
Sydney Pollack, 90 anni fa nasceva il regista Premio Oscar per La mia Africa: i suoi film
Nato il 1° luglio del 1934 nell'Indiana, nella sua vita è stato tante cose: insegnante di recitazione, assistente alla regia teatrale, produttore, attore e regista per la tv e il cinema. Appartenente alla “New Hollywood”, ha diretto per il grande schermo pellicole acclamate da pubblico e critica. La sua carriera si è interrotta il 26 maggio 2008, quando è morto per un cancro. Per omaggiarlo, ecco le locandine dei 20 lungometraggi che ha diretto

Il 1° luglio del 1934, novant’anni fa, nasceva nell'Indiana Sydney Pollack. Nella sua vita è stato tante cose: insegnante di recitazione, assistente alla regia teatrale, produttore, attore e regista per la tv e il cinema. Appartenente alla “New Hollywood”, ha diretto per il grande schermo capolavori come La mia Africa, film Premio Oscar grazie al quale ha vinto anche la statuetta come miglior regista. La sua carriera si è interrotta il 26 maggio 2008, quando a 73 anni è morto per un cancro. Per omaggiarlo, ecco le locandine dei 20 film che ha diretto per il cinema
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Dopo le esperienze a teatro e in tv, Paramount offre a Pollack l'occasione di dirigere un film per il cinema. Il debutto arriva nel 1965 con La vita corre sul filo (The Slender Thread). Racconta di uno studente universitario (Sidney Poitier) che lavora come volontario in un centro di soccorso telefonico per persone in difficoltà. Un giorno riceve la telefonata di una donna (Anne Bancroft) che ha ingerito un tubetto di sonniferi: mentre lui cerca di farsi dire dove si trovi, lei racconta i motivi del suo gesto attraverso una serie di flashback. Il pubblico apprezza
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Il secondo film da regista di Sydney Pollack è Questa ragazza è di tutti (This Property Is Condemned), del 1966. La pellicola, che all’epoca non riscosse molto successo, segna l’inizio del sodalizio artistico con Robert Redford. L’attore interpreta Owen Legate, un agente ferroviario che nel pieno della grande depressione arriva in una cittadina del Mississippi per chiudere delle strade ferrate. Nella locanda in cui alloggia conosce Alva Starr, l’affascinante giovane figlia della proprietaria, di cui poi s’innamora. A interpretarla c’è Natalie Wood
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Nel 1968 esce Joe Bass l'implacabile (The Scalphunters), con protagonista Burt Lancaster. Si tratta di un western, ironico e originale, che tende verso la commedia. Il film racconta di Joe Bass (Lancaster), un eremita che passa tutto l'inverno a cacciare castori per ricavarne le pellicce. Alcuni pellerossa, guidati dal capo Due Corvi, lo costringono a barattare le pelli per Joseph Lee (Ossie Davis), uno schiavo di colore. Il cacciatore segue gli indiani per recuperare il suo carico, mentre Lee gli racconta che vuole raggiungere il Messico per essere un uomo libero

Burt Lancaster è il protagonista anche della quarta pellicola da regista di Sydney Pollack: Ardenne '44, un inferno (Castle Keep), del 1969. Tratto dal romanzo Passioni al castello (Castle Keep) di William Eastlake, è un film di guerra molto particolare, onirico e figurativo, sul tema della cultura contrapposta alla violenza e alla distruzione. Racconta di otto soldati americani che, durante la Seconda Guerra Mondiale, cercano di fermare l'avanzata tedesca e occupano un castello medievale in Belgio, ricco di tesori artistici che rischiano la rovina

Con il quinto film, Pollack s’impone come una delle personalità più interessanti del rinnovamento hollywoodiano: nel 1969 esce Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horses, Don't They?). La pellicola ottiene 9 candidature agli Oscar, tra cui miglior regia. Nella California dei primi anni Trenta, nel pieno della Grande depressione, è in voga un crudele genere di spettacolo: le maratone di ballo, in cui gente disperata balla per giorni, attratta sia dal premio in dollari sia dal vitto. Tra i “ballerini”, Gloria e Robert (Jane Fonda e Michael Sarrazin)

Il sesto film diretto da Sydney Pollack per il cinema è un altro western: Corvo rosso non avrai il mio scalpo! (Jeremiah Johnson), del 1972. Presentato in concorso a Cannes, ha per protagonista ancora Robert Redford: interpreta il cacciatore ed esploratore Jeremiah Johnson, che viaggia verso le montagne dello Utah, ai confini del mondo civilizzato, e nel percorso adotta un ragazzo e trova moglie, costruendo una famiglia. Ma l'esistenza pacifica dell'uomo è minacciata da un gruppo di soldati

È firmata da Pollack anche una delle storie d'amore più celebri del cinema Usa: Come eravamo (The Way We Were), del 1973, con Barbra Streisand e Robert Redford. Ambientato dagli anni Trenta fino a Guerra fredda inoltrata, racconta la relazione tormentata di due persone agli antipodi: Katie Molosky, militante comunista con l’aspirazione di rendere il mondo migliore; e Hubbell Gardiner, che rappresenta tutto ciò che lei disprezza. Si conoscono al college, si rincontrano anni dopo e, nonostante le differenze, decidono di sposarsi. Sei nomination agli Oscar (2 vinti)

Nel 1974 esce Yakuza (The Yakuza), violento noir dall'ambientazione giapponese scritto da Leonard Schrader, Paul Schrader e Robert Towne. Racconta di un uomo americano, detective in pensione, che torna in Giappone dopo vent’anni per salvare la figlia di un suo vecchio amico, rapita da una banda della Yakuza. Dopo un debutto poco brillante, il film ha acquisito considerazione col passare del tempo, fino a diventare un cult

Nel 1975 esce il nono film di Pollack: l'avvincente thriller politico, considerato uno dei migliori del genere, I tre giorni del Condor (Three Days of the Condor). A Manhattan un commando di sicari irrompe in una sezione della Cia e uccide tutti gli operatori. Tranne Joseph Turner (Robert Redford), nome in codice "Condor", uscito a comprare la colazione. L’uomo chiede aiuto alla Cia, ma presto si accorge che non può fidarsi. Così sequestra una donna, Kathy Hale (Faye Dunaway), obbligandola a tenerlo in casa. Dopo la reciproca diffidenza iniziale, i due collaborano

Al Pacino è il protagonista del decimo film diretto da Sydney Pollack: Un attimo, una vita (Bobby Deerfield), uscito nel 1977. Racconta del giovane campione di Formula 1 Bobby Deerfield, che va in Svizzera per indagare sulla morte di un suo compagno di scuderia, avvenuta a causa di uno scontro durante un Gran Premio. Nella clinica in cui è ricoverato il pilota sopravvissuto conosce una ragazza fiorentina, Liliana Morelli, che lo convince ad accompagnarla in Italia con la sua macchina

Nel 1979 esce Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman), con Robert Redford e Jane Fonda. Al centro della trama c’è il campione di rodeo Sonny Steele, diventato un beniamino del pubblico e ingaggiato anche per spot pubblicitari. Un giorno scopre che il famoso purosangue Rising Star viene imbottito di antidolorifici e tranquillanti: decide così di “rapirlo” e fugge verso le praterie dello Utah. Sulle sue tracce si mette la giornalista tv Hallie Martin: quando scopre che Sonny vuole regalare la libertà al cavallo, finisce per innamorarsi del cowboy e lo aiuta

Pollack ha diretto anche Paul Newman: nel film del 1981 Diritto di cronaca (Absence of Malice). L’attore è Michael Gallager, che ha la colpa di essere figlio di un mafioso e per questo viene preso di mira dall'agente federale Rosen, che indaga su un omicidio. Rosen spinge la giovane reporter Megan Carter a scrivere su Gallager. L’uomo cerca di resistere alle difficoltà, nonostante gli articoli sollevino sospetti portandolo quasi al fallimento. Tutto cambia quando una sua amica si suicida dopo essere stata intervistata: Gallager decide di far pagare i responsabili

Nel 1982 Pollack si cimenta anche con il genere della commedia romantica: esce Tootsie, con Dustin Hoffman e Jessica Lange. Il protagonista è l'eclettico attore Michael Dorsey, talentuoso ma disoccupato, che per ottenere una parte in una soap opera finge di essere una donna. Il film ha un successo inaspettato sia al botteghino sia tra i critici: ottiene 10 candidature agli Oscar (comprese miglior film e regista) e fa incassi record. Nel 2000 l'American Film Institute lo inserisce al secondo posto nella classifica delle migliori 100 commedie Usa di tutti i tempi

Il film che regala a Pollack il Premio Oscar è La mia Africa (Out of Africa), del 1985. Ispirato al romanzo autobiografico di Karen Blixen, racconta del viaggio della donna (Meryl Streep) in Kenya nel 1914 per raggiungere il barone Bror von Blixen, sposato senza amore. Nonostante lo scetticismo iniziale, Blixen inizia ad amare sempre più la sua vita in Africa. E durante le lunghe assenze del marito, si avvicina a un cacciatore di elefanti (Robert Redford). È un successo di pubblico e agli Oscar conquista 7 statuette (tra cui miglior film e regia) su 11 nomination
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Ha avuto meno successo il film successivo di Pollack, Havana, uscito nel 1990. Il protagonista è ancora Robert Redford. Interpreta Jack Weil, un avventuriero statunitense con la passione per il poker e le belle donne. Gira diverse città, ma la sua preferita è la malfamata L'Avana, dove vuole organizzare un grande torneo. Il suo ultimo viaggio a Cuba, agli sgoccioli del regime di Fulgencio Batista e sul punto di venir travolto dalla rivolta di Castro, è memorabile. Qui incontra Roberta Bobby Duran (Lena Olin), ex attrice svedese che cambierà la sua vita

Per Sydney Pollack il successo, soprattutto al botteghino, torna con il film numero sedici: Il socio (The Firm), uscito nel 1993 e tratto dal best seller omonimo dello scrittore statunitense John Grisham. Il protagonista del thriller legale è Tom Cruise: interpreta Mitch McDeere, un giovane avvocato che diventa socio di un piccolo ma prestigioso studio legale e presto scoprirà che la maggior parte dei clienti stanno dalla parte sbagliata della legge

Il 17esimo film diretto da Pollack è Sabrina: uscito nel 1995, è il remake del film del 1954 di Billy Wilder con Audrey Hepburn, Humphrey Bogart e William Holden. Questa volta gli interpreti sono Harrison Ford, Julia Ormond e Greg Kinnear. Sabrina è la figlia dell’autista di una famiglia di miliardari. La giovane ha sempre spiato la vita sontuosa dei datori di lavoro del padre e ha una cotta per David, il secondogenito. Dopo essere stata a Parigi, torna trasformata in una donna elegante e raffinata. E con il suo fascino seduce i due rampolli della ricca dinastia

Nel 1999 esce Destini incrociati (Random Hearts), interpretato da Harrison Ford e Kristin Scott Thomas. Il film è tratto dal romanzo Random Hearts di Warren Adler ed è ispirato a una storia vera. Dutch Van Den Broeck è un sergente presso il dipartimento Affari Interni, mentre Kay Chandler è una candidata al Congresso per lo Stato del New Hampshire: entrambi perdono i rispettivi coniugi in un incidente aereo. Ma dopo la tragedia scoprono che i due viaggiavano insieme ed erano amanti

Nel 2005 esce il 19esimo film diretto da Sydney Pollack: The Interpreter, interpretato da Nicole Kidman e Sean Penn. Il thriller politico ha come protagonista Silvia Broome, interprete alla sede delle Nazioni Unite a New York. Un giorno la donna ascolta per caso una conversazione telefonica riguardo a un omicidio. La sua vita è ora in pericolo e a proteggerla arriva l'agente Tom Keller
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Nel 2005 esce anche Frank Gehry - Creatore di sogni (Sketches of Frank Gehry), il primo film documentario della carriera di Sydney Pollack e l’ultimo lavoro che ha diretto. Presentata fuori concorso al Festival di Cannes, la 20esima e ultima pellicola di Pollack è incentrata sulla figura del celebre architetto canadese (e amico del regista) Frank Owen Gehry. Pollack è morto tre anni dopo l’uscita, nel 2008

Legato in qualche modo a Sydney Pollack è anche il film documentario Amazing Grace, uscito nel 2018. Nel 1972 Aretha Franklin si esibì per due giorni nella chiesa battista New Temple Missionary di Los Angeles. La Warner aveva deciso di trasformare il concerto in un film e affidò le riprese a Pollack, fan dell’artista. Alcuni errori tecnici, però, compromisero la realizzazione della pellicola: audio e video non erano sincronizzati e i materiali inutilizzabili. Alan Elliott, 47 anni dopo e grazie all’avanzamento tecnologico, riesce a portare alla luce il progetto
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