Ragazze facili, testo e significato della canzone di Cesare Cremonini

Musica
Camilla Sernagiotto

Camilla Sernagiotto

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A dodici mesi dalla sua pubblicazione iniziale, il brano del cantautore bolognese torna a circolare in una veste differente all’interno dell’album Cremonini Live 25. Un ritorno che non rappresenta una semplice riproposta, ma piuttosto un modo per riportare alla luce la natura autentica di un brano spesso frainteso, il cui centro narrativo non riguarda affatto la rappresentazione femminile, bensì l’universo emotivo maschile e i suoi fragili equilibri

A dodici mesi dalla sua pubblicazione iniziale, Ragazze facili di Cesare Cremonini torna a circolare in una veste differente all’interno dell’album Cremonini Live 25.

Un ritorno che non rappresenta una semplice riproposta, ma piuttosto un modo per riportare alla luce la natura autentica di un brano spesso frainteso, il cui centro narrativo non riguarda affatto la rappresentazione femminile, bensì l’universo emotivo maschile e i suoi fragili equilibri.

Scopriamo di seguito il testo della canzone, il significato e la storia della sua genesi.

La nascita del brano

Partiamo da come è nata la canzone. Cesare Cremonini ha condiviso pubblicamente il ricordo di quella sera in cui Ragazze facili ha iniziato a prendere forma, affidandosi a un aneddoto che conserva l’euforia dell’ispirazione improvvisa. Racconta il momento in cui, afferrato il telefono, ha inciso un primo abbozzo della melodia e delle parole, un frammento imperfetto ma intriso dell’essenza iniziale della canzone.


“La sera in cui ho scritto Ragazze Facili ho preso il telefono e ho registrato il primissimo demo vocale della canzone. A volte lo riascolto perché in questi frammenti è intrappolato un momento incredibile. Ancora non ci sono un paio di cambi di accordi, il testo forse è persino migliore, ma di sicuro c’è l’anima. Dopo aver registrato questo mi sono spostato di camera da letto e ho dormito con lei. Il giorno dopo alle 8 di mattina ero sveglio e lei pronta per essere registrata”.

 

È il racconto di un processo quasi istintivo, in cui la canzone sembra emergere da sola, pronta a essere fissata e sviluppata già all’alba del giorno successivo.

Il testo della canzone

Le parole della canzone Ragazze facili formano il lucido racconto di un uomo che realizza che l'unica via d'uscita è ammettere e chiamare per nome le proprie debolezze.

Di seguito trovate il testo completo.

 

Losche avventure sentimentali

Nate in un angolo della città

Sotto due lune che sembrano uguali

Ragazze facili, facili, come va?

Sai che non vivo più se ti allontani

Vienimi a prendere stasera al bar

Facciamo un giro per tutti i locali

In alto i calici, calici di felicità

Voglio vedere che faccia ha un giorno senza pietà

E se è una cosa normale che ti voglio parlare

E dirti: "Ciao, come va?"

Ah, e come si fa? Eh, eh, eh, eh

Farsi ancora del male

Ancora le pare

Per una storia d'amore

Che poi se ne va

Ragazze facili, facili, facili, facili, facili, facili

Ragazze facili, facili, facili, facili, facili, facili

Poche parole, troppe seghe mentali

Anche se fuori piove, hai messo gli occhiali

Vuoi camminare sotto a un temporale

E siamo fradici, fradici di felicità

Vieni a vedere che faccia ha un giorno senza pietà

Lo sai, è una cosa normale che non riesco parlare

E dirti: "Ciao, come va?"

Ah, ecco come si fa, eh, eh, eh, eh

A farsi ancora più male

Ancora le pare

Per una storia d'amore, amore, amore

Che non se ne va

Lo sai tenere un segreto? (Ah-ah-ah)

Che devo essere sicuro (ah-ah-ah)

Che se comincia davvero, davvero, davvero

Tu non lo dici a nessuno

Stasera sono uscito (facili, facili)

Solo per far casino (facili, facili)

E bere vino fino a mattino con quel mio vecchio amico

Che è sempre in giro (facili, facili, facili)

E adesso è un mito (facili, facili)

Ma ovunque vada è te che vedo e già mi maledico

Sono riuscito a farti perdere il treno

Tu con l'anima in pena, io che rido e che impreco

E, sì, ma forse ci credo che anche tu sei felice

Che la mia vita sbagliata è un regalo del cielo

E quando ridi ci credo, io quando ridi ci credo

E quando ridi ci credo, ci credo, ci credo

Ragazze facili, facili, facili, facili, facili

Ragazze facili, facili, facili, facili, facili

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Una riflessione sul maschile

Il cuore del brano non ruota attorno alla figura della donna e non si adagia su alcuna retorica legata al “lei”. Al contrario, Ragazze facili sposta deliberatamente l’asse della narrazione sull’uomo, indagandone i fragili ingranaggi interiori e i modi spesso goffi con cui tenta di difendersi da ciò che lo ferisce.

Cremonini ha spiegato in modo molto netto questa prospettiva: "Ragazze facili incide il momento preciso in cui un uomo si toglie la maschera. Le 'ragazze facili' non esistono, sono fantasmi della mente, alibi che lo inseguono fino al momento in cui compie l’atto più rivoluzionario e importante: trovare il coraggio di amare davvero”.

 

In questo senso, l’immagine evocata dal titolo non rimanda a figure reali, ma a una costruzione mentale, a un pretesto emotivo creato per deviare lo sguardo dal dolore vero e profondo. Una scorciatoia immaginaria che si sgretola nel momento stesso in cui il protagonista si rende conto di non poter più evitare ciò che prova.

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Il significato narrativo

Nel dipanarsi del brano, viene ritratto un uomo che attraversa esperienze fugaci, serate che si trascinano da un locale all’altro, piogge improvvise e conversazioni interrotte, mentre dietro l’apparente disinvoltura si intravede un disagio che insiste.

 

La voce narrante rivela piano piano il desiderio di uscire da questo meccanismo ripetitivo, riconoscendo che l’unica via possibile è il confronto diretto con le proprie debolezze.

La canzone Ragazze Facili cattura quel punto di rottura in cui le giustificazioni perdono forza e resta soltanto l’urgenza di dare un nome ai sentimenti. Le “ragazze facili” diventano quindi il simbolo di un alibi che non regge più, un’invenzione destinata a dissolversi nel momento in cui il protagonista decide di esporsi davvero.

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