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“Stories Live – Colapesce Dimartino”, un'intervista tra parole e musica dal vivo. VIDEO

Musica

Due carriere decennali da solisti, un progetto insieme, la partecipazione a Sanremo con “Musica Leggerissima”. “Ci sono canzoni che scrivi di getto, questa invece l’abbiamo rincorsa per mesi. Ci piaceva l’idea di appesantire la musica leggera, riempirla di contenuti” spiegano i due cantautori al vicedirettore Omar Schillaci. Un racconto in cui gli aneddoti, i ricordi e le battute si mescolano alle loro canzoni più belle eseguite dal vivo

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Due dei migliori cantautori della nuova generazione, ma anche due amici. Due carriere decennali fatte di tanti album e di molte collaborazioni autorali con grandi nomi della musica: da Emma a Luca Carboni, da Malika Ayane a Guè Pequeno, Levante e Carmen Consoli, Marracash. Poi un album realizzato a quattro mani e la partecipazione a Sanremo, dove con il brano “Musica leggerissima” hanno fatto impazzire l’Italia. Colapesce e Dimartino (FOTO) – nella vita Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino – sono i protagonisti della nuova puntata di “Stories Live”, il ciclo di interviste ai protagonisti dello spettacolo di Sky TG24, in onda su Sky TG24 e su Sky Arte il 5 aprile alle 11 e sempre disponibile On Demand. Ospiti del vicedirettore della testata Omar Schillaci, i due artisti regalano un racconto di parole e musica, in cui gli aneddoti, i ricordi, le battute, si mescolano alle loro canzoni più belle, eseguite dal vivo in set acustico in uno studio intimo e caldo.

Il progetto insieme "I Mortali"

 

Colapesce e Dimartino hanno appena presentato il disco "I Mortali²”, la versione aggiornata del disco realizzato assieme nel 2020. Un album doppio che contiene, oltre alle 10 tracce originarie, una nuova canzone intitolata proprio “I Mortali”, sette versioni inedite di alcuni classici del loro repertorio da solisti, l'adattamento in italiano di “Born to Live” di Marian Faithfull e la cover di “Povera Patria” di Franco Battiato, oltre che, ovviamente, il brano “Musica leggerissima”, che si è aggiudicato, primo tra i brani in gara quest’anno a Sanremo, il disco di platino.

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Come è nata “Musica leggerissima”

Di “Musica leggerissima” avevamo solo il titolo – ha spiegato nell’intervista Dimartino -. Eravamo convinti di scrivere una canzone che si chiamasse così. Io avevo questa parola da tempo, quando l’ho detto a Lorenzo mi ha detto che era un gran titolo per una canzone. A questo brano  - ha aggiunto Colapesce - abbiamo lavorato tantissimo. A volte le canzoni le scrivi di getto. Scrivi una canzone ed è quasi già giusta, oppure ci lavori un po’ per sistemarla, se già c’è un’idea. Invece “Musica leggerissima” l’abbiamo rincorsa per mesi. Abbiamo scritto strofe e poi le abbiamo cambiate, abbiamo cambiato la melodia. Le strofe erano melodicamente completamente diverse, le parole del ritornello erano diverse.

C’è un concetto che ci siamo ripetuti spesso – ha proseguito poi Dimartino -, ovvero la voglia di ‘appesantire’ la musica leggera, riempire di contenuti la musica leggera. La canzone deve fare questo, deve far crescere le domande nelle persone, anche in maniera leggera. L’idea di trovare una terza via tra la musica pesante e la musica leggera, cioè la musica leggerissima, ci piaceva, perché volevamo fosse una musica che parlasse all’inconscio delle persone. I contenuti – ha concluso Colapesce - allungano la vita delle canzoni. Se penso ai dischi che amo, ad esempio a De Andrè, sono passati cinquant’anni dai primi dischi e ancora sono lì che galleggiano eleganti nell’aria, senza paura del futuro.

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Le carriere e il sodalizio artistico

 

L’intervista ripercorre poi le carriere dei due artisti, all’inizio delle quali è nata la loro amicizia e il sodalizio artistico. Agli inizi della carriera – ha detto Dimartino - abbiamo dormito anche dentro i locali in cui abbiamo suonato. Mi ricordo una volta, ci saranno state sei persone al concerto, finito di suonare il gestore del locale arriva con questo materassino sgonfio, senza pompa. L’ho gonfiato a bocca. A proposito di materassini – è intervenuto Colapesce - a me è successo in un paesino del sud che dopo un concerto mi abbiano portato a dormire nella sala consiliare del Comune: c’erano sei materassini gonfiati a terra, sembrava un’istallazione di Cattelan, i materassini e le foto del sindaco. Una volta mi è capitato di suonare davanti a soli due spettatori. Io però suono sempre, che ci sia solo il proprietario del locale o diecimila persone. Suono perché mi fa stare bene.

 

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Ricordi e consigli “semiseri”

Spazio anche per gli aneddoti più personali, come il primo ricordo da bambini, nella Sicilia degli anni ’80. Ricordo mia nonna che mi porta il pane all’olio per merenda – ha detto Colapesce - , vicino a una fontana che aveva costruito mio nonno. È uno dei primi ricordi che ho. Io ho tanti ricordi – ha aggiunto Dimartino -, anche simili al suo. Però ho anche un ricordo tragico: il mio paese ha sofferto molto la mafia, da piccolo mi ricordo dei lenzuoli bianchi a terra. Questa cosa qua e uno di quei ricordi forti, potenti, della mia infanzia, che hanno cambiato qualcosa, che probabilmente mi hanno spinto a scrivere.

Infine anche una serie di consigli ‘semiseri’ su come si scrive la canzone perfetta. La parte strumentale nella canzone ci vuole? A volte sì a volte no, più no che sì. Dipende che canzone vuoi scrivere. Per le canzoni d’amore? Strumentale poco. Forse un sax sul finale. L’argomento migliore per creare una buona canzone? L’amore, se vuoi fare i soldi. I migranti? I migranti no, quello è il premio della critica. Quanto bisogna essere impegnati? Il giusto, impegnati senza esserlo.

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