"Barry Lyndon" debuttava 50 anni fa, 10 curiosità sul capolavoro di Stanley Kubrick
Cinema
Il film con Ryan O'Neal e Marisa Berenson approdò sul grande schermo l’11 dicembre del 1975 alla première di Londra. Ispirato al romanzo “Le memorie di Barry Lyndon” di William Makepeace Thackeray, l’anno successivo vinse quattro Premi Oscar
Era l’11 dicembre del 1975 quando Barry Lyndon debuttava sul grande schermo con la première di Londra. Passati 50 anni, il film di Stanley Kubrick con Ryan O'Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Leonard Rossiter e Hardy Krüger è ancora considerato uno dei grandi capolavori del regista. Ecco 10 cose da sapere.
La trama
Barry Lyndon racconta la storia di un ladro e cercatore d'oro irlandese del XVIII secolo che per salire la scala sociale decide di sposare una ricca vedova. Non tutto però andrà secondo i suoi piani, con un epilogo non lontano dalla disfatta.
Il film in due parti
Barry Lyndon di Stanley Kubrick è composto da una prima parte intitolata Con quali mezzi Redmond Barry acquisì lo stile e il titolo di Barry Lyndon, seguita da una seconda dal titolo Resoconto delle sventure e dei disastri che accaddero a Barry Lyndon. Fra le due c’è un intervallo di circa 40 secondo di schermo nero.
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Il romanzo
Per il film Stanley Kubrick si è ispirato al romanzo Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thackeray, pubblicato nel 1844 a puntate sulla rivista inglese Fraser's Magazine con il titolo The Luck of Barry Lyndon: A Romance of the Last Century. Per la figura del protagonista, Thackeray attinse dalla vita dell'avventuriero irlandese Andrew Robinson Stoney.
Fra cinema e arte
Kubrick voleva che il film fosse il più realistico possibile, e così si lasciò ispirare dai lavori di alcuni paesaggisti del XVIII secolo. L’ambientazione e i costumi vennero pensati guardando a dipinti, stampe e disegni d'epoca. Fra gli artisti che “contribuirono” alla riuscita dell’atmosfera di Barry Lyndon ci sono Hayez, William Hogarth, Joshua Reynolds, Chardin, Antoine Watteau e Zoffany.
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Niente elettricità
Sempre per arrivare a un film visivamente realistico, Kubrick decise di fare le riprese solo con la luce naturale, le candele o le lampade a olio. Una decisione che obbligò la troupe a usare specifiche lenti studiate dalla Zeiss per la NASA e delle particolari macchine da presa.
L’ombra dei Troubles irlandesi
Nel gennaio del 1974 le riprese di Barry Lyndon in corso a Dublino furono interrotte a causa di alcune minacce bomba: erano gli anni dei Troubles. Poi arrivò una telefonata che intimava a Kubrick di lasciare il Paese entro 24 ore, dicendo che il Provisional IRA lo aveva inserito in una lista nera. Il regista, non volendo correre rischi, se ne andò e continuò a girare altrove.
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Le location
Barry Lyndon infatti è stato girato fra Irlanda, Inghilterra, Scozia, Germania Ovest e Germania Est. Fra le varie location venne usata Powerscourt Estate, una tenuta irlandese del XVIII secolo che qualche mese dopo l’inizio delle riprese venne distrutta da un incendio. Poi - fra i tanti luoghi - il castello di Howard, in Inghilterra, il castello di Dublino, in Irlanda, e alcuni edifici governativi a Potsdam, vicino a Berlino.
Un film avvolto nel mistero
Quando decise di realizzare Barry Lyndon, Kubrick avvolse il progetto in un alone di segretezza. Annunciò solo che ci sarebbero stati Ryan O'Neal e Marisa Berenson e che avrebbe girato in Irlanda. Sembra che addirittura alla sua Lady Lyndon il regista disse solamente che si trattava di un ruolo in costume del XVIII secolo e di non prendere il sole prima delle riprese, per mantenersi pallida come le donne dell’epoca.
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Le inesattezze storiche
Nonostante la grande attenzione di Kubrick ai dettagli, il film contiene alcune inesattezze storiche. Ad esempio compare un cane labrador, nonostante la razza sia stata allevata solo a partire dalla fine dell’Ottocento. Appare anche una cartina geografica con raffigurato un treno a vapore, che all’epoca non esisteva, e la voce narrante parla di un Regno del Belgio che però esiste come indipendente solo dal 1830.
I premi Oscar
Barry Lyndon ai Premi Oscar del 1976 ottenne sette nomination e portò a casa quattro statuette: Migliore fotografia a John Alcott, Migliore scenografia a Ken Adam, Roy Walker e Vernon Dixon, Migliori costumi a Ulla-Britt Soderlund e Milena Canonero e Miglior colonna sonora a Leonard Rosenman.