Artista poliedrico, con la sua inimitabile voce ha interpretato più volte canzoni di cantanti e band che stimava: da One, degli U2, passando per No Expectations degli Stones, fino a Hurt dei Nine Inch Nails
Musicista country apprezzatissimo, ma anche instancabile studioso di tutti i generi musicali: Johnny Cash nasceva 90 anni fa, il 26 febbraio 1932. Artista poliedrico, è sempre andato alla ricerca di canzoni da interpretare: da One, degli U2, passando per No Expectations degli Stones, fino a Hurt dei Nine Inch Nails, cantata poco prima di morire. Alcune delle sue cover sono semplicemente indimenticabili. Ecco una selezione di quelle più famose.
No expectations, The Rolling Stones
No expectations è una delle prime cover incise da Cash. La ballata tinta di country dei Rolling Stones è stata trasformata dall’artista in un brano pieno di sfumature diverse e a tratti anche spagnoleggianti. La versione di Cash si trova al centro dell’album Gone Girl, del 1978.
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JOHNNY 99 E I’M ON FIRE, BRUCE SPRINGSTEEN
Con Johnny 99 Cash non ha solo inciso la sua versione di questo classico di Nebraska, ma l’ha usata per dare il titolo a un intero album uscito nel 1983 (solo un anno dopo quello di Springsteen). Nelle mani del cantautore, Johnny 99 diventa quasi un inno da saloon, ma il messaggio del testo resta comunque tragico. La cover di I’m on fire venne invece registrata per un album tributo a Springsteen che uscì nel 2000 (Badlands: A Tribute to Bruce Springsteen's Nebraska). Si tratta di un’interpretazione graffiante del racconto di un viaggio verso la fine della notte e del desiderio.
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Rusty Cage, Soundgarden
Rusty Cage venne interpretata da Cash nel suo album del 1996 Unchained. Si tratta di un adattamento fuori dal comune, a tinte quasi gotiche. L'interpretazione dell'artista fu così incisiva che, durante diversi concerti, la band dei Soundgarden introdusse la canzone con una dedica speciale per Cash.
One, U2
Con toni molto più gravi rispetto all’originale, la versione di Cash di One, una delle canzoni simbolo degli U2, è un testo quasi sussurrato, ma al contempo interpretato con un’incisività tutta nuova e sulle note di un arrangiamento quasi totalmente acustico. Il brano venne registrato per il disco American III: Solitary Man del 2000.
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Redemption Song, Bob Marley
Inaspettato, ma con un esito meraviglioso, è il duetto di Cash con Joe Strummer dei Clash per la cover di Redemption Song di Bob Marley. È il 2002 e Johnny Cash è ormai da lungo tempo tormentato dal diabete e chiuso in casa. Passa il tempo che gli resta a incidere la sua voce sui pezzi di altre band e cantanti che ha amato. Joe e Johnny si accordano per unire le loro voci nel testo del cantautore giamaicano, con Joe che suona la chitarra per la melodia. Nel dicembre di quello stesso anno Strummer morirà d’infarto, mentre Cash, nel settembre del 2003, si arrenderà al diabete.
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Hurt, Nine Inch Nails
Hurt è senza dubbio la cover più famosa di Cash. L’interpretazione è diventata un simbolo degli ultimi giorni di vita dell’artista. È stata scritta nel 1994 dai Nine Inch Nails, famosa band americana guidata da Trent Reznor. Nel 2002, Reznor venne contattato dagli agenti di Cash per ottenere il permesso di realizzare una cover. Appena sentita la richiesta, il cantante disse di essere lusingato, ma allo stesso tempo preoccupato che la sua canzone potesse perdere le sue origini. Cash in effetti le diede un senso nuovo, senza però stravolgerla. Inevitabilmente le parole del brano diventano un riferimento alla vita stessa di Cash, ormai sul viale del tramonto, in cui traspare la consapevolezza di tutto il proprio vissuto e della fine che si avvicina. Il video della cover è diventato un’icona: diretto da Mark Romanek, mette a confronto la gloria dei giorni della "leggenda" a quelli del presente, desolati e crudeli.