Bianca D'Aponte 2025, le sorprese sono Giglio, Nove, Momi, Lumen e Indelicato

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'edizione numero 21 della speciale rassegna per cantautrici che si è chiusa ad Aversa ha decretato come vincitrice assoluta Micaela Tempesta. Tre premi per la senese Malto. Madrina della serata conclusiva Levante. Commozione per la pubblicazione di un disco con la voce di Bianca D'Aponte, scomparsa a soli 23 anni nel 2003. IL COMMENTO

La poetica cantautorale del Premio Bianca D'Aponte ha scritto la sua ventunesima pagina di storia della musica. Il Teatro Cimarosa di Aversa ha ospitato l'atto finale di questa storica rassegna che ha nel suo dna la scoperta e la valorizzazione del cantautorato femminile e proprio per questo ha voluto, in questo 2025, come madrina Levante. E va riconosciuto a Gaetano D'Aponte e a tutta la sua famiglia musicale, a partire dal tessitore organizzativo nonché problem solving Gennaro "Genny" Gatto, l'anima del Premio, che le artiste che salgono su quel palco vengono accolte anche nelle successive edizioni come ospiti e testimoni di una filosofia che ricorre alla parola Premio per creare una rete di collaborazioni, di sorellanza, di condivisione artistica e umana. La vittoria del ventunesimo Premio Bianca d'Aponte è andata a Micaela Tempesta col brano Veleno 2.0. Mentre il Premio della Critica Fausto Mesolella (storico direttore artistico del d’Aponte) ha due vincitrici che sono la stessa Micaela Tempesta e Nove, ovvero la genovese Roberta Guerra, da poco uscita con l'identitario album sottoquestomare e che ha conquistato la giura con la canzone Anselmo, una delicato e commovente ritratto del papà. Altra mattatrice è stata la senese Malto (Chiara Ceccatelli) che di riconoscimenti ne portati a casa ben tre (con lei sul palco anche un chitarrista e la "cellist" Francesca Del Seppia).

bianca d'aponte

GIGLIO, NOVE, MOMI, INDELICATO E LUMEN LE SORPRESE

I giurati votano ognuno a suo modo e come è giusto che sia assegna alle finaliste un punteggio universitario che va dal 18 al 30. Poi subentra, a livello individuale, una valutazione artistica che non fa pagella ma fa cultura musicale. Nei due giorni trascorsi ad Aversa ho avuto conferma che Martina Giglio (in arte solo Giglio) e la già citata Nove hanno una maturità e una identità forti, che le rendono uniche nel panorama cantautorale italiano. Poi ci sono le scoperte, artiste il cui nome non è nuovo ma che non è mai capitato di vedere su un palco né di approfondire i progetti musicali che stanno facendo germogliare: in primis la friulana Momi, ovvero Monica Commisso, che sta lavorando a un progetto con l'idioma della sua terra; il suo è un viaggio senza filtri, totalmente trasparente e l'esecuzione al pianoforte del brano Loop è arrivata potente al pubblico. Di Giglio e Nove ho già detto. Un'altra sorpresa si chiama Giorgia Maria Indelicato (ma anche lei si presenta col solo cognome), siciliana di Marsala ma residente a Parma: mescola la sua lingua d'origine con l'italiano nel singolo Mari creando suggestioni uniche. Infine c'è Lumen, pugliese di Martina Franca, che ha ipnotizzato il pubblico con Joni, chiara dedica a sua maestà Joni Mitchell: Silvia Demita, così all'anagrafe, nella sua quotidianità è psicologa e quando sale su un palco costruisce pensieri che ascoltati a occhi chiusi sono una carezza. Le altre finaliste sono Claudia Salvini da Arezzo, Testimone (Alessandra Raschetti) dal Canton Ticino e Marta Maria Valerio da Napoli.

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EMOZIONE PER IL DISCO BIANCA D'APONTE ENSEMBLE PER BIANCA

Questa edizione era particolarmente importante perché proprio venerdì 24 ottobre è uscito Bianca d'Aponte - Ensemble per Bianca, il primo disco dove si può ascoltare la voce della giovane e talentuosa cantautrice scomparsa prematuramente nel 2003 a 23 anni. L’album è stato realizzato grazie al contributo di NuovoImaie. Ricco e prestigioso il parterre degli ospiti, a partire da Levante, cantautrice di grande levatura e riferimento per molte sue giovani colleghe. L’artista siciliana è stata la madrina di questa edizione, presiedendo la giuria e proponendo un brano di Bianca d’Aponte, Via da me, insieme ad altri del suo repertorio. Poi si sono esibiti, tra gli altri, Carlo Marrale, storico fondatore dei Matia Bazar, con Silvia Mezzanotte: un viaggio breve ma intenso, tra nostalgia e orgoglio. Anche se, personalmente, non proporrei mai Vacanze Romane: è una canzone che in qualunque forma e con qualunque voce venga affrontata si fa piccola di fronte all'originale. Brunella Selo con Ferruccio Spinetti ha omaggiato lo scomparso Stefano Benni con un brano di Fausto Mesollella (il primo direttore artistico del d’Aponte) sulla sua poesia Tulipani. Due gli omaggi alla musica di Bianca d’Aponte. Quello del violinista Edoardo Amirante con E qualcosa inventerò e uno di un gruppo di alunni del liceo classico e musicale Domenico Cirillo di Aversa, con Cose lontane. Il Premio ha visto come ospiti anche una immensa Carolina Bubbico, sempre più punto di riferimento musicale per il suo genio creativo (nonché umano), Bungaro e l’irlandese Naomi Berrill, vincitrice del Premio Bianca d’Aponte International, selezionata fra le finaliste del recente Premio Andrea Parodi di Cagliari, manifestazione gemellata con il d’Aponte. Inoltre Valentina Lupi, che come vincitrice della scorsa edizione ha aperto entrambe le serate, ed alcune ex finaliste e vincitrici come Cristiana Verardo, Veronica Marchi e Manuela Zero. A completare il cast Acquachiara. Una band residente, coordinata da Alessandro Crescenzo, ha accompagnato alcune concorrenti e alcuni ospiti.

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