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Robbie Williams, dopo la morte di Liam Payne chiede gruppo di supporto per le giovani star

Musica
©Getty

Durante l'esperienza sul palco, prima nei Take That e poi come solista, il cantante ha sofferto di problemi di salute mentale. La scomparsa dell'ex One Direction ha risvegliato in lui ricordi indelebili e una consapevolezza, che bisogna "proteggere le persone" alle prese con la fama

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Dopo la morte di Liam Payne, l’ex cantante degli One Direction che il 16 ottobre è precipitato dal terzo piano di un hotel in Argentina all’età di 31 anni, Robbie Williams ha chiesto all’industria musicale di creare un gruppo di supporto per “le giovani star alle prese con la fama”. Lui stesso, che era diventato famoso all’età di 16 anni quando faceva parte del gruppo pop Take That, ha confidato le difficoltà che ha vissuto e ha suggerito di riunire un “laboratorio di creativi empatici e compassionevoli” per “proteggere le persone”. In un’intervista a Express, l’artista ha spiegato che “se segui la storia da vicino, stiamo iniziando a capire, forse più a un livello subconscio che conscio, che la fama non è una soluzione a tutto. Alcuni sono fortunati ad arrivare dall’altra parte, ma molti no. Spero che venga fatto qualcosa in nome di Liam per proteggere le persone, qualunque cosa questo significhi”.

I DEMONI DI ROBBIE WILLIAMS

“Come dare un senso alla tragedia di Liam Payne? Ovviamente, i miei primi sentimenti nei confronti della sua scomparsa sono stati come per tutti gli altri. Shock, tristezza e confusione. E a essere onesti, mentre scrivo queste parole, è lì che mi trovo ancora”, aveva scritto su Instagram Robbie Williams poco dopo la scomparsa dell’ex One Direction. Lo scorso anno il cantante aveva raccontato nella docuserie Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick) Robbie Williams gli alti e bassi della carriera in gruppo e solista, che sono stati accompagnati da problemi di salute mentale. Sul palco, di fronte a migliaia di persone, aveva sofferto di “esaurimento nervoso, mentale” e di agorafobia. “Avevo ancora i miei demoni a 31 anni”, aveva proseguito nel post Instagram pubblicato il mese scorso. “Ho avuto una ricaduta. Soffrivo. Soffrivo perché ho avuto una ricaduta. Ho avuto una ricaduta per una moltitudine di dolorose ragioni. Ricordo la morte di Heath Ledger e il pensiero è stato ‘sarò il prossimo’. Grazie Dio e/o per pura fortuna sono ancora qui”.

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