Una carriera esplosa oltre i 30 anni, una hit globale, tante altre canzoni diventati classici del rap West Coast. Ecco i migliori brani del rapper scomparso a Los Angeles il 28 settembre
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Un rapper capace di coniugare le sonorità del funk all’impegno sociale. Coolio, scomparso il 28 settembre nella sua abitazione di Los Angeles, è stato un artista che ha segnato gli anni ’90 con i suoi dischi e i suoi brani. Autore di una hit conosciuta da tutti come Gangsta’s Paradise e di altri brani forse meno noti in Italia ma non meno meritevoli di ascolto. Eccone cinque che consideriamo imprescindibili nel suo repertorio.
Fantastic Voyage (1994)
Dopo una lunga gavetta fatta di battaglie di freestyle, qualche singolo e un primo contratto discografico con la Ruthless Records di Eazy-E, Coolio pubblica il suo primo album, It Takes a Thief, nel 1994, a 31 anni. Il terzo singolo, Fantastic Voyage, è un grande successo, entra nelle classifiche del genere e conquista un disco di platino grazie a 1 milione di copie vendute. Le atmosfere sono quelle del g-funk, che proprio in quegli anni vive la sua golden age, con campionamenti cospicui del brano omonimo dei Lakeside del 1981. Fantastic Voyage è un po’ un manifesto d’intenti, c’è tutto quello che Coolio sarà negli anni a seguire. Ritmi e suoni funky abbinati a testi di assoluto spessore sociale, come questo, appunto, in cui il rapper porta con sé l’ascoltatore in un viaggio immaginifico in un luogo di pace e divertimento, dove “non ci sono Blood e Crip” (le due gang rivali che hanno imperversato per le strade di Los Angeles, lo stesso Coolio, da adolescente, è stato membro della sezione giovanile della seconda citata) e dove “tutti quanti hanno il loro gruzzolo e non esiste il crack, e non importa davvero se sei bianco o nero”. Un luogo che certamente non è l’ambiente in cui Coolio e milioni di afroamericani sono cresciuti: “I’m trying to find a place where I can live my life and maybe eat some steak with my beans and rice. A place where my kids can play outside without livin in fear of a drive by” (cerco un posto in cui possa vivere la mia vita e magari mangiare un po’ di bistecche con fagioli e riso. Un luogo dove i miei bambini possano giocare fuori senza dover convivere con la paura di una sparatoria).
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GANGSTA’S PARADISE (1995)
Il grande successo arriva nel 1995. Per Coolio è il secondo album e la prima grande hit. Gangsta’s Paradise mischia le sonorità tipiche del gangsta rap West Coast a un coro gospel con l’interpolazione di Pastime Paradise di Stevie Wonder. Il mix è perfetto. Il testo e il rappato sono incalzanti. Gangsta’s Paradise è un brano di denuncia delle condizioni di abbandono in cui versano i ghetti d’America e le persone che li abitano, cresciute con un’educazione distorta dai mass media e senza i mezzi. “I can’t live a normal life, I was raised by the State” (non posso vivere una vita normale, sono stato cresciuto dallo Stato) e “Too much television watching got me chasin’ dreams” (vedere troppa televisione mi ha costretto a rincorrere i sogni) sono alcuni dei versi più potenti. Il brano vinse un Grammy Award, un MTV Video Award e fu eletto singolo dell’anno nel concorso The Village Voice. Uscito in agosto, anticipò l’omonimo album e divenne ancora più popolare in tutto il mondo grazie all’inserimento nella colonna sonora del film Pensieri Pericolosi con Michelle Pfeiffer.
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1, 2, 3, 4 (SLUMPIN’ NEW) (1995)
Oltre al Coolio più conscious c’è quello preso bene, quello che fa rap per divertirsi e vuole far ballare il suo pubblico. È il Coolio di 1, 2, 3, 4 (Slumpin’ New), altro singolo estratto da Gangsta’s Paradise, quello che invita l’ascoltatore a portare la propria donna sulla pista da ballo. 1, 2, 3, 4 è una club banger che contiene al suo interno un campionamento da Thighs High (Grip Your Hips and Move) del trombettista jazz Tom Browne. Ed è una dichiarazione d’amore alla musica rap. “This ain’t a fantastic voyage, but I’m still on a mission” (non è un viaggio fantastico ma sono ancora in missione) canta il rapper citando il suo primo grande successo; “I live my life by the code of the funk” (vivo la mia vita seguendo il codice del funk) e “if hip hop didn’t pay, I’d rap for free” (se l’hip hop non pagasse, rapperei gratis) sono alcuni dei versi in cui Coolio ribadisce come ciò che fa è ciò che ama e in cui crede.
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C U WHEN U GET THERE (1997)
Il successo di Gangsta’s Paradise porta, due anni dopo, a My Soul, terzo album di Coolio. Un disco di successo minore rispetto ai primi due che comunque contiene al suo interno diverse hit. La più celebre è certamente C U When U Get There, capace di entrare in diverse classifiche di vendita. C U When U Get There ha una base che ricostruisce la melodia del Canone in Re Maggiore di Johann Pachelbel e un ritornello cantato da un coro che arricchisce il brano a livello emotivo, incoronando un altro testo di grande spessore che suona come un inno hip hop ma ha il peso di un appello ai giovani afroamericani perché facciano la scelta giusta e si costruiscano una vita migliore, lontana dalla strada e dalla violenza: “I'd be a fool to surrender when I know I can be a contender. If everybody's a sinner then everybody can be a winner” (sarei un pazzo ad arrendermi quando so che posso competere. Se tutti sono peccatori allora ognuno può essere un vincitore).
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GANGSTA WALK FEAT. SNOOP DOGG (2006)
Il terzo millennio è certamente più avaro di successi per Coolio, ma almeno un brano di questo periodo merita di essere menzionato. È il 2006 quando il rapper di Los Angeles pubblica Gangsta Walk, primo singolo estratto dal suo sesto album in studio, The Return of the Gangsta, duettando con Snoop Dogg. Il brano viene eseguito per la prima volta a Milano, per celebrare il debutto italiano di Coolio. Il beat gangsta rap è firmato da Dj Battlecat, il testo ricalca la struttura classica del dissing, sebbene non sia indirizzato verso nessuno in particolare. Si tratta solo di ribadire che Coolio è tornato sulla scena dopo una lunga assenza (tre anni dal precedente album, Coolio El Magnifico, peraltro non certo un grande successo) e ha intenzione di riprendersi il suo territorio.