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Flea ammette: "Ho pensato di lasciare i Red Hot Chili Peppers"

Musica

In attività dal 1983, i Red Hot Chili Peppers hanno vissuto alti e bassi come qualsiasi altro gruppo. Per la prima volta il bassista svela di aver pensato più volte di mollare tutto

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In attesa di scoprire il nuovo lavoro dei Red Hot Chili Peppers (la storia della band FOTO), impegnati in questo periodo alla lavorazione di materiale inedito, Flea, bassista del gruppo, ha pubblicato la sua autobiografia. Nel libro il componente storico dei RHCP e fondatore della band nel 1983 con Anthony Kiedis, Hillel Slovak e Jack Irons ha confessato di aver pensato più volte a lasciare tutto: “Ho avuto alti e bassi con la band così tante volte. Ho pensato spesso ‘Possiamo continuare senza ripeterci?’, oppure ‘Non voglio fare più questo, voglio crescere, non voglio essere prigioniero dei soldi, della fama o del potere’”. Una sensazione raccontata da Flea che ha raccontato per la prima volta le sensazioni che ha provato in tutti gli anni trascorsi nella band. Lo stesso bassista ha poi spiegato cosa lo ha spinto ogni volta a non mollare tutto e dire addio ai Red Hot Chili Peppers (Californication, l’album del ritorno).

Flea: “Basta una canzone e mi innamoro completamente di ciò che facciamo”

Il motivo che ha spinto Flea a restare legato al gruppo è la passione per la musica: "Poi arriva il momento in cui facciamo un concerto grandioso, oppure componiamo una canzone che mi entusiasma o mi fa vanire i brividi e di nuovo mi innamoro completamente di ciò che facciamo”. Il bassista spiega anche che ogni pensiero di addio è stato scacciato sempre e solamente per l’amore per il suo basso e la straordinaria amicizia che lo lega ad Anthony Kiedis. Solo grazie a questo è riuscito a trovare ogni volta un equilibrio ed essere obiettivo nelle scelte da fare. “Ho sempre visto la vita come un'opportunità – racconta Flea - Potrebbe essere esplorare o imparare. Sono entusiasta quando scopro qualcosa di nuovo. Potrebbe essere qualcosa di semplice come il tennis da tavolo, ma se scatta quella voglia, punto a diventare davvero bravo! Non ci sono mezze misure con me. Sono sempre alla ricerca di nuovi modi per svilupparmi, siano essi fisici, spirituali, emotivi, intellettuali o altro.

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Il contributo di Patti Smith

Nell’autobiografia “Acid for the Children”, Flea svela anche l’aiuto ricevuto da Patti Smith per la scrittura del libro: “Mi ha aiutato molto. Mi ha detto: “Flea, è come fare musica. A volte te ne vai e sei un vampiro. A volte devi interpretare una parte d'insieme. A volte suoni un assolo. Tutte queste abilità possono essere applicate alla scrittura. " Quando ho capito i parallelismi tra le due forme d'arte, ho iniziato a trovare il mio stile”.

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Il musicista ha inoltre confessato prima dell’uscita del libro di aver tagliato numerose parti: “Non importa quanto io sia bravo o imbranato nella scrittura - ha dichiarato - ho solo cercato di scrivere al massimo delle mie capacità, perché ho pensato che il libro avrebbe avuto un valore solo se fossi stato completamente onesto. È per questi motivi che al momento dell’editing ho deciso di tagliare un sacco di storie, anche se erano davvero belle. Erano selvagge e divertenti, le ho scritte bene e sono alcune delle parti migliori dell’autobiografia. Ma poi mi sono reso conto che avrebbero dato scandalo”.

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