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Tokio Hotel pronti al nuovo tour: "La nostra musica cambia con noi"

Musica

Gabriele Lippi

Dennis Dirksen

La band di Magdeburgo sarà al Fabrique di Milano in aprile per il Beyond The World Tour, portando i classici come Monsoon e i nuovi brani che saranno inclusi nel prossimo album, che, promettono, arriverà entro il 2022

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Quando nel 2007 Monsoon si abbatté come uno tsunami sulle classifiche di tutta Europa, Bill e Tom Kaulitz non avevano ancora compiuto 18 anni. Gemelli resi diversi dai rispettivi look: capelli neri lunghi e ombretto scuro intorno agli occhi Bill, in pieno stile emo, dreadlock rasta biondi e capellino da baseball Tom. I due musicisti di Magdeburgo, voce e chitarrista/tastierista dei Tokio Hotel, sono cresciuti, ora hanno 32 anni e 10 milioni di copie vendute alle spalle. Ed è cambiata anche la loro musica, che ha assunto toni più tenui, meno aggressivi, sonorità più elettroniche che ondeggiano tra il pop e la dance. Due anni fa erano in tour, poi il Covid ha fermato tutto. Adesso sono pronti a tornare, la prossima primavera, con il Beyond the World Tour, che farà tappa in aprile al Fabrique di Milano.

Dennis Dirksen

Presto tornerete a suonare dal vivo. Come vi sentite?
Bill: Non vediamo l’ora. Abbiamo lavorato tanto in studio ma non siamo stati in tour per un po’, siamo un po’ ansiosi a essere onesti, è uno stato di eccitazione che si è costruito e alimentato negli anni.
Tom: E dobbiamo riprenderci la mano, riabituarci, perché è da tanto che non lo facciamo.

Cosa vi aspettate dal vostro show italiano al Fabrique?
Bill: Siamo stati sempre molto bene in Italia, i nostri fan italiani sono sempre stati fedeli, ci abbiamo suonato tante volte e avremo l’opportunità di farlo in un locale grande. Ci aspettiamo un grande show
Tom: Sarà divertente!

Come è cambiata la vostra musica da Monsoon a oggi?
Bill: Penso sia cambiata tanto esattamente come siamo cambiati noi come persone. Si tratta di un periodo che copre quasi metà della nostra vita, quando sei nei 30 la tua musica è diversa da quando sei un teenager. Abbiamo più fiducia nel nostro stile, usiamo sonorità più elettroniche, più strumenti che all’epoca non suonavamo. Forse è diventata più indie pop.
Tom: È difficile metterle un’etichetta, è diversa ogni volta che andiamo in studio. Bill e io siamo producer e scrittori e per noi funziona così. I prossimi due singoli saranno tenderanno più verso le origini, con un maggior uso di chitarre pesanti. Ma la nostra musica cambia in continuazione, con noi, e ora siamo più in controllo della nostra musica.

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E i vostri fan? Sono sempre gli stessi o sono cambiati?
Bill: Penso che siano cambiati. Qualcuno di oggi nemmeno conosceva Monsoon, ci ha scoperto con le nuove canzoni, con Love who Loves you Back o White Lies. Ma ci sono anche fan cresciuti con noi e che ora magari portano i loro figli ai nostri show. È divertente.

Parliamo del Covid. Che impatto ha avuto sulle vostre vite e sul vostro processo creativo?
Bill: A essere onesti, l’ultimo anno è stato il migliore per noi dal punto di vista creativo. Ci siamo aperti a nuove idee, siamo andati tanto in studio, abbiamo avuto tempo per stare concentrati pienamente sulla musica. Ma ho anche scritto un libro, mi sono preso il tempo per esplorare più a fondo le mie altre passioni. Noi siamo stati fortunati perché abbiamo uno studio in casa, per altri non è stato altrettanto facile, l’unica cosa è che non abbiamo potuto fare i tour, ma abbiamo fatto show in tv e un podcast.
Tom: Però ci manca il palco, per questo torniamo in tour ad aprile. Specialmente perché abbiamo avuto così tanti output creativi e li vogliamo mostrare al pubblico.

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Citando un verso del vostro ultimo singolo Here Comes the Night, è tutto un sogno o è realtà?
Bill: Un po’ entrambi. Mi sveglio tutti i giorni così grato della vita che possiamo vivere, ieri la nostra canzone è diventata platino, è fantastico avere così tanta gente che supporta la nostra musica. Il 2021 è stato uno degli anni più impegnati per noi, abbiamo raggiunto così tanti obiettivi. Siamo felici di poter fare quello che vogliamo. Ma ci sono anche giorni in cui non vuoi alzarti dal letto.
Tom: Dipende dal giorno della settimana, lunedì è realtà, venerdì è sogno.

Un altro vostro brano recente è White Lies. Cosa sono per voi le bugie bianche?
Bill: Una bugia bianca è quando dici qualcosa per non urtare qualcuno.
Tom: Sì, direi che è una descrizione perfetta ma questo non include quando hai una relazione, tradisci qualcuno e non glielo dici, quella non è una bugia bianca.
Bill: L’altro giorno ne ho detta una. Ero invitato a un evento, erano così contenti di avermi là, ma ero in hangover. Non me la sono sentita di dirgli la verità e per non ferirli ho detto che avevo avuto un’emergenza familiare. Penso sia stata una bugia bianca, non ho urtato i loro sentimenti, hanno avuto la loro festa e si sono divertiti tantissimo, pensando che la mia assenza fosse motivata da qualcosa di serio.
Tom: Ok, qui siamo al limite, direi che è una bugia piuttosto buona…

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Il vostro tour si chiama Beyond the World. Cosa significa per voi andare al di là del mondo?
Bill: Penso sia come una fantasia, cercare di spingere la realtà un po’ oltre, quello che cerchi di fare con gli show live, quando ti viene la pelle d’oca e viaggi in altri posti con la mente, ti dimentichi dello spazio e del tempo. Quello che la musica fa a te.

Il vostro ultimo album, Dream Machine, è uscito nel 2017. Avete già annunciato il prossimo, la domanda è: quanto dovremo aspettare ancora per ascoltarlo?
Tom: Siamo pronti, l’album è pronto, se volessimo potremmo tirarlo fuori in qualsiasi momento
Bill: Potremmo spedirtelo ora, se volessimo, ma non lo faremo.
Tom: Vogliamo creare più attesa, abbiamo altri nuovi singoli in programma: Bad Love, il prossimo, uscirà a gennaio, poi abbiamo un featuring con un altro artista in febbraio, un nuovo brano a marzo, uno ad aprile. L’album uscirà dopo il tour, sicuramente nel 2022, e buona parte di questo lo suoneremo durante il tour.