Rutti, il brano di Morgan contro la musica di oggi al concerto del 1° Maggio

Musica

Camilla Sernagiotto

Credits: Instagram/RollingStoneItalia

Marco Castoldi, meglio conosciuto con il nome d’arte di Morgan, ha presentato al Concertone del Primo Maggio un brano inedito che si scaglia contro le sette note odierne. Sul palco del Circo Massimo ha eseguito inaspettatamente il suo pezzo, offrendo un testo tutto contro la musica da classifica e il mercato discografico che imperano oggigiorno

Morgan, al secolo Marco Castoldi, ha fatto molto parlare di sé al concerto del Primo Maggio a Roma, tenutosi per la prima volta nella location di prestigio del Circo Massimo.  

 

Al cosiddetto Concertone, il musicista milanese ha suonato e cantato un brano che si scaglia contro le sette note odierne. Sul palco del Circo Massimo ha eseguito il suo pezzo inedito intitolato Rutti, una composizione in cui il frontman della band Bluvertigo ne dice di ogni colore contro la musica da classifica e il mercato discografico dove, dice, “ha rotto […] pure Il cielo in una stanza”.

 

Morgan ieri, mercoledì 1° maggio 2024, è ritornato al Concerto del Primo Maggio a Roma, evento da cui tutto è iniziato con i Bluvertigo nel 1995, dopo l’uscita del primo album della trilogia della sua band Acidi e basi.

 

Nel 2024 invece l'artista ha un nuovo lavoro in studio, da solista, che si intitola E quindi insomma ossia, un disco che accoglie i testi di Pasquale Panella. Oltre a suonare sul palco del "Concertone" le canzoni ivi contenute, Morgan ha deciso di eseguire anche un inedito (che non sarà compreso nel disco). Si intitola Rutti ed è una ramanzina assai avvelenata con la quale Morgan si scaglia contro l’intero sistema discografico.

 

Potete guardare i video con il discorso e la canzone Rutti di Morgan nella clip che trovate in fondo a questo articolo, condivisa nelle scorse ore dal profilo ufficiale di Instagram del magazine Rolling Stone Italia.

Morgan ha fatto un breve discorso sullo stato della musica e dell’industria musicale italiane

Prima di suonare, ha tenuto un breve discorso sullo stato della musica e dell’industria musicale italiane, con affermazioni come le seguenti: “Per chi si andrebbe fuori con tutti questi ombrelli? Per i politici? No, si fa solo per la musica, perché la musica è una cosa molto più importante di quello che i politici pensano che sia”.

 

Ha proseguito ricordando che il Primo Maggio è la Festa dei Lavoratori, ma che, per i musicisti presenti sul palco, si tratta invece di un giorno lavorativo.

 

“Sono ragazzi competenti, senza alcun tipo di tutela legale. Perché in questo Paese gli artisti non sono per niente considerati e rispettati dalla politica. Dal popolo invece sì, perché il popolo lo sa che rimanere senza musica, senza canzoni è fare una vita peggiore”.

 

Rivolgendosi ai nomi della politica, ha poi affermato: “Noi italiani siamo gli inventori della musica”, spiegando che lasciare allo sbando il settore della musica significa essere arretratissimi, con gravi conseguenze per chi si dedica alla durissima professione del cantautore.

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La ballad Rutti

Morgan ha poi esordito musicalmente attaccando con Rutti, “una ballad dove Fabrizio De Andrè incontra l’electro e attraverso la quale il cantautore lancia le proprie invettive”, scrive del brano il giornalista Gianmarco Aimi su un articolo pubblicato nelle scorse ore su Rolling Stone Italia.

 

“Si chiama ordine, discernimento. Quel che nessuno fa in questo momento. Si chiama arte, parola stanca. Detta da tutti ma che a tutti manca. Si chiama musica, cosa magnifica. Che qui confondono con la classifica”, queste le parole della canzone Rutti, in cui è chiaro e cristallino il riferimento a un’industria musicale in cui si punta innanzitutto (o addirittura solamente) ai risultati di vendita, siano essi stream o copie fisiche di dischi.

 

Le logiche artistiche, la cultura, l’arte, l’ispirazione e tutto ciò che di bello c’è nelle sette note sembra non essere più un attore della pièce: la musa non gioca più un ruolo principale, ma semmai è tenuta in panchina.

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L’invettiva rivolta direttamente ai discografici

Dunque Morgan prosegue, parlando direttamente ai discografici: “E non si accorgono, quasi del tutto, anzi diciamo proprio di brutto, che il gergo è campo di nobili costrutti, ma qui si esagera pubblicando i rutti”.

 

La sua canzone dal titolo Rutti si scaglia contro un’industria a cui rimprovera il fatto di aver reso sterile la musica, averla privata di ispirazione e valore artistico, preferendole i record dello streaming e delle classifiche, che inoltre omologano qualsiasi brano, singolo, album e performance.

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“Tanto qui chi vuoi che se ne accorga, se sono Mozart o solamente Morgan”

“Si chiama antitesi, ribaltamento, quel che succede qui in questo momento. Se penso all’arte, e ne ho abbastanza, mi ha rotto il c***o pure il cielo in una stanza. Se questa musica per voi è magnifica, per me è più bella se va in classifica. Tanto qui chi vuoi che se ne accorga, se sono Mozart o solamente Morgan”. E conclude, con amarezza: “Non mi diverto più ad andare contro tutti. Signore e signori, ecco a voi i miei rutti”.

 

Di seguito trovate i video con il discorso e la canzone Rutti di Morgan. Le clip sono state condivise nelle scorse ore dal profilo ufficiale di Instagram del magazine Rolling Stone Italia.

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