Sziget Festival, Baby Queen: “Per la prima volta ho affrontato i sensi colpa”

Musica
Matteo  Rossini

Matteo Rossini

©IPA/Fotogramma

Baby Queen è tra i grandi protagonisti della quarta giornata dello Sziget Festival 2023. Abbiamo intervistato la cantante che ci ha raccontato la nascita dell’album e dei sensi di colpa per aver lasciato il Sudafrica per inseguire la musica: "Per la prima volta ho affrontato questi sentimenti”

Da supporting act a Olivia Rodrigo all’arrivo imminente del primo album Quarter Life Crisis, Baby Queen è tra le artiste emergenti in maggior ascesa del momento. La cantante statunitense salirà sul palco del FreeDome presented by Mastercard in questa quarta giornata dello Sziget Festival 2023 (FOTO). A poche ore dall'inizio del concerto, abbiamo intervistato l’artista che ci ha raccontato la nascita del disco e cosa direbbe alla giovane sé che a soli diciotto anni lasciò il Sudafrica per inseguire il sogno della musica.

baby queen: dall'esibizione allo sziget festival all'album quarter life crisis

Giovanissima, eppure già con una carriera più che avviata. Baby Queen, classe 1997, è tra le protagoniste del festival musicale che sta accogliendo centinaia di migliaia di persone da ogni parte del mondo. Abbiamo intervistato la cantante.

 

Partiamo da qui, pronta per il palco dello Sziget?

Sono davvero entusiasta, è un festival enorme, spero vada tutto bene, sono ansiosa.

 

Cosa vorresti che le persone portassero a casa dal tuo live?

Nella mia musica i testi sono sempre stati al centro, quindi vorrei che le persone potessero vivere un’esperienza personale attraverso le mie parole ma soprattutto uno show divertente. Uno spettacolo leggermente caotico.

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A ottobre pubblicherai l’album Quarter Life Crisis, cosa dobbiamo aspettarci?

È la cosa più difficile che abbia mai fatto. Mettere insieme il disco è stato un duro lavoro personale, ogni canzone ha motivo di esistere e rappresenta un pezzo della mia vita. Ogni singola parola è al proprio posto. Argomenti e sound differenti, non posso dire altro.

 

Com’è stato il processo di creazione?

Assolutamente terribile, l’ho odiato. Non capisco le persone che dicono di aver amato l’esperienza, sono stata traumatizzata per mesi. Mi ripetevo che non fosse abbastanza buono e che mancassero canzoni, ma alla fine ce l’ho fatta e ho provato una sensazione bellissima.

 

C’è una canzone dell’album a cui ti senti più vicina?

Due perché entrambe parlano di me in modo inedito. Ho sempre guardato al futuro e mai al passato, a diciotto anni sono partita dal Sudafrica per diventare una musicista provando un senso di colpa per aver lasciato la mia famiglia. Per la prima volta ho affrontato questi sentimenti.

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Ora cosa diresti a quella ragazza partita dal Sudafrica con i sensi di colpa?

Dopo essere partita ho capito che per me non ci sarebbe stato futuro lì, quindi le direi di aver fatto la cosa giusta e sarei molto orgogliosa di lei per aver continuato a credere in sé stessa.

 

E alla te del futuro?

Forse le direi di smettere di alzarsi dopo mezzogiorno e di essere circondata da persone di qualità.

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