Moby si racconta a Sky Tg24: "La musica di oggi? Non mette in discussione lo status quo"

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Valentina Clemente

Valentina Clemente

Il nuovo album, always centered at night, con artisti a cui ha detto di vivere questa occasione per "essere veri creativi e non scrivere musica pop". I 25 anni dell’iconico Play, che riporterà dal vivo in alcune date in Europa, per un tour i cui proventi verranno dati alle associazioni animaliste. Essere vegano, elemento più importante della sua vita. Più della carriera. E il ruolo della musica oggi, che non mette in discussione lo status quo. Abbiamo incontrato Moby a Los Angeles, ecco la nostra intervista

"Mi raccomando, sii puntuale perché Moby ci tiene molto!". Un’amica che conosce bene il produttore statunitense, che quest’anno celebra 25 anni dell’iconico album Play (che, ammetto, ho consumato nel corso degli anni), mi scrive mentre sono in macchina, nelle prime ore del mattino californiano, per ricordarmi di non fare tardi. Non perché io sia ritardataria, ma perché sa il viaggio che devo fare per arrivare nella zona in cui è stata fissata l’intervista è piuttosto lungo. Sì: fino a poche ore prima di partire verso Los Angeles mi trovo a Indio, nel deserto californiano, per seguire l’edizione 2024 del Coachella Festival dove, in una delle primissime edizioni, ha suonato anche Moby. No problem: mi metto in viaggio e arrivo circa un quarto d’ora prima dell’orario previsto. Il quartiere è uno dei miei preferiti, e per essere certa che sono nel posto giusto, chiedo informazioni a due ragazzi con la maglia dei Black Sabbath che molto carinamente mi dicono: "Yeah, you’re in the right place". Parcheggio la mia auto, salgo gli scalini e busso alla porta. Qualche istante la porta si apre e Moby mi saluta dicendo: "Hi, I’m Moby!". Prima di scegliere insieme dove registrare, gli dico che sto arrivando da Coachella e parliamo un po’ del Festival, e lui mi dà la sua opinione. L’intervista, circa venti minuti molto intensi e ricchi di contenuti, è un manuale di preparazione, musica e analisi di ciò che la musica stessa sta vivendo oggi. Moby non ha paura di dire quello che pensa, e la sua visione – proprio oggi – è più importante che mai. La nostra intervista vi spiegherà perché. E vi arricchirà, trust me.

"Ogni momento del mio viaggio artistico è stato una sorpresa"

Sono passati 25 anni da Play, e di cose ne sono successe. Guardando al passato, a cosa pensa?

Nella mia vita ho suonato tanti generi musicali diversi. È un aspetto interessante perché non mi sarei mai aspettato di avere una carriera da musicista: pensavo sarei diventato un professore di filosofia, che avrei fatto musica nella mia cameretta, nel mio tempo libero… ma mai avrei immaginato che qualcuno avrebbe ascoltato la musica che poi creato. Ogni singolo momento di questo viaggio è stato una sorpresa. La cosa interessante è che negli anni Novanta e Duemila mi sono fatto prendere più dagli aspetti professionali della musica. Da allora ho capito che, ad essere sincero, non mi interessa la parte economica e professionale di questo settore... Ciò su cui mi concentro è la capacità della musica di comunicare emozioni, le sue componenti spirituali e le sue qualità ineffabili. Questo è ciò che mi affascina e mi interessa. Ignoro completamente il business legato alla musica, per potermi concentrare sul potenziale che essa ha per essere bellissima e d’impatto.

"Oggi cosa ascoltano i ragazzi? Spero non musica pop"

Fare musica, oggi: è ancora possibile concentrarsi solo sull’aspetto artistico? O crede che il vero focus si sia perso nel corso del tempo?

Da un lato, non mi fido della mia opinione sulla musica moderna: ho 50 anni, quindi a nessuno dovrebbe interessare la mia opinione sulla musica pop, perché il pop è per i diciassettenni. Quello che mi sembra strano però è che questo tipo di musica sia dominante su tutti gli altri. A volte mi chiedo e quasi vorrei dire ai ragazzi: cosa ascoltano i cool kids? Ascoltano musica pop? Perché se è così, è molto deprimente. La dinamica è sempre stata: il mainstream ascoltava musica pop, mentre le persone interessanti si dedicavano ai Clash, alla musica alternativa ed elettronica sperimentale. Oggi cosa ascoltano i ragazzi? Spero non musica pop perché la sola idea è piuttosto triste. La musica pop va bene per quello che è, ma come tutti sappiamo è fondamentalmente la colonna sonora dei balletti di TikTok, il che non è una brutta cosa certo...ma non c’è sostanza.  Dov’è la sostanza? Dov'è la musica stimolante, emozionante e sincera? Aspetto che qualcuno me lo faccia notare.

 

E dei ragazzi che usano il suo brano Porcelain come sottofondo per i loro balletti su TikTok, cosa pensa?

Lo trovo interessante considerando che non mi sarei mai aspettato di intraprendere una carriera da musicista. Il fatto di aver fatto musica che le persone sono ancora disposte ad ascoltare è davvero sorprendente. Il fatto che parte della musica che ho realizzato abbia questa strana vita sui social media non è quello che mi aspettavo, certo. Ma ne sono grato.

 

LOS ANGELES, CALIFORNIA - MARCH 07: Musician Moby performs onstage during the 7th Annual Adopt the Arts Benefit Gala at The Wiltern on March 07, 2019 in Los Angeles, California. (Photo by Scott Dudelson/Getty Images)

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Il nuovo album, gli artisti e il ruolo di Benjamin Zephaniah

Il suo nuovo album, always centered at night, ha una canzone composta di sole domande. Sono temi a cui lei si è dato una risposta?

In questo nuovo album, always centered at night, ho collaborato con alcuni cantanti relativamente sconosciuti. Alcuni di loro hanno sviluppato un percorso artistico, come Lady Blackbird, Serpentwithfeet. Molti altri interpreti non sono volti noti... ma amo le loro voci. C’è una canzone, where is your pride, scritta da Benjamin Zephaniah, recentemente scomparso: era un poeta, attivista e accademico e i suoi testi sono composti di sole domande. Non conosco altre canzoni in cui ogni frase è di fatto un interrogativo. Benjamin è scomparso alla fine dello scorso anno: sono felice di essere riuscito a condividere questo brano con lui prima che morisse, perché credo abbia davvero realizzato qualcosa di molto stimolante e interessante. Sono felice sia riuscito ad ascoltare questo brano prima di venire a mancare.

always centered at night, da etichetta a disco

Il suo album Play quest’anno festeggia 25 anni: quando lo ascolto sento Moby, come del resto quando sento always centered at night: il suo stile si sente perfettamente. Una cosa: ma always centered at night non era anche la sua casa discografica?

Ohh, always centered at night inizialmente avrebbe dovuto essere un’etichetta discografica, ma poi ho capito che non volevo gestire nulla di tutto questo. Quindi abbiamo deciso che mi sarei concentrato sull’aspetto creativo della musica e non fare il discografico: quello che voglio fare è solo musica, e non pensare agli aspetti burocratici ad essa legati.

 

Ok. Ma parliamo della musica di 25 anni fa e quella di oggi: è importante per lei essere fedele a se stesso, ieri ed oggi?

È una domanda interessante. Alcuni musicisti sono molto bravi ad adattarsi allo Zeitgeist. Altri non hanno un suono identificativo: sono produttori, ingegneri, sono bravi a capire quale sonorità funziona meglio per poi ricrearla. Io non sono mai riuscito a farlo. La mia abilità – sempre se ne ho una – è usare la mia esperienza e capacità di artista per fare musica che amo e che, penso, sia interessante. E che, spero, possa essere anche esteticamente impegnativa o sia bella. Non saprei come non essere autentico. Non ho mai saputo non essere me stesso: alcune persone ci riescono. Ci sono dei produttori che ascoltano qualcosa alla radio e, immediatamente, lo ricreano fedelmente... io non sono quel tipo di persona.

 

 

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"Ai musicisti che hanno lavorato con me a questo album ho detto: potete essere artisti, creativi, scrivere poesie…senza necessariamente scrivere testi pop"

Ha più paura dell’intelligenza artificiale o dell’assenza di immaginazione e creatività?

Uno degli aspetti interessanti nel realizzare always centered at night è aver collaborato con cantanti diversi. Quello che ho scoperto è che alcuni di loro sono così intelligenti e creativi, ma è stato sempre detto loro di essere delle voci pop. Di scrivere testi pop. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, l’aspetto costante della nostra conversazione è stato: usate questa opportunità per essere poetici. Per fare qualcosa di diverso. Per essere veri creativi e non scrivere musica pop. È come se il virus del pop avesse colpito tanti musicisti: a tanti artisti non è mai stato detto di usare la creatività, e nemmeno è stata data loro la libertà creativa. Si sono circondati di manager, agenti, amici o etichette discografiche che, sin dal primo giorno, hanno detto: dovete fare musica pop. E questo per me è molto triste. Il mondo non ha bisogno di un’espressione creativa generica. Il mondo ha bisogno di creatività, bellezza e integrità. È stato interessante lavorare con altri musicisti e nel mio piccolo ricordare loro: potete essere artisti, creativi, scrivere poesie… senza necessariamente scrivere testi pop.

"Bello vedere le giovani generazioni scoprire la musica del passato"

Sono stata a Coachella e c’erano alcune band degli anni Novanta e Duemila, che ancora oggi sono fortissime. La musica di alcuni anni fa era migliore rispetto a quella di oggi?

Soprattutto nel mondo dello streaming digitale è molto facile essere nostalgici. Una volta c’era la radio e per la maggior parte la radio trasmetteva solo nuova musica. E poi si andava in un negozio di dischi, e c’erano tutte le nuove uscite. Certamente, la nostalgia è sempre esistita, ma ora con i servizi di streaming – e devo essere onesto: adoro questo aspetto - posso tornare indietro e ascoltare la musica da 1953; opppure quelli che erano i più grandi successi nel 1971. Poter fare un salto nel passato è davvero affascinante e interessante. Quindi ho la sensazione che molte persone lo facciano sia per familiarità che per nostalgia, ma anche per scoperta. Ci sono bambini che sono come i ragazzi millenari della Gen. Z che torneranno indietro e ascolteranno la musica degli anni '80 e anche se sono cresciuto con quella musica, la sentono per la prima volta.

"La musica interessante ha sempre messo in discussione lo status quo. Oggi questo non accade"

È una cosa difficile da dire, ma la cultura musicale degli anni 50, 60, 70, 80, 90 e fino agli anni 2000 era più dinamica. Che si trattasse di John Lennon, Led Zeppelin, Public Enemy, The Clash, Nirvana, R.E.M. I Cure e altri ancora... musicisti dinamici e interessanti che facevano musica davvero speciale. Ora non c’è più musica come questa. O forse c’è, ma non la vedo. Quindi ho la sensazione che molti ragazzi tornino indietro e riscoprano i Nirvana, John Lennon, Neil Young o qualcosa che era politico, che rifiutava o sfidava lo status quo. Questa è la mia più grande critica al mondo della musica oggi: accomoda lo status quo. La musica interessante l'ha sempre sfidato. Vedo molta musica adesso che sembra chinarsi per accomodare proprio la status quo che, invece, dovrebbe essere sempre messo in discussione. E oggi la musica non lo fa più.

"Sono vegano ormai da 35 anni: è la cosa più importante della mia vita"

È stato uno dei primi musicisti a dichiarare pubblicamente di essere vegano: è stata una sfida, ora è più semplice parlare di questi temi. Farebbe di nuovo tutto questo?

Sono vegano ormai da 35 anni: è la cosa più importante della mia vita. Più di qualsiasi altra cosa. Preoccuparmi per il benessere degli animali e del cambiamento climatico, della deforestazione e di tutte le terribili conseguenze dell'allevamento animale per me è l’aspetto più importante della mia carriera. Più della mia vita. Darei la mia vita al servizio della protezione degli animali. Essere un attivista è il lavoro della mia vita. Compromettere la propria etica per favorire una carriera, per me è un peccato a dir poco terribile.

Il tour in Europa

Sperimentale: è l’aggettivo che userei per definire la sua musica. Lo sarà anche nel tour che lo porterà in Europa (ma non in Italia)?

Non sopporto andare in tour e uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di non farne più. Il mio manager, però, ha trovato l’unico modo per farmelo fare: dare i proventi alle organizzazioni per i diritti degli animali. Il che potrebbe sembrare strano: la maggior parte delle persone va in tournée per guadagnare. Bene: con questo tour io perdo soldi, perché ne avrò meno quando i live saranno finiti rispetto a quando sono iniziati. Ma come ho detto, l’attivismo per i diritti degli animali è il lavoro della mia vita, ed è importantissimo.

"Il concerto avrà i miei brani più noti"

Farò un concerto con i miei più grandi successi, perché se io andassi a vedere una band, vorrei ascoltare le canzoni più importanti! Forse farò qualcosa di nuovo, ma forse no... non lo so, ma sarà uno show con i miei brani più conosciuti, spero emozionante e celebrativo. Il mio obiettivo alla fine dello spettacolo è che quasi tutto il pubblico conosca ogni singola canzone che ho suonato, perché è un po' come quando vado a vedere i Rolling Stones... Non voglio ascoltare una nuova canzone. Voglio sentire le hit! Non mi sto certo paragonando ai Rolling Stones, sia chiaro, ma mi piace l’idea che le persone ascoltino i brani più noti.

 

Quindi non ci saranno i cantanti presenti nel suo disco?

Ci saranno tre o quattro cantanti in una sezione d’archi, una band al completo. E come dicevo poco fa, forse ci sarà anche una nuova canzone, vedremo. Ma detesto l’idea di stare sul palco e costringere le persone ad ascoltare qualcosa che potrebbero non voler davvero ascoltare. Tipo se lo fanno sentendo un disco o su Spotify: va bene, è una loro scelta. Ma io mi sento a disagio nel costringere le persone a farlo.

La vita a Los Angeles

Circa due anni fa mi aveva raccontato che lei non vuole fare più tour perché detesta dormire in un letto diverso ogni sera. E che preferisce vivere una vita traquilla a Los Angeles. Quanto è importante, per lei, avere una vita sana?

Quando la gente pensa a Los Angeles pensa alle star, a Hollywood, agli eventi sul tappeto rosso… Per me questa città è molto semplice: mi sveglio alle 5 del mattino, bevo un frullato, leggo i giornali, faccio una passeggiata, lavoro alla mia musica, vedo alcuni amici, vado al supermercato... La vita è molto molto semplice e mi piace davvero. E poi è difficile sentirsi una star a Los Angeles perché sono tutti più famosi di me! Sai, in questo quartiere vivono Brad Pitt, Jon Hamm e Chris Pine. Io non sono nessuno in confronto a queste star, quindi riesco a vivere bene, in modo semplice…perché dovrei andare in tour?! (sorride)

Rock group R. E. M. holding their awards in Press Room at MTV Music Video Awards.  (Photo by Time Life Pictures/DMI/The LIFE Picture Collection via Getty Images)

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always centered at night - La tracklist dell'album

on air ft. serpentwithfeet

dark days ft. Lady Blackbird

where is your pride? ft. Benjamin Zephaniah

transit ft. Gaidaa

wild flame ft. Danaé Wellingto

precious mind ft. India Carney

should sleep ft. J.P Bimeni

feelings unravel ft. Raquel Rodriguez

jellyfish ft. Aynzli Jones

we are going bad ft. Brie O'Banion

fall back ft. Akemi Fox

sweet moon ft. Choklate

ache for ft. Jose James



Le date del tour


18 settembre - Manchester/ The O2 Apollo 
19 settembre - Londra / The O2 
21 settembre - Anversa / Sportpaleis - SOLD OUT
22 settembre - Berlino / Velodrom - SOLD OUT
23 settembre - Düsseldorf / Mitsubishi Electric Hall 
24 settembre - Parigi/ Le Zenith - SOLD OUT
25 settembre - Losanna, Svizzera

 

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