La band eterna rivale dei Beatles (benché fosse solo una rivalità mediatica) nacque per caso in un locale di Londra, esattamente 62 anni fa. Nonostante la loro carriera abbia superato ampiamente il mezzo secolo, Mick Jagger e soci continuano a dettare legge nel mondo delle sette note
Oggi, 12 luglio 2024, i Rolling Stones spengono 62 candeline.
La leggendaria band capitanata da Mick Jagger nasceva a Londra esattamente 62 anni fa e, nonostante la loro carriera abbia superato ampiamente il mezzo secolo, questi inglesi ormai ottuagenari continuano a essere eterni giovani e a dettare legge nel mondo delle sette note.
Era il 12 luglio del 1962 quando gli Stones andavano in scena per la prima volta. È successo al Marquee Club londinese, locale cult in cui quella sera avrebbe dovuto suonare il musicista blues Alexis Korner assieme alla sua band. Tuttavia proprio quella sera a Korner venne fatta una proposta assai allettante: gli chiesero di prendere parte a una registrazione televisiva della BBC. Non poteva proprio dire di no.
È stato allora che Alexis Korner ha chiesto a Brian Jones e al suo gruppo di sostituirlo. Gli Stones ottennero la data quando i Blues Incorporated di Alexis Korner, band che suonava con Mick Jagger alla voce tutti i giovedì in quel club, furono invitati a suonare in una trasmissione della BBC. Jagger non avrebbe dovuto prendere parte alla diretta, così Brian Jones propose ad Harold Pendleton (l’allora proprietario del Marquee Club) di sostituire i Blues Incorporated con il gruppo suo e di Mick Jagger, almeno per quella sera. E sempre Jones è colui che si è improvvisato pure addetto stampa, chiamando il giornale locale Jazz News per promuovere il concerto.
Leggenda vuole che, alla domanda del redattore “come si chiama la vostra band?”, il chitarrista (e polistrumentista, a onor del vero) abbia risposto con la prima canzone del disco che si trovava di fianco a lui in quel momento: Rollin’ Stone, tratta dal Best Of di Muddy Waters.
In occasione di quella serata, è stato lo stesso Brian Jones a decidere che il gruppo sarebbe salito sul palco presentandosi con il nome di Rollin' Stones, quindi.
La citazione scelta in omaggio all'omonima canzone di Muddy Waters portò loro non poca fortuna, e piacque a tutti quanti, motivo per cui ancora oggi è quello il loro nome. Qualcosa di provvisorio, utilizzato per una sola sera, è diventato di lì a poco il più grande nome della musica rock globale, aggiungendo soltanto la -g a Rollin e togliendo dunque l’apostrofo di elisione.
Una lunga scia di successi
Definire la carriera di Mick Jagger, Keith Richards e compagni come rosea è riduttivo. Semmai d’oro, ecco, poiché Jagger sembra davvero essere il "Re Mida del rock", colui che, qualunque cosa tocchi (o incida), la tramuta in oro massiccio.
Il percorso della band di cui da sempre è il cantante e leader è costellato da una lunga scia di successi, da Gimme Shelter a Paint It Black, da Jumpin' Jack Flash a Tumbling Dice e Start Me Up, passando per l'immortale (I Can't Get No) Satisfaction.
Da quella primissima apparizione degli Stones al Marquee Club di Londra il 12 luglio 1962, di strada questi eterni ragazzi ne hanno fatta parecchia...
Sono diventati famosi come rivali dei Beatles, con cui si sono contesi il primato per tutti gli anni Sessanta, ma la loro fu solo una rivalità mediatica, diciamocelo finalmente!
approfondimento
I Rolling Stones suoneranno al Jazz festival di New Orleans
Mick Jagger: “È abbastanza assurdo se ci penso"
Di quella sera di luglio al Marquee Club di Londra, Mick Jagger dice: “È abbastanza assurdo se ci penso”. Queste parole sono state espresse dal leader degli Stones nel 2021, parlando all’edizione americana del magazine Rolling Stone in occasione dell’allora 50esimo anniversario (oggi 62esimo) del primo concerto degli Stones, quella mitica data del 12 luglio 1962 al Marqueee Jazz Club di Londra.
“È abbastanza incredibile quando ci penso. Ma è stato molto tempo fa. Molti di noi sono ancora qui, ma è un gruppo molto diverso da quello che ha suonato lì 50 anni fa”, aveva detto Jagger nel 2012.
In quella notte d’estate del ’62, la formazione dei Rolling Stones consisteva in Jagger alla voce, Brian Jones e Keith Richards alla chitarra, Ian Stweart al piano e Dick Taylor al basso. “Sul batterista c’è un dibattito: alcuni fan sostengono che fosse il loro solito batterista delle origini, Tony Chapman, ma Richards nella sua autobiografia del 2010 Life insiste sull’amico Mick Avory”, ha sottolineato il giornalista Patrick Doyle in un articolo apparso su RS il 12 luglio 2019.
approfondimento
Keith Richards fa 80 anni: storia del chitarrista dei Rolling Stones
Soldi dal padre di Jagger per noleggiare strumenti
Come spiega Rolling Stone (la rivista, dato che basta una s finale per indicare i soggetti di questo articolo…) la band chiese in prestito dei soldi al padre di Mick Jagger per noleggiare la strumentazione per quel primo concerto.
In Life, Keith Richards cita canzoni come Dust My Broom, Confessin’ the Blues e Got my Mojo Working come parte della scaletta della serata. “Sei seduto con un po’ di gente, poi stai suonando e pensi ‘Oh, sì!’ Quella sensazione è meglio di qualsiasi altra” ha scritto Richards nel libro. “C’è un preciso istante in cui ti accorgi di aver lasciato il pianeta per un attimo e nessuno può toccarti: è volare senza la patente”.
approfondimento
I Rolling Stones tornano in tour, 16 date tra Stati Uniti e Canada
Dopo quel primo concerto, iniziò un mini-tour
La band continuò poi a suonare in altri club di Londra quell’estate del 1962, consolidando pian piano un mito che ancora oggi è la stella polare del firmamento musicale.
Nell’agosto del ’62 Jagger, Richards e Jones si trasferirono in un appartamento sudicio al secondo piano del 102 di Edith Grove a Fulham, dividendo la stanza con piatti sporchi, due letti e nessun mobile. Più tardi, anche Charlie Watts si trasferì lì, come ricostruisce RS. “I Rolling Stones passarono il primo anno della loro vita a bazzicare per posti, rubare cibo e fare le prove”, ha ricordato Richards. “Stavamo diventando i Rolling Stones”. Il resto è storia, sia storia della musica che storia del costume e società. E forse, anche storia dell’umanità in senso lato, perché se esiste un’icona culturale quella va proprio sotto il nome di Rolling Stones.
approfondimento
Mick Jagger e Lady Gaga con Bad Bunny al Saturday Night Live. VIDEO
Jagger: “Una parte di me sa che stiamo imbrogliando”
Mick Jagger nel 2019 ha ammesso di non essersi sentito a proprio agio nel ricordare l’allora 50esimo anniversario. “Una parte di me sente che stiamo un po’ imbrogliando”, ha detto ai microfoni di quella rivista che così tanto assomiglia al suo gruppo nel nome.
“Perché non è la stessa band di allora, credo che solo io e Keith siamo gli stessi. Ho provato a ricordare quale fosse la prima data di Charlie con noi, ma nessuno di noi ne ha idea, nessuno se lo ricorda. Ma è sicuramente un traguardo incredibile, e penso sia fantastico. Sono davvero fiero di noi”.
Charlie Watts morirà due anni dopo quella intervista a RS: il mitico batterista britannico è morto il 24 agosto 2021, a 80 anni, in un ospedale di Londra dopo un'operazione d'urgenza al cuore. Jagger, Richards e Wood gli tributarono omaggi, insieme anche all'ex membro degli Stones Bill Wyman e a tutti i più grandi nomi della musica mondiale, inclusi Paul McCartney e Ringo Starr di quei Beatles considerati gli eterni rivali (ma con cui in verità gli Stones sono stati sempre in ottimi rapporti, uniti da una reciproca stima e, soprattutto, dalla più grande magia che possa unire gli esseri umani: la passione per la musica).
Dopo l’addio al batterista, per 10 giorni,il contenuto del sito web dei Rolling Stones fu rimpiazzato da una singola foto di Charlie Watts.