Per evitare "sorprese al check-out" ai partecipanti del tour estivo negli Stati Uniti la band, che già negli anni Novanta aveva contrastato la società americana, ha optato per la vendita di biglietti non trasferibili e già comprensivi di tutte le commissioni
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I Pearl Jam hanno promesso ai fan “biglietti a prezzi onesti” per i nove concerti del tour estivo negli Stati Uniti. Come spiegato in un comunicato ufficiale, per tutelare gli acquirenti la band grunge “ha deciso di rendere i biglietti non trasferibili dove consentito”, in modo da evitare la rivendita a prezzi maggiorati sul mercato secondario, e di vendere “circa il 10% dei biglietti con la formula PJ Premium al prezzo di mercato per compensare l’aumento dei costi” e mantenere così accessibile il prezzo delle altre categorie di biglietti. Inoltre, per il tour i Pearl Jam useranno per la prima volta la politica di "prezzo all-in”, già comprensiva delle commissioni, “in modo che non ci siano sorprese al check-out”. I biglietti saranno disponibili nell’ambito del programma Verified Fan di Ticketmaster, che offre ai fan la possibilità di registrarsi per una vendita anticipata basata sulla verifica degli acquirenti. "I Pearl Jam hanno sempre sostenuto i propri fan e speriamo che più artisti, squadre e locali seguano il loro esempio e inizino a utilizzare la visualizzazione dei prezzi all-in disponibile su Ticketmaster. Sarebbe meglio per i fan se i prezzi all-in fossero obbligatori a livello nazionale, ma nel frattempo abbiamo creato l'opzione display all-in per aiutare i fan a vedere i costi completi in anticipo" ha dichiarato la società americana.
LA CONTROVERSIA DI QUASI TRENT'ANNI FA
I trascorsi tra i Pearl Jam e Ticketmaster risalgono agli anni Novanta. Come riportato da Rolling Stone, nel 1994 il gruppo aveva espresso la volontà di non gonfiare eccessivamente il prezzo dei biglietti, ma la società aveva previsto un importo superiore. I Pearl Jam avevano quindi denunciato il presunto monopolio di Ticketmaster, accusata di riscuotere elevate commissioni e di firmare accordi esclusivi con le principali sedi dei concerti lasciando così consumatori e artisti senza alternative. La band aveva dovuto rinunciare a teatri e palazzetti e organizzare i concerti in fiere, campi da calcio e parchi ma, dopo aver perso la causa esaminata anche dal Congresso degli Stati Uniti, aveva annullato le restanti date del tour.
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Caro biglietti, anche Neil Young contro Ticketmaster
LE POLEMICHE DEGLI ALTRI ARTISTI
Recentemente Robert Smith, frontman dei The Cure, ha richiesto a Ticketmaster spiegazioni sulle commissioni “indebitamente alte” che, in molti casi, hanno superato addirittura il prezzo dei biglietti per lo statunitense Lost World Tour. Il cantautore ha ottenuto un rimborso per i fan e l'annullamento di 7000 biglietti acquistati dai bagarini con account fasulli o offerti sul mercato secondario, con la programmazione di un piano di rivendita dei titoli ai fan e di donazioni in beneficenza delle commissioni originarie ad Amnesty International. A fine marzo, anche Neil Young si è scagliato contro la società americana, accusata di applicare pesanti commissioni sui biglietti dei concerti: "Gli artisti si devono preoccupare dei fan imbrogliati che li incolpano dei sovrapprezzi e degli speculatori di Ticketmaster. I tour non sono più divertenti". Ha protestato anche un uomo di Montréal che, dopo aver acquistato due biglietti “official platinum” per uno spettacolo di Drake al prezzo di 789,54 dollari ciascuno, ha agito in tribunale contro Ticketmaster, accusata di ingannare "intenzionalmente i consumatori per il proprio guadagno finanziario”. A febbraio, invece, la community Backstreets formata dai fan di Bruce Springsteen ha chiuso dopo 43 anni in segno di protesta contro il costo dei biglietti che, a causa del meccanismo del dynamic pricing (secondo il quale il prezzo non è fisso, ma varia in base alla domanda), hanno raggiunto persino picchi di 5000 dollari. Lo scorso novembre, infine, i fan di Taylor Swift hanno assaltato il sito per assistere al The Eras Tour ma, “a causa delle richieste straordinariamente elevate per i sistemi di biglietteria, che si sono rivelati insufficienti per poter soddisfare la gran mole delle richieste”, la società ha bloccato le vendite. A gennaio, il Senato degli Stati Uniti ha poi tenuto un’audizione per sentire testimonianze sulla vendita dei biglietti, sulla monopolizzazione, sui mercati di rivendita e sull’influenza di Ticketmaster sull’industria della musica live.