Il 13 ottobre del 1950 New York ospitava la premiere del film diretto da Joseph L. Mankiewicz e ispirato al racconto "The Wisdom of Eve" di Mary Orr. Tra battute epocali, premi 0scar, interpretazioni memorabili e litigi, una pellicola che ha segnato la storia del cinema
C’era una volta Hollywood. E soprattutto film che potevano cambiare il mondo, con gli abbacinanti primi piani delle dive (quando ancora questa parola aveva un senso associata al cinema) e con la forza di certe battute capaci di incidere il granito. Pellicole che, al netto della distanza cronologica e geografica, risultano ancora oggi immortali. Opere studiate, citate, omaggiate e, magari in grado persino di farti vincere un Oscar, se sei bravo a coglierne il senso. Come “Eva contro Eva" la cui premiere risale al 13 ottobre 1950. E pensi subito a Pedro Almodovar che ha trasfigurato il melò americano in un appetitoso gazpacho iberico, centrifugando “All’about Eve" in “Tutto su mia madre” e aggiudicandosi, quindi, l’ambita statuetta nel 1999. Immaginiamo che Bette Davis avrebbe apprezzato il lavoro del cineasta spagnolo e pure l’austero regista Joseph L. Mankiewicz avrebbe trovato il film di Pedro un riuscito tributo.
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Forse, anche il luciferino Addison DeWitt avrebbe confermato che il film ha attraversato con successo gli oceani del tempo. Il furbo e disincantato critico teatrale, con cui si amava identificarsi l’ombroso regista Mankiewicz, è uno dei motivi per cui Eva contro Eva non passerà mai di moda. Oltre a questa superba interpretazione, l’immenso George Sanders ci ha lasciato con uno dei biglietti di addio più veritieri che si possano mai vergare. Se poi aggiungiamo che nel film c’è pure una giovane, meravigliosa Marilyn Monroe che aspira a un drink e a una parte nello spettacolo (e sarebbe disposta a tutto pur di averla) si comprende come in fondo il passato sia la cartina di tornasole del presente. E Bette Davis aggiungerebbe: "Lord Byron non avrebbe saputo esprimersi meglio". D'altronde il personaggio di Eva è una che chiederebbe a Gianni di darle Pinotto.
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Oscar contro 0scar
Quattro candidature agli Oscar per le interpretazioni femminili: Davis e Baxter per l'Oscar alla migliore attrice e Holm e Ritter per l'Oscar alla migliore attrice non protagonista. Tuttavia è noto che l’impuntarsi della Baxter per la nomination come protagonista costò alla Davis l’ambita statuetta. Certo. Eva Contro Eva si aggiudicò 6 Academy Awards: Miglior fiilm. Miglior attore non protagonista, Migliore sceneggiatura non originale, Migliori costumi a Edith Head e a Charles Le Maire, Miglior sonoro.
Ma fu Judy Holliday, con Nata ieri a vincere come miglior protagonista. La realtà, spesso e volentieri, sa essere più crudele del cinema. Ancora una volta Margo avrebbe chiosato con un prosaico "Amen", con un martini in mano. Ma certamente Bette Davis quell'Oscar mancato non lo ha mai digerito.
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"Bette era una lettera perfetta, era una sillaba perfetta, il sogno del regista: l'attrice preparata". Così Joseph Mankiewicz commentò l’interpretazione della Davis, E Gary Merrill, che in Eva contro Eva interpreta il regista della pièce Bill Sampson, fu davvero colpito da queste parole
Tant’è che il 28 luglio del 1950 sposò a Juárez (Messico) Bette Davis, subito dopo il termine delle riprese del film. Merrill adottò Barbara, la figlia che l’attrice aveva avuto da un precedente matrimonio e, in seguito, i due adottarono altri due bambini, Michael e Margot. L'unione entrò in crisi nella seconda metà degli anni cinquanta, complicata dall'inclinazione di Merrill per l'alcol, dai problemi di salute della Davis in quel periodo, e dalla scoperta del grave deficit mentale di Margot, la bambina che la coppia aveva adottato. Il matrimonio si concluse nel 1960 con il divorzio. Insomma, se la vita fosse un film diremmo “Prendete il salvagente, stasera c’è aria di burrasca”
She's got Bette Davis Eyes
Non sapremo mai come sarebbe stato "All about Eve", se la protagonista avesse avuto il volto di Susan Hayward (scartata perché troppo giovane per il ruolo) o di Claudette Colbert (che però rinunciò per motivi di salute.) L'unica certezza è che la figura di Margo Channing è il doppelgänger dell’attrice che l'ha interpretata, Come canterà nel 1981 Kim Carnes. "She's got Bette Davis eyes".D'altronde, in questo film non sai mai se è il teatro a imitare la vita o viceversa. E se infine Eva Harrington riesce a portare via tutto al proprio idolo, la legge del contrappasso attende dietro l'angolo. Perché sul palcoscenico di Broadway, parimenti a quello della vita: "Siamo in un alveare: Somigliamo tutte quante ad api armate di pungiglione intente solo a far miele." Senza contare che anche Lucifero era un angelo.