Grammy Awards 2025, le interviste a Kim Gordon, Idles e Sean Lennon sul Red Carpet
Musica Photo by Getty Images for the Recording Academy®A pochissimi minuti dall’inizio della cerimonia dei Grammy Awards, abbiamo scambiato qualche battuta con alcuni artisti arrivati sul Red Carpet della Crypto.com Arena di Los Angeles. Seppur vicini soltanto virtualmente, abbiamo respirato anche noi un po’ di quelle vibes che solo ad un evento come questo si possono vivere. Abbiamo chiacchierato con Kim Gordon, Judas Priest, Idles, Calico Cooper, Sean Lennon e molti altri ancora
Milano e Los Angeles non sono mai state così vicine, soprattutto nella notte più importante della musica. Noi siamo a Milano, ma siamo collegati con un piccolo gruppo di giornalisti americani con il tappeto rosso della Crypto.com Arena, teatro della 67esima edizione dei Grammy Awards. Siamo l’unico media italiano e cerchiamo di capire come funziona la grande macchina della musica. Nulla di più semplice e organizzato: l’organizzazione segnala il talent o l’artista in arrivo sul Red Carpet e disponibile a chiacchierare con noi giornalisti, chi è interessato lo scrive nella chat e, uno alla volta, si dialoga in diretta. Può sembrare surreale, ma è tutto vero. Ed è un processo molto chiaro. La cerimonia inizia alle due del mattino di lunedì 3 febbraio, il tappeto rosso virtuale alle 20.30: sono tanti gli artisti che arrivano e si fermano a chiacchierare con noi.
Sean Everett e la collaborazione con Beyoncé per l'album "Cowboy Carter"
L’aspetto molto interessante di trascorrere qualche momento con i musicisti, cantautori e produttori candidati che si fermano è che condividono anche momenti rimasti finora nascosti. Come per esempio Sean Everett, produttore che ha collaborato con Beyoncé per l’album Cowboy Carter: “Sì, ho lavorato con Beyoncé. È stato un lavoro intenso, ma con un’artista come lei è sempre molto stimolante confrontarsi” ci racconta. Gli chiediamo con chi sta scrivendo ora. Lui sorride e dice: “Con Miley, sì, Myley Cyrus! È una delle mie artiste preferite, ed è bravissima. Stiamo facendo qualcosa di bello che uscirà presto”. Gli chiediamo subito se è un brano, o un album: “Un progetto nuovo, un disco. Uscirà presto e lo ascolterete. E poi mi direte cosa ne pensate” racconta prima di salutare i giornalisti collegati.
Aoife O’Donovan, candidata ai Grammy con un album dedicato alle donne della storia
Sono tante le artiste candidate ai Grammy Awards di quest’anno, e con molte abbiamo la possibilità di scambiare qualche battuta. La prima è Sara Jarosz, cantautrice folk americana che ci racconta come ogni volta sia sempre un’emozione sapere di essere tra le artiste candidate ai Grammy Awards (e di grammofoni ne ha già vinti). Mi racconta che per mantenere viva la sua creatività ascolta tanta musica, di artisti molti diversi tra loro, perché questo le permette anche di non ripetersi. Poco dopo chiacchieriamo per qualche istante con Aoife O’Donovan, cantautrice folk che il 22 marzo 2024 ha pubblicato l’album All My Friends, candidato come Miglior Album Folk e presente nella categoria Best American Roots Song. Un disco che si basa su alcune composizioni di Aoife che traggono ispirazione dal suffragio e dal passaggio del 19° emendamento: un progetto che può essere d’ispirazione per molte ragazze che sognano, un giorno, di diventare musiciste. O semplicemente vogliono realizzare i loro sogni, senza aver paura. Ne parliamo insieme, anche ripensando alle elezioni americane dello scorso anno e della figura di Kamala Harris. Aoife ci racconta che l’idea di essere d’ispirazione per tante persone la rende molto orgogliosa, ma prima di salutarci sottolinea un’idea molto chiara: “Alle ragazze che hanno un desiderio e un sogno, dico soltanto di fare il possibile per realizzarlo. Essere un esempio per me è bellissimo, ma quello che cerco di trasmettere anche a mia figlia è di credere in qualcosa dare sempre il massimo per ottenerlo. Lo spazio per noi donne c’è, e il fatto che ci siano tante artiste anche qui ai Grammy è un segnale importantissimo”.

Approfondimento
Grammy, Beyoncé fa storia e vince Miglior album. Tutti i premi
Kim Gordon si racconta a Sky Tg24: la prima candidatura ai Grammy, la reunion dei Nirvana e la "sua" LA
Fiera, stupenda e così rock: Kim Gordon arriva sul red carpet con delle piccole corna tra i capelli. Ne parliamo insieme, anche se la nostra conversazione si sposta su due momenti importanti della sua carriera: la sua prima candidatura ai Grammy, quest’anno, e la reunion dei Nirvana al Fire Aid degli scorsi giorni, dove Kim, cuore dei Sonic Youth, ha suonato il brano School con Dave Grohl, Krist Novoselic e Pat Smear. Anche se non è la prima volta (era già successo nel 2014 alla Rock and Roll Hall of Fame). Ha scelto lei School?, le chiediamo. Kim alza il microfono e con la sua voce roca e un po’ strozzata risponde serafica: "Mah, no. Non l’ho scelta io. Dave e gli altri mi hanno proposto questo brano e io ho accettato senza problemi. Suonare con loro? Sempre molto divertente", dice accennando un sorriso. Continuiamo la nostra chiacchierata chiedendole della sua prima nomination e soprattutto di cosa significhi LA per lei, città dove è cresciuta e che ha lasciato, per poi tornare. Città colpita dagli incendi, a cui la serata dei Grammy sarà dedicata, anche per raccogliere fondi per la ricostruzione. "Cosa significa essere tra i candidati a questa edizione dei Grammy? Beh, è strano. Suono da una vita, per me è una sensazione particolare, dai. Cosa posso dire di LA? Tornare qui per me è stato importantissimo: sai, dopo aver vissuto a lungo a New York ed aver suonato in tanti club underground, portare la mia musica a casa è fondamentale. LA sarà sempre casa, e vederla così mi distrugge. Ma ho seguito un consiglio che tanti anni fa mi diede mia madre: non prendere mai una casa sulle Hills (le colline di Hollywood), perché accade sempre qualcosa. Questa sera, però, uniamo il potere della musica ad una raccolta fondi per aiutare la mia città: è bello e fondamentale farlo sempre, ma oggi di più". Ci saluta senza togliere i grandi occhiali scuri, ma lei è Kim Gordon, e può (quasi) tutto.

Approfondimento
FireAid, chi c'era al concerto per gli incendi di Los Angeles. FOTO
Idles: onorati di essere qui, dopo i Grammy suoniamo per una raccolta fondi a sostegno di LA
Anche gli Idles, appena arrivati a Los Angeles per partecipare alla cerimonia dei Grammy, faranno un concerto per la città, a sostegno della ricostruzione delle aree distrutte dagli incendi. “Siamo appena arrivati ma il nostro manager ha fatto il possibile per farci suonare per una giusta causa come questa. Insieme a noi ci saranno tanti artisti, come Cat Power. Dopo questo live ripartiamo subito, ma era importante esserci e fare qualcosa” dicono. Chiedo loro cosa significhi essere candidati in due categorie (Miglior Album Rock per TANGK e Miglior Performance Rock), ma soprattutto essere molto amati anche oltreoceano, mai scontato e semplice, soprattutto per una band britannica. Mi risponde Joe Talbot, cantante della band: "Wow, cool direi. Sì è bello. Noi, comunque, questa sera siamo qui per celebrare la musica e non con l’idea di vincere dei premi…essere qui è un traguardo importante come band, ma il nostro obiettivo resta sempre lo stesso: continuare a suonare, sempre". Prima di salutarci rivolgono un messaggio alla Palestina, per poi allontanarsi sul tappeto rosso.

Approfondimento
Grammy Awards, gli outfit e gli abiti più belli degli ultimi anni FOTO
Tornano i Judas Priest ai Grammy, quindici anni dopo la vittoria nella categoria Miglior Performance Metal
Tra le leggende che si fermano a parlare con noi giornalisti ci sono i Judas Priest e Calico Cooper, candidati per due progetti distinti. Ai Judas Priest chiediamo come si è evoluta la loro musica in questi anni, visto che la loro ultima candidatura – e vittoria - ai Grammy Awards risale a quindici anni fa, nella stessa categoria del 2025. Mi rispondono quasi contemporaneamente: "La sostanza della band non è mai cambiata, ci confrontiamo sempre tra noi. E poi abbiamo un legame molto forte che ci unisce: questo rende tutto più semplice" aggiungono.
Calico Cooper, figlia della leggenda del rock Alice Cooper e prima nomination ai Grammy nella cantegoria “Miglior album musicale per bambini”
Poco dopo sul red carpet arriva anche Calico Cooper, figlia di Alice Cooper, leggenda del rock, per la prima volta candidata ai Grammy per un progetto molto interessante: l’album Solid Rock Revival, nella categoria Miglior Album per bambini. Sì: è tutto vero. Calico, infatti, ha riunito alcuni dei migliori musicisti rock come Alice Cooper, Slash, Rob Halford e Slash (solo per citarne alcuni) che, insieme, hanno rivisitato dei classici della musica da rivolgere ai bambini (come, per esempio, No More Mr. Nice Guy proprio di Alice Cooper, rinominato Mr. Nice Guy, con un messaggio contro il bullismo). Tutti i proventi delle vendite del disco ma anche dei concerti vengono devoluti alla Fondazione Norelli e alla Fondazione Solid Rock di Alice Cooper. Insieme a Calico, sul tappeto rosso, anche alcuni bambini che hanno partecipato al progetto. Chiediamo a Calico se ha un augurio che fa a chi ascolterà questo album: "Mi auguro che tanti bambini ascoltino i messaggi di questi brani e riescano a credere di più in loro stessi. Spero sempre che credano nei loro sogni, anche di suonare un giorno in una band rock, senza aver paura. Riunire così tanti artisti non è stato semplice, ma ci siamo riusciti…per un’ottima causa" aggiunge Calico prima di salutarci.
Sean Ono Lennon: "Questa cerimonia è una Full Family Experience"
Parliamo qualche istante anche con Sean Lennon, ai Grammy perché candidato nella categoria Best Boxed Or Special Limited Edition Package per Mind Games, album solista di Lennon uscito nel 1973 e ripubblicato a luglio 2024, una lettera d’amore del padre nei confronti di Yoko Ono. "Sì, sono qui come candidato, certo. Ma ci sono anche i Beatles, e la mia fidanzata, che suona con St. Vincent: questa cerimonia per me è una Full Family Experience, un’esperienza familiare completa! Sembra quasi tutto così strano e surreale, ma sono entusiasta di essere qui". Gli chiediamo del legame con il padre, e lui subito ci dice che "in questa occasione lo voglio onorare, sono molto felie di poterlo fare".

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St. Vincent racconta "All Born Screaming", il suo settimo album
