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CCCP, la reunion: “Sembriamo una cellula risvegliata, siamo pronti per la festa”

Musica

Fabrizio Basso

Credit Michele Lapini

In occasione dei 40 anni di carriera si celebra l'epica di questa band. Una mostra a Reggio Emilia, pubblicazioni discografiche e poi il Gran Gala Punkettone al Teatro Valli della città emiliana il 21 e 22 ottobre. IL RACCONTO

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Quarant’anni “Fedeli alla Linea”. Quella che è la massima esperienza del Punk in Italia si celebra a Reggio Emilia fino al prossimo 11 febbraio con una mostra ai Chiostri di San Pietro. Si riannodano così, anzi si rafforzano quei nodi tra un gruppo, i CCCP, una città, Reggio Emilia, e un mondo che si credeva estinto e che invece non hai mai spesso di essere fedele alla linea. Annarella Giudici, Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni e Danilo Fatur, ovvero i CCCP, tornano a fare sentire la loro voce e la loro attualità in una stagione che ha bisogno di speranze e, auspicabilmente, certezze. Si stava meglio una volta? Una risposta dogmatica non c’è ma, come ha sottolineato Massimo Zamboni: “Questo è il solo mondo che abbiamo e passare la vita con la paura è terribile. Noi possiamo permettercelo, tanti altri no”: Basto pensare alle guerre e a chi viene lasciato morire in mare. Per farci respirare il mondo dei CCCP, tanti mondi si sono uniti. In primis Reggio Emilia ha unito le forze e le intenzioni e come ha sottolineato il sindaco Luca Vecchi: “E’ una delle più importanti operazioni culturali di questa città, questa è Reggio nel bene e nel male”. La mostra Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla Linea 1984-2024, allestita ai Chiostri di San Pietro grazie all’impegno della Fondazione Palazzo Magnani, ha un andamento cronologico e antologico e si snoda in 25 sale con installazioni, opere site specifici, fotografie d’archivio inedite, supporti audiovisivi e costumi di scena. L’assessora alla cultura e al marketing Annalisa Rabitti aggiunge che “nella storia della musica italiana c’è un prima e un dopo i CCCP. Quando abbiamo ragionato su una mostra in occasione del quarantennale del loro primo Ep Ortodossia non abbiamo avuto dubbi: doveva essere allestita a Reggio Emilia e doveva essere una mostra straordinaria”. Dal punto di vista discografico arriveranno, grazie a Universal Music, il box deluxe, il doppio Lp e il cd con la tracklist dedicata alla mostra. Si aggiungono le ristampe degli album in versione rivisitata. Altissima l’attesa, il 21 e 22 ottobre, per il doppio Gran Gala Punkettone di parole e immagini che li vedrà protagonisti al Teatro Valli della città emiliana.

Oggi, in anteprima, ho avuto l’opportunità di curiosare nella mostra e condividere del tempo con i CCCP. Giovanni Lindo Ferretti dice subito che “un gruppo così poteva nascere solo a Reggio Emila e poteva finire solo a Reggio Emilia”. Il tessuto storico, sociale e politico di questa terra è fantasticamente descritto da Massimo Zamboni nel suo librò La Trionferà, che è la storia del partito comunista a Cavriago, dove ancora oggi è esposto il busto di Lenin: “Quello che la gente vedrà non è una mostra (c’è un esaustivo libro-catalogo di 460 pagine, ndr) ma è una passione; ogni volta che si aggiungeva un pezzo è stata per noi una sorpresa per la voglia che porta con sé, per il volerci essere stati. Quando entro in certe sale mi devo trattenere, siamo uomini adulti che sanno piangere con gioia”. E dire che nessuno immaginava che potessero ritrovarsi. Come i pianeti si siano allineati lo racconta Lindo Ferretti: “Sono stato io l’artefice. Ci siamo ritrovati per una occasione specifica a casa mia al Cerreto: ci siamo trovati nella stalla e ho visto un video che mi ha frantumato. Fino a due anni fa mai avevo più rivisto nulla né sentito nulla dai CCCP; ci siamo fatti una chiacchierata, poi siamo andati a mangiare e a metà pranzo ho detto che sembrava che ci fossimo lasciati la serata prima dopo un concerto e ora facciamo colazione in hotel. Ai miei occhi era evidente che non erano passati 30 anni, affetto e complicità erano indefinibili. Tutta la mia vita è debitrice ai CCCP e pure la mia ultima cosa fatta, lo spettacolo con i cavalli, era vicino ai CCCP. Ho detto sembriamo una cellula risvegliata, che dobbiamo fare? Loro pronti per la festa. Annarella ha tutto dei CCCP e ora è amministratrice delegata ed esecutore testamentario della nostra storia. Dopo anni di rifiuto per un periodo ho ascoltato e letto solo i CCCP, ci legano una dimensione dell’anima e la disciplina della carne. Sono così iniziati 13 mesi di un lavoro difficilissimo agevolato dal fatto che siamo un gruppo molto disciplinato nella nostra vita”. Viene naturale domandarsi se oggi che si sono ritrovati ci sia il rimpianto di essersi sciolti tropo presto. Massimo Zamboni sfodera un no categorico: “Ci siamo sciolti quando il mondo in cui credevamo si è a sua volta sciolto, dopo due concerti a Leningrado e Mosca, e ammetto che talvolta è incomprensibile anche a noi. Esistono ancora cose nei cassetti, la mostra è importante ma non esaustiva: ci sono nastri, testi inediti, materiale…e degli inediti non so se uscirà qualcosa o meno. C’è una canzone Onde che ci domandiamo noi stessi perché non la abbiamo mai pubblicata: c’è un nastro in una teca della mostra che custodisce questo gioiello di famiglia nascosto”.

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Facile cadere nell’effetto nostalgia, ma i CCCP lo hanno esorcizzato sul nascere, come commenta Lindo Ferretti: “Quando ci siamo ritrovati eravamo gli stessi che si erano lasciati. Qualsiasi cosa fatta dopo traeva origini dai CCCP. In trent’anni avrò visto 2, 3 volte Fatur. Annarella ha per me un aspetto famigliare, vedo in lei sua nonna Pia che comandava uomini grezzi e seguiva le mandrie in transumanza dalla Maremma. Massimo è un intellettuale. Sono gli stessi invecchiati solo dai segni del tempo. Il nucleo sovrasta l’individualità quando siamo insieme. Abbiamo fatto cose significative per tantissima gente e di tutte le età. Tranne quello che si vede non c’è alcun cambiamento tra 40 anni fa e oggi”. E Zamboni aggiunge che “diminuirsi individualmente fa nascere una immagine collettiva forte, è una matematica strana ma fantastica”. C’è un senso di serenità nell’ascoltarli parlare: “Quando le persone crescono -dice Lindo Ferretti- sanno che anche le cose negative fanno parte di loro. Bisogna pacificarsi in modo vero. Ogni persona, famiglia e città ha componenti negative nella sua storia, vanno combattute nel periodo in cui esistono. Oggi sono spudoratamente anti-comunista come sono stato spudoratamente comunista, a farmi pensare c’è voluto un papa che disse che il comunismo è stato un male necessario (Papa Ratzinger, ndr). Nasco cattolico, divento estremista di sinistra per cui dico che si può e si deve fare la pace quando le cose finisco, la meraviglia è la vita non le componenti della vita. Uno deve essere orgoglioso della sua storia anche quando sbaglia e vacilla”. Annarella Giudici è la narratrice di questa storia: “Non ho mai smesso di toccare tutto il materiale che possedevo, sono una CCCP da sempre. Nel 1990, con alcune amiche, abbiamo iniziato a scansionare foto e video, ho cercato sempre di mantenere il materiale in un armadio. L’arte la ho sempre assecondata ma c’era la sensazione che qualunque cosa facessi restasse inferiore al lavoro dei CCCP. Gli altri proseguivano il loro percorso artistico in differenti forme e io avevo la sensazione che la presenza femminile venisse schiacciata; dunque, per circa dieci anni ho raccolto il materiale”. Quello che più fa continuato il viaggio musicale è Danilo Fatur: “Ho dormito un anno dopo lo scioglimento dei CCCP e poi ho creato tanti dischi post punk”. Alla fine del loro viaggio artistico sono rimasti 2,5 milioni a testa. Di vecchie lire si intende: “Io e Fatur li abbiamo sperperati, Annarella li ha fatti crescere, Massimo li ha amministrati”, chiosa Lindo Ferretti. Oggi si godono il momento, non guardano a un futuro troppo lontano ma sanno essere sibillini: “Siamo i CCCP qualche sorpresa vi toccherà!”.

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