si muovono
Up patriots to arms, engagez-vous
La musica contemporanea, mi butta giù”
Strani giorni (1996)
“Chi sa com'erano allora il Rio delle Amazzoni
Ed Alessandria la grande e le preghiere e l'amore?
Chi sa com'era il colore?
Mi lambivano suoni che coprirono rabbie
E vendette di uomini con clave
Ma anche battaglie e massacri di uomini civili
L'uomo neozoico dell'era quaternaria
Strani giorni, viviamo strani giorni
Nella voce di un cantante
Si rispecchia il sole ogni amata ogni amante
Strani giorni, viviamo strani giorni”
Povera patria (1991)
“Povera patria schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese è devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà non cambierà
Non cambierà forse cambierà”
Bandiera bianca (1981)
“Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro
Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare
Quei programmi demenziali con tribune elettorali
E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti
Siete come sabbie mobili tirate giù uh
C'è chi si mette degli occhiali da sole
Per avere più carisma e sintomatico mistero
Uh com'è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano
Quante squallide figure che attraversano il paese
Com'è misera la vita negli abusi di potere
Sul ponte sventola bandiera bianca”
Cuccurucucu (1981)
“Avevo già la luna e urano nel leone
"Il mare nel cassetto"
"Le mille bolle blu"
Da quando sei andata via non esisto più
"Il mondo è grigio il mondo è blu"
Cuccurucucu paloma
Ahia-ia-ia-iai cantava”
E ti vengo a cercare (1988)
“E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza
Questo sentimento popolare
Nasce da meccaniche divine
Un rapimento mistico e sensuale
Mi imprigiona a te
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
Fare come un eremita
Che rinuncia a sé
E ti vengo a cercare
Con la scusa di doverti parlare
Perché mi piace ciò che pensi e che dici
Perché in te vedo le mie radici”
L'era del cinghiale bianco (1979)
Pieni gli alberghi a Tunisi
Per le vacanze estive
A volte un temporale
Non ci faceva uscire
Un uomo di una certa età
Mi offriva spesso sigarette turche, ma
Spero che ritorni presto l'era
Del cinghiale bianco
Spero che ritorni presto l'era
Del cinghiale bianco
Profumi indescrivibili
Nell'aria della sera
Studenti di Damasco
Vestiti tutti uguali
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SEGNALI DI VITA (1981)
Il tempo cambia molte cose nella vita
Il senso, le amicizie, le opinioni
Che voglia di cambiare che c'è in me
Si sente il bisogno di una propria evoluzione
Sganciata dalle regole comuni
Da questa falsa personalità
Segnali di vita nei cortili e nelle case all'imbrunire
Le luci fanno ricordare
Le meccaniche celesti
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GLI UCCELLI (1981)
Volano gli uccelli volano
Nello spazio tra le nuvole
Con le regole assegnate
A questa parte di universo
Al nostro sistema solare
Aprono le ali
Scendono in picchiata, atterrano
Meglio di aeroplani
Cambiano le prospettive al mondo
Voli imprevedibili ed ascese velocissime
Traiettorie impercettibili
Codici di geometria esistenziale
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