Il Justice Tour di Justin Bieber? Imperdibile. Noi ci siamo stati: ecco perché è da vedere

Musica

Valentina Clemente

©Getty

Il 7 marzo, alla Crypto Arena di Los Angeles, la prima delle due date losangeline del Justice Tour di Justin Bieber: circa due ore di concerto con il preshow di ¿Téo?, Eddie Benjamin e Jaden (con lui anche la sorella Willow). Le sorprese, però, non sono mancate. Noi eravamo lì. E vi diciamo perché il concerto di Justin Bieber si deve assolutamente vedere - e rivedere (l'artista sarà in Italia il 31 luglio di quest'anno, poi il 27 e 28 gennaio 2023) 

I concerti allo Staples Center hanno sempre qualcosa di magico. Sarà il luogo, che da anni ospita la cerimonia dei Grammy e che ha visto protagonisti i più importanti performer del mondo. Sarà l'aria che si respira, e che riporta ai momenti spettacolari dei Lakers di Kobe Bryant, di cui si sente ancora lo spirito appena si varca l'ingresso dell'arena. Sarà perché Los Angeles ha qualcosa che non si può spiegare e tutto è inevitabilmente,più speciale. Resta il fatto che, anche se lo Staples Center da dicembre 2021 è diventato Crypto Arena, i concerti lì sono più belli. Se mai avrete la fortuna di vederne uno capirete perché. Lo scorso 7 marzo sono stata alla prima delle due date losangeline del Justice Tour di Justin Bieber. Un concerto bello, divertente, coinvolgente di un artista che è cresciuto. E con lui la sua musica. E da come ha condiviso il palco con alcuni degli artisti, l'impressione che ho avuto è di uno showman maturato e generoso. Sì: generoso. Un motivo in più per vedere un suo concerto. E se non importa dove: basta esserci.

¿Téo?, Eddie Benjamin e Jaden (con...) aprono lo show di Justin Bieber, maturato (e generoso)

Generoso perché sa dare spazio ad artisti talentuosi che quasi nessuno - tra i presenti - conosce. O almeno due dei tre cantanti che aprono il suo concerto, ovvero ¿Téo? e Eddie Benjamin (durante l'esibizione di Benjamin - cantante australiano che vive a Los Angeles..e l'accento aussie si sente, eccome! -  dietro di lui c'era un cartello con la scritta "who the f*ck is Eddie Benjamin?" - ovvero: chi ca*** è Eddie Benjamin?).

Un elemento in più - ovvero scegliere giovani artisti talentuosi - che sottolinea la crescita artistica di Justin Bieber. Essere con lui, al suo show, è un onore. Ma lui stesso, in più occasioni durante il suo spettacolo, si ferma per ricordare il talento di chi ha cantato prima di lui. E no, non è scontato. Ricordiamoci sempre che Justin Bieber è un artista che ha venduto 150 milioni di dischi in tutto il mondo, e non è amato solo dai giovanissimi. Il parterre a Los Angeles, in una Crypto Arena esaurita da tempo (20mila persone), era infatti molto eterogeneo: tante e tanti piccoli fan, ma anche donne e uomini adulti (e vi assicuro che tanti erano seduti accanto a me...e sapevano tutte le parole di ogni canzone). Crescita artistica che parte anche da qui: dare spazio ad artisti emergenti. Ma anche ad un amico, ovvero Jaden (Smith), figlio di Will, che si è esibito come ultimo del gruppo.  Ma ha anche cantato con la sorella Willow, la prima delle tante sorprese della serata.

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"Life's complicated, but also wonderful, exciting, breathtaking"

Dopo la performance di Jaden (e Willow, che manda letteralmente in visibilio la platea), arriva il momento di Justin. Ma prima di "Somebody", con un aereo al centro della scena, viene proiettato un video emozionale che vede la star canadese protagonista di un dialogo sulla vita, "qualcosa di complicato, ma anche bellissimo e straordinario". Non è l'unico momento della serata in cui Justin Bieber parla della vita e del significato del tour Justice. E dell'importanza che ha per lui questo lungo viaggio in tutto il mondo, che lo porterà anche in Italia per tre date, prima a Lucca (il 31 luglio di quest'anno) e a Casalecchio di Reno (il 27 e 28 gennaio 2023).

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Giochi di luci, Leon Bridges e un po' di riflessioni 

Justin knows how to play. Sì: Justin è veramente il protagonista assoluto: giochi di luce, laser, ballerini che danzano con lui. E, nemmeno a dirlo, il pubblico impazzisce. Anche quando canta "Love yourself", dove ci si muove di meno ma nessuno sbaglia una parola. Quando, però, l'atmosfera si tranquillizza un po' e Justin rende il palco uno spazio più intimo, dando il benvenuto sul palco "ad uno degli artisti che ama tantissimo" ovvero Leon Bridges, che canta "River", tutti i presenti ascoltano in assoluto silenzio. Una parentesi molto delicata - e molto bella. A cui segue un momento (uno dei tanti durante lo show) in cui Justin parla al pubblico, del significato di questo tour, Justice - giustizia - e del suo impegno sociale per un sistema giudiziario più equo. Poi parla anche un po' di sè, condividendo alcuni pensieri con i ventimila della Crypto Arena: "It's ok to be exactly who you are". Ovvero: così come siete, va bene. Con queste parole introduce la canzone che, velatamente, rivolge alla moglie Hailey, che ringrazia di "averlo scelto per com'è" (Hailey è nel pubblico). Poi, però, si ricomincia a ballare. Prima con "As I am", poi con "Ghost" e "Intentions". E qui, c'è un'altra sorpresa. 

Gianpiero Drew House Los Angeles

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No cap, no pretendin' (e il riferimento ai Toronto Raptors)

E con "Intentions" arriva Quavo, rapper che condivide questa canzone con Justin Bieber. Ah, sapevate perché Justin nel testo dice "You're my rock, my Colorado - get that ring, just like Toronto"? Quel "get that ring " (letteralmente prendi quell'anello) è riferito all'anello che viene dato ai campioni NBA - parliamo quindi di basket americano - dopo aver vinto il campionato nazionale. Perché Toronto? La canzone è stata pubblicata nel febbraio 2020 e i campioni NBA della stagione precedente erano i Toronto Raptors che, appunto, hanno vinto "l'anello" il 13 giugno 2019. 

Con Quavo si va verso la fine del concerto, che si chiude con "Anyone". E anche qui la dedica - a voce e nelle immagini che scorrono dietro di lui - a Hailey e ai fan. Queste le parole di Bieber: "Hailey starà sicuramente arrossendo, ma questa canzone è dedicata a lei. E a voi, che mi seguite sempre".

Energico, divertente, intimo. Insomma: da non perdere (se si può vedere più di una volta, meglio)

Justin è cresciuto. Molto. Porta sul palco un bagaglio fatto da "Baby" e "Boyfriend" - successi che l'hanno visto esplodere nel mondo del pop internazionale - ma anche da "Lonely" e "Love Yourself", in cui racconta le difficoltà che ha dovuto affrontare in questi anni. E a tutte le melodie sa ridare vita, contestualizzandole nel momento che sta vivendo. Non tutte le postar possono e riescono a farlo. Lui ci sta riuscendo alla grande. E con il suo mondo porta avanti anche tanti progetti collaterali, come quello legato alla giustizia più equa in America. Non solo un impegno, ma un obiettivo. E poi non dimentichiamoci gli artisti con cui condivide la scena, senza levare loro nemmeno un istante. Justin è maturato. E anche "Baby", oggi, ha un sapore diverso. Se è un concerto a vedere? Sì, assolutamente. Perché ci si diverte tanto anche. E se si può vedere più volte, meglio.

 

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La scaletta

Somebody

Hold On

Deserve You

Holy

Where Are Ü Now

What Do You Mean?

Yummy

Changes

Love Yourself

Off My Face

Confident

All That Matters

Don't Go

Sorry

Love You Different

As I Am

Ghost

Lonely

2 Much

Intentions

Boyfriend

Baby

Peaches

Anyone

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