Sul palco dell'Ariston la cantante ha portato non solo la sua voce inconfondibile. Con lei c'erano anche grinta, eleganza e girl power. Come sempre, del resto. Il gesto con le mani, che molti spettatori hanno frainteso, in realtà è un simbolo di protesta e sensibilizzazione di stampo femminista che ha origine negli anni '70. Il triangolo ha coinvolto anche il Fantasanremo. IL LIVE DELLA 4^ SERATA
Sul palco dell'Ariston Emma Marrone ha portato non solo la sua voce inconfondibile ma anche grinta, eleganza e causa femminista.
Quest'ultima si è potuta notare anche nel gesto del triangolo fatto con le dita delle mani, un simbolo che molti hanno forse frainteso.
Si tratta di un gesto nobile con cui Emma ha voluto sposare una causa a lei molto cara, quella del femminismo. Quel triangolo ha coinvolto anche il Fantasanremo, come vi spiegheremo tra poco.
Il significato del gesto
In rete si sono moltiplicate le interpretazioni del gesto del triangolo fatto con le mani dalla cantante. Un gesto che simboleggia sì la vagina ma con un messaggio che è tutt'altro che volgare: se molti uomini lo usano per oggettivizzare la "femmina", Emma l’ha usato semmai per omaggiare la donna, per celebrarla.
Mentre si esibiva con la sua canzone Ogni volta è così, ha scelto di accompagnare le parole del brano con un simbolo dalla valenza prettamente femminista.
La scelta è ricaduta sulla raffigurazione minimalista per eccellenza del sesso femminile, che fa da accompagnamento a uno dei passaggi clou del pezzo.
La cantante ha alzato le mani davanti al viso, unendo gli indici e i pollici tra loro, per formare il simbolo della donna per eccellenza nel momento in cui il testo recitava le seguenti parole: "ogni volta è così, siamo sante o pu**ane. E non vuoi restare qui e neanche scappare".
La strofa era stata spiegata il giorno precedente dall'artista stessa, che aveva raccontato che quel pezzo “non parla di relazioni tossiche bensì di relazioni complesse. Molti amici stanno insieme in una bolla di finzione e per non stare da soli. Non si rischia. Io mi rivolgo alle donne ma il messaggio è per tutti".
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Il gesto della vagina nato negli anni Settanta
Il gesto (o segno) della vagina è un gesto praticato con le due mani aperte che hanno tutte le dita distese, toccando i rispettivi indici e pollici della mano fino a porli a “L”, formando una specie di rombo.
Esiste anche un altro modo per fare lo stesso gesto, sovrapponendo i pollici o allineandoli in modo tangente tra loro, fino a formare idealmente con gli indici una sorta di triangolo.
Rappresenta in maniera stilizzata la vulva di una donna.
Tale gesto, sia nell'una sia nell'altra versione, è diventato popolare negli anni Settanta, in seno alle proteste per la parità e per i diritti delle donne.
L'origine di questo simbolo non è chiara, tuttavia la prima volta che è stato usato nel contesto delle proteste femministe risale al 1971, quando l’attrice italiana Giovanna Pala si trovava a Parigi a un convegno che trattava la violenza sulle donne in maniera evocativa e unì le mani in quel modo in segno di protesta.
Pala si trovava tra gli spettatori e si levò dal pubblico con le mani che formavano la simbolica figura romboidale in segno di dissenso, spiegando poi di essersi ispirata alla rivista francese femminista Le torchon brulé.
Quel simbolo si diffuse velocemente, dapprima in Francia e poi nel resto dell'Europa, arrivando ben presto anche in Nord America.
Il gesto viene usato come emblema dello scardinamento dell'organo sessuale sia come tabù sia come mero strumento della riproduzione umana.
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Il bonus per il Fantasanremo
In questo Festival in cui impazza anche il FantaSanremo quel gesto non poteva non essere legato anche al gioco.
"Dichiarazioni, gesti o simboli pro femminismo" valgono infatti dieci punti in più.
Dunque la scelta di Emma ha portato tanti giocatori del Fantasanremo a inserirla nella propria squadra.