Ligabue e i 30 anni di Buon Compleanno Elvis: "Mi piace pensarlo un disco senza tempo"
MusicaL'artista emiliano, che ha appena compiuto 65 anni rilascia, dal 18 aprile, oltre sei ore di musica nuova, riarrangiata, ricercata, rivista e recuperata: una opera omnia dedicata a un album che ha segnato la storia della musica italiana. Grande attesa per i due eventi La Notte di Certe Notti: 21 giugno alla RCF Arena di Reggio Emilia e 6 settembre alla Reggia di Caserta. L'INTERVISTA
All'epoca, trenta anni fa, riassumeva il significato di fare musica e condividerla: è questa la magia di Certe Notti, tutt'oggi vivida, che ci si vedesse o meno da Mario. Prima o poi. Tutti i brani di Buon Compleanno Elvis di Luciano Ligabue sono diventati dei singoli e dopo tre decenni Buon Compleanno Elvis risorge con una nuova luce, non è un ripubblicazione del disco ma è un disco, anzi un progetto, completamente diverso. È stato ripensato e rivitalizzato dal punto di vista artistico e commerciale. C'è molta curiosità, oltreché per la versione Naked + Tales, per quella Demos + Rarities, insomma 7 formati per assestarsi sul numero simbolo di Luciano. Questo progetto, questa opera omnia, uscirà il 18 aprile preceduto da alcune release digitali e poi ci saranno i due eventi live: il 21 giugno all'Arena RCF di Reggio Emilia e il 6 settembre alla Reggia di Caserta.
Luciano cosa ci racconti del nuovo abito che hai cucito per Buon Compleanno Elvis?
Volevo riportare quelle canzoni nella versione più vicina a quella in cui le ho scritte, anche trasformandole un po', dandogli una vita un po' diversa. Ci sono anche demo che abbiamo recuperato e che fanno tenerezza, perché ci sono dei vocalizzi in quanto non avevo i testi pronti o li dimenticavo, ci sono poi otto tracce di cui sono contento e che raccontano quello che abbiamo fatto nei teatri lo scorso anno e c'è anche una versione live del 1995, otto canzoni della scaletta del tour di Buon Compleanno Elvis con escursione nei live inediti di Modena e Firenze.
Cosa ricordi della genesi del disco?
L'album nasce in un momento mio critico poiché ero senza una band e senza il manager degli esordi, non sapevo come sarebbero andate le cose. Nel disco parlavo di cosa significava fare musica, me ne sono lasciato anche un po' ossessionare per poi vedere con gioia... la gioia che mi ha lasciato quel lavoro. Chiunque vede una sua foto di 30 anni prima può dire come ca**o ero conciato o quanto bene ero conciato. Un album è la fotografia di un'anima e io devo tantissimo a questo album.
Hai detto che il disco è nato da un periodo di crisi: ti va di entrare in dettaglio?
Non sempre c'è un perché di come si mettono insieme i pezzi delle cose che stanno capitando. Sono stato adolescente negli anni Settanta con la stessa voglia dei cantautori ma con la necessità di avere una energia più forte. Volevo fare le mie canzoni col suono di una band. Non era un disco di moda ma per un po' ha fatto tendenza: mi piace pensarlo senza tempo. Poteva essere il disco del si viene o si va, il disco spartiacque: pensa che avevamo noleggiato una ex scuola elementare, passavamo le giornate con suoni balordi, feste con amici ogni sera e si sono creati il clima e le condizioni per cui tutto è uscito.
Come saranno i concerti?
È il mio quinto Campovolo e tutti hanno fatto capitare delle magie, mi sento di dire che sono profeta in patria. Sappiamo che dobbiamo confrontarci con le volte precedenti, ci saranno tutti i gruppi che hanno fatto parte della mia storia. Prevediamo il recupero di cose che possono fare anche sorridere.
Alla Reggia di Caserta cambierai qualcosa?
Lo penso uguale, voglio portare e trasmettere l'esperienza.
Hai modificato i testi?
No. Ho cambiato un po' la ritmica ma anche le melodie restano le stesse.
Cosa significa per te fare musica?
Vuole dire prima o poi trovarmi con una band in uno studio a fare prove perché abbiamo concerti da portare avanti.
Arrivi da un album, Dedicato a Noi, che cercava comunanza umana: è cambiato qualcosa?
Oggi è ancora peggio. C'è bisogno di recuperare un noi e Dedicato a Noi parlava di quello, anzi oggi ce n'è ancora più bisogno. Vedere così tante persone davanti a me mi fa pensare che quel senso di noi sia una possibilità.
Che rapporto hai con la fede?
Il Papa è stato eletto il giorno del mio compleanno, ho sentito in lui l'unica voce autorevole per la pace, l'unica voce che reclamasse la pace. Quando ha fatto l'iniziativa con le associazioni cattoliche sono andato perché credo che ci stesse dentro e ho cantato Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Credo ci sia qualcosa e che non sia tutto qua, non sono cattolico praticante da tempo, ma ho molta considerazione di chi da cattolico ha una apertura al dialogo. Questa ricerca la porterò con me fino alla fine dei miei giorni.
Spesso, anche per certe tue canzoni, ti hanno definito filo americano: lo sei?
Mai stato filo-americano, le mie passioni che vengono da lì, e arrivano tramite musica, cinema e libri, raccontano le difficoltà del vivere in America. Nel caso specifico mi sono riferito a una persona, Elvis Presley, tra le più famose del Novecento che col movimento del bacino ha fatto cadere un muro di bigotteria fino ad arrivare a proporsi spia dell'FBI. Ha cambiato la musica per poi finire parodia di se stesso nei concerti a Las Vegas e alla fine muore di troppo: troppe calorie, troppa sostanza, troppa solitudine, troppa noia; e muore sulla tazza del water.
Cosa di questo progetto ti ha emozionato di più?
Naked è la parte più stimolante dal punto di vista artistico. Tra i ritrovamenti che mi hanno mosso l'emozione c'è Kay è stata Qui e Scusate Sono solo Questo Qua che ha nelle strofe il germe di Sulla Mia Strada, uscita poi nell'album successivo.
Insomma, sei carico?
Abbiamo ancora bumba (energia, ndr) per farlo!
