Massimo Zamboni battagliero porta in tour la sua patria attuale: recensione e scaletta

Musica

Fabrizio Basso

massimo zamboni

Parte il tour dell'artista emiliano. Oltre un'ora e mezzo di musica, storia, riflessioni, bellezza e la certezza che alla fine...La Trionferà

Nel cuore della Bassa padana, nel cuore della gente, nel cuore di chi ancora si chiama compagno e crede che i partigiani non abbiano mai smesso di esistere. Massimo Zamboni apre il suo tour abbracciato a quel piccolo grande (capo)lavoro che è La Mia Patria attuale nel teatro di Bibbiano, piccolo borgo del reggiano dove, si tramanda, sia nato il Parmigiano. Che siamo in un regno di accoglienza paritaria è confermato dal fatto che i posti non sono assegnati, ognuno si siede dove ritiene. Sono quasi le 21.30 quando appaiono marine di indicibile bellezze: l'incipit è Gli Altri e il Mare, brano che per altro apre l'album La Mia Patria Attuale. In sottofondo non ci sono solo giardini di limoni, ma un sonno meridiano e quel margine di gioia da attraversare cullati da sononorità mediterranee. Ha ragione Zamboni quando dice che oggi è bello pensare di uscire di casa ma sottolinea che ci vuole coraggio per tutta quella gente che arriva dal mare e adesso non solo. Quando canta il nemico è penetrato nella mia città ci pervade un senso di ansia. Non perde, vivaddio, l'anima Punk, che più volte deborda dal palco. Un bel salto indietro nel tempo lo regala con Trafitto, poi torna all'oggi con Sconsolata che è una lezione di vita e di cultura accorpata in pochi minuti. Affascinante l'attacco melodico di 9 ore...che, sottolinea Massimo Zamboni, non è una scelta impopolare per il riposo, per il dormire. Quando è l'attimo di parlare di Patria dice che è una parola lontana dalla nostra cultura "eppure siamo qui a cantarla". Ed è spontaneo domandarsi, sulla scia del testo zamboniano, quale è la nostra patria attuale: siamo certi che sgorga qualcosa che è chiamato amore. Scivoliamo verso il finale con Colpo su Colpo, musicalmente la più cattiva, e Vedrai come è bello. Resta il tempo per Il modo emiliano di portare il pianto, la struggente Battagliero, valzer scritto nel 1933 da Tienno Pattacini, e Guardali negli occhi. Ha proprio ragione, riprendendo il titolo del suo bellissimo evocativo libro, non sappiamo quando ma stiamo certi che La Trionferà.

LA SCALETTA

Gli altri e il mare

Prove tecniche

Ora ancora

Il nemico

Senza domande

Che farai

Trafitto

Sconsolata

Miccia prende fuoco

9 ore

La mia patria attuale

Italia chi amò

Fermamente

Canto degli sciagurati

Del mondo

Vorremmo esserci

Colpo su colpo

Vedrai come è bello
 

BIS

Il modo emiliano di portare il pianto
Battagliero
Guardali negli occhi

Massimo Zamboni_foto di Diego Cuoghi 2 1

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