Roberto Benigni ospite a Sanremo stasera, i precedenti al Festival. VIDEO
Musica
Carlo Conti ha annunciato in conferenza stampa la presenza dell’artista toscano sul palco dell’Ariston. Quindi per la settima volta l’attore e regista premio Oscar sarà protagonista della kermesse canora. Dal celebre bacio con Olimpia Carlisi, datato 1980, all’omaggio alla Costituzione nel 2023 alla presenza del presidente Mattarella, un viaggio alla scoperta delle sue precedenti partecipazioni a Sanremo
A volte ritornano. E ritornano in grande stile. Come nel caso di Roberto Benigni. In conferenza stampa Carlo Conti ha infatti ha annunciato urbi et orbi che l’artista Premio Oscar aprirà la quarta serata della 75.ma edizione del Festival di Sanremo. Per parafrasare Shakespeare, un ritorno fatto “della materia di cui sono fatti i sogni”. Perché, come ha evidenziato il direttore artistico della kermesse canora, “Non si sa cosa farà Benigni”. D’altronde l’ex Mario Cioni è una nostrana incarnazione del fool shakesperiano. Una mina vagante, un anarchico istrione sempre pronto a sparigliare le carte. Basta guardare le sue precedenti partecipazioni al Festival.
La prima volta di Benigni a Sanremo, tra un epiteto e un bacio
Cosa resterà di questi anni Ottanta? Se parliamo di Sanremo, ça va sans dire, Roberto Benigni che conduce la trentesima edizione del Festival. Per quel "Wojtylaccio" dedicato a Papa Giovanni Paolo gli fecero un processo in Vaticano per vilipendio di un capo di Stato straniero. E per par condicio coniò pure un "Cossigaccio" riservato all’allora presidente del Consiglio dei ministri, Francesco Cossiga. Last but not least, il comico si lasciò andare a un bacio appassionato e alla francese, della durata di 30 secondi, con l’attrice Olimpia Carlisi, al tempo sua compagna. Si sa, amor omnia vincit, soprattuto nella città dei fiori.

Approfondimento
Benigni al Papa: “Insieme alle elezioni con il campo largo”. VIDEO
Il giudizio Universale, tra Pippo Baudo e Manuela Arcuri
Benigni portò scompiglio pure nel 2002. In occasione del cinquantaduesimo Festival di Sanremo, l’artista rilesse il Giudizio Universale, attraverso la lente della politica, tant’è che non mancarono le contestazioni della Casa delle Libertà. Non ci resta che piangere, oppure ridere. Ma la vis comica di Roberto è anche fisica. Non poteva mancare quindi un dispettoso palpeggiamento del conduttore Pippo Baudo, proprio in quelle parti dove non batte mai il sole, e uno spiritoso tentativo di scoprire cosa ci fosse sotto l’elegante abito di Manuela Arcuri. La legge che regola l’attrazione dei corpi è forte, ma oggi una gag così non potrebbe essere più riproposta.

Approfondimento
Non ci resta che piangere, 40 anni dopo
Da Berlusconi a Oscar Wilde
Nel 2009, il cinquantanovesimo Festival di Sanremo, condotto da Paolo Bonolis, vede un Benigni travolgente tra satira politica e diritti dei gay. Nel suo monologo sbertuccia Silvio Berlusconi, Iva Zanicchi e Walter Veltroni. Ma soprattutto, risponde a Povia e alla sua canzone Luca era Gay con la lettura della missiva che Oscar Wilde scrisse dal carcere al proprio amato Lord Alfred Douglas che termina con queste parole: "Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze; la lunga giornata in tribunale mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti i giovani, amatissimo e più amabile. Oh! aspettami! aspettami! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale”.

Approfondimento
Roberto Benigni: “Vorrei tornare al cinema con un piccolo film"
IL RISORGIMENTO A CAVALLO
Parimenti all’evoluzione della sua carriera artistica, Benigni abbandona le eversive provocazioni alla Lenny Bruce. Infatti il 17 febbraio 2011, in occasione della terza serata del Festival dedicata al 150º anniversario dell'Unità d'Italia, l’artista si manifesta all'Ariston in sella a un bianco destriero. Tra il Risorgimento, la genesi del tricolore, l’inno di Mameli e alcuni versi della Divina Commedia (precisamente i vv. 31-33 del XXX canto del Purgatorio), l’Italia s’è desta e dell'elmo di Roberto si è cinta la testa.
II cantico dei cantici come Yesterday dei Beatles
ll settantesimo Festival di Sanremo, nel 2020, coincide con l’omaggio di Benigni a San Francesco. Ecco una sintesi del suo intervento sul palco dell’Ariston:“Un ingresso così con la banda come un capo di Stato non mi era mai capitato. Questo è il più bel Sanremo che abbia mia visto (…) Nell’ Ottana vinse Toto Cutugno, eterno secondo che arrivò primo. Ora però è cambiato il sistema di voto, si può anche citofonare e dire: qui c'è gente che canta". Infine, inizia a recite i versi del Cantico dei Cantici, "che parlano dell'amore fisico di due ragazzi che cantano ognuno l'amore per l'altro. Non c'è canzone più ardente. È come avere Imagine o Yesterday dei Beatles e nessuno l'hai mai fatta in tv”.
W la costituzione
Due anni fa, al Festival di Sanremo, condotto da Amadeus, Benigni esordisce con queste parole: “È tutto nuovo, anche l'Ariston, sembra uscito dalla fabbrica ora, ho sentito che in gara ci sono tanti cantanti giovani, poi c'è il presidente della Repubblica, per la prima volta, anche questa è una novità". Poi, l’attore e regista prosegue leggendo la Costituzione. Il monologo termina così: "I padri e le madri costituenti hanno lasciato l'ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà". Ha detto Roberto Benigni dal palco e poi, rivolgendosi nuovamente al Presidente Mattarella: "Tra i nostri padri costituenti c'era Bernardo Mattarella che è il padre del Presidente. Lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella”.