
Lars von Trier compie 66 anni: i 10 film più celebri del regista cult di Copenaghen. FOTO
Anticonformista, controverso. Ogni sua nuova uscita è un evento per gli appassionati di cinema e una miccia che accende polemiche tra critici e fan, divisi tra chi lo idolatra e chi lo reputa sopravvalutato. “Idioti”, “La Casa di Jack”, “Dogville” e “Melancholia”: uno sguardo ai suoi dieci titoli più famosi .

Anticonformista, provocatorio, controverso. Ogni film di Lars von Trier è un evento per gli appassionati di cinema contemporaneo e una miccia per accendere polemiche tra critici e fan, divisi tra chi lo idolatra e chi lo reputa sopravvalutato. Famoso per le fobie che lo accompagnano da tutta la vita e che si riflettono nell’esplorazione dei lati oscuri dell’animo umano nelle sue opere, oggi il regista cult di Copenaghen compie 65 anni. Ecco i suoi dieci titoli più famosi
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La carriera di Trier inizia tra produzioni televisive e cortometraggi. Il primo lungometraggio, “L’Elemento del crimine” esce nel 1984. Nel 1995 crea, con il collega Thomas Vinterberg, il decalogo Dogma 95, manifesto stilistico che vuole ripulire le pellicole dal dilagare di filtri, luci, effetti speciali e sceneggiature invadenti. Un anno dopo, la consacrazione vera e propria con il primo capitolo de “La Trilogia del cuore d’oro”
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LE ONDE DEL DESTINO - Il primo film della trilogia è “Le Onde del Destino”, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 1996. La protagonista Bess, interpretata da Emily Watson, rappresenta l’emblema di una bontà ingenua e disinteressata, destinata a essere sconfitta da una società spietata e ipocrita
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IDIOTI – Secondo capitolo della trilogia, “Idioti”, 1998, è l’espressione più alta di Dogma 95. Girato interamente a telecamera a spalla, in presa diretta e senza alcun effetto speciale, c’è chi lo ha definito “un abuso di realismo”. Il film segue un gruppo di giovani danesi nella ricerca di una spontaneità negata, in apparenza, dai codici etici di una società borghese e perbenista. Rabbia ingiustificata, simulazione di ritardi mentali, scene di nudo e sesso esplicito: in Italia l’opera originale non è sopravvissuta alla censura

DANCER IN THE DARK – Anti-musical vincitore della Palma d’oro per il miglior film al Festival di Cannes 2000. Antitesi del filone musicale caro a Hollywood, nessun lieto fine. Situazioni atroci mettono in luce la crudeltà del mondo reale, lontano da quello rappresentato nei titoli dei grandi studios americani. Miglior interpretazione femminile a Cannes 2000 per la prima prova da attrice protagonista della cantante islandese Björk, che ha poi denunciato di aver subito molestie dal regista

DOGVILLE – Apre la trilogia “Dogville”, 2003. Grace è Nicole Kidman, donna in fuga da malfattori giunta nella cittadina di Dogville. Riceve ospitalità in cambio di lavoretti che nel tempo diventano sempre più difficili da sopportare, fino a spingerla a bruciare l’intera città. Girato in un teatro, è stato definito da Trier come la creazione del cinema “fusionale”: mix di grande schermo, teatro e letteratura. Kidman dichiarò di essere rimasta turbata dalle riprese e di non voler più partecipare a un film di Trier

MANDERLAY – Dogville è stata bruciata e Grace – qui col volto di Bryce Dallas Howard – è in fuga in Alabama, a Manderlay, dove la schiavitù (è il 1933) è parte integrante del tessuto sociale. Grace prova a portare i valori della democrazia nella cittadina ma ancora una volta fallisce. È il desiderio di vendetta degli abitanti, l’uno verso l’altro, a far fallire il suo piano. La stessa Grace lascia uscire il suo lato animale e si fa sopraffare dalla rabbia

LA CASA DI JACK – Fuori concorso al Festival di Cannes 2018, “La Casa di Jack”. Il protagonista, Matt Dillon, vuole a tutti i costi costruire la sua abitazione. Molti vedono in Jack una sorta di alter ego di Trier e tutto il film è un contenitore delle sue ossessioni. Si tocca anche il tema del nazismo, argomento che portò Trier a essere espulso a Cannes nel 2011 per aver detto di “simpatizzare” con Hitler. Durante la prima mondiale, molti spettatori hanno abbandonato la sala a causa di alcune scene troppo violente

IL GRANDE CAPO – La corruzione del mondo del lavoro come specchio della realtà in questo film del 2006. Una società informatica danese viene acquistata da un compratore islandese. Il capo, Ryan, non ha mai rivelato la sua identità, nascondendosi dietro la figura di portavoce di un misterioso “grande capo”. Assume un attore disoccupato affinché reciti la sua parte per concludere l’affare ma la situazione sfugge di mano, tra rimbalzi di responsabilità per le scelte più dure per il futuro dell’azienda

ANTICHRIST – Psicanalisi, erotismo sfrenato e tinte splatter in questo del film del 2009. Il figlio dei protagonisti, William Dafoe e Charlotte Gainsbourg, muore cadendo da una finestra durante una notte d’amore dei genitori. Lui, psicoterapeuta, decide di aiutare la consorte a superare il trauma, ritirandosi in una casa nel bosco di Eden. Finisce in tragedia dopo che il marito scopre le pulsioni distruttive della donna. Dedicato allo scomparso regista sovietico Andrej Tarkovskij, è diviso in quattro parti: Pena, Dolore, Disperazione e I Tre Mendicanti

MELANCHOLIA – Il rapporto intimo e conflittuale tra due sorelle è il punto di partenza per una nuova feroce critica dell’arida società borghese in “Melancholia”, presentato a Cannes 2011. Il film dà libero sfogo al pessimismo di Trier, reduce da un periodo di profonda depressione. Premio per la miglior interpretazione al Festival della Croisette per la protagonista Kirsten Dunst

NYMPHOMANIAC – Charlotte Gainsbourg, nei panni di Joe, è una donna che si scopre ninfomane e che si abbandona alle conseguenze del suo disturbo. Uscito in due volumi, nel 2013, nel cast anche attori porno. Esistono due versioni del film, una più esplicita, vietata ai minori di 18 anni, e una rimodellata per essere vietata solamente agli under 14