Quei bravi ragazzi torna al cinema per celebrare i 35 anni del film di Martin Scorsese

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Quei bravi ragazzi torna al cinema per il 35° anniversario con un evento speciale il 17, 18 e 19 novembre, distribuito da Nexo Studios. Il capolavoro di Martin Scorsese, con Ray Liotta, Robert De Niro e Joe Pesci, rivive sul grande schermo con le sue scene iconiche: dal “buffo come?” alla celebre cena in prigione con l’aglio affettato con la lametta. Un’occasione unica per rivedere il film che ha ridefinito il gangster movie

Il ritorno di un mito: Quei bravi ragazzi torna al cinema

Più che un film, è un gesto. Una postura. Una camicia.
Quando Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese rientra in sala per il suo 35° anniversario, lo fa indossando ancora l’uniforme che ha segnato un’epoca: le camicie dal colletto a punta ultra-lunga e stretta, il celebre “colletto mafioso” o “continentale”, importato dall’Europa e diventato simbolo estetico dei clan di Brooklyn. Un colletto affilato, quasi un’arma sociale, indossato da uomini che hanno imparato molto presto che nello stile si gioca già una parte del potere.

È da lì che parte tutto. Dalla voglia di esistere, di brillare, di appartenere.
E da quella frase d’apertura che è già memoria collettiva:
«Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster.»

Dopo il successo del ritorno in sala di Taxi Driver, Scorsese riporta sul grande schermo il film che più di tutti incarna la sua energia elettrica. Quei bravi ragazzi sarà nelle sale solo il 17, 18 e 19 novembre, distribuito da Nexo Studios. È un ritorno atteso come un brindisi tardivo, una chiamata a raccolta dei fan, un invito a rientrare nel buio della sala per sentire di nuovo il sangue pulsare seguendo quei movimenti di macchina che solo Scorsese sa trasformare in coreografia, illuminati dall’occhio febbrile di Michael Ballhaus.

 Un gangster movie che ha riscritto le regole

Quando uscì nel 1990, Goodfellas non era un gangster movie: era un elettroshock.
Scorsese rinuncia alla solennità del Padrino e al romanticismo nostalgico di Leone, preferendo una linea diretta con la realtà: cruda, sudata, piena di cocaina, soldi, donne, paranoie e pistole che scattano più veloci di un battito di ciglia.

È un film dove i dialoghi sono mitragliate, dove l’insulto diventa punteggiatura, dove la voce narrante di Henry Hill non si limita a raccontare: seduce.
Joe Pesci incendia lo schermo, De Niro è un blocco di ghiaccio instabile, Ray Liotta è un cuore febbrile che batte troppo forte.
Scorsese gira tutto come se la macchina da presa fosse un animale in fuga: ritmo, vibrazione, sudore. Un flusso narrativo continuo che ti trascina dentro.

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Un cast in stato di grazia: Liotta, De Niro, Bracco e un ensemble irripetibile

Ma Quei bravi ragazzi non sarebbe ciò che è senza un cast in stato di grazia. Ray Liotta dà a Henry Hill uno sguardo febbrile, una voce spezzata, un’energia che è insieme incanto e condanna. È il narratore ideale: l’uomo che osserva e brucia.

Robert De Niro, nei panni di Jimmy Conway, è controllo allo stato puro: una sigaretta accesa troppo piano, un sorriso lento che nasconde la tempesta.

Accanto a loro, una Lorraine Bracco magnetica nel ruolo di Karen Hill: fragilità aggressiva, lucidità emotiva, vulnerabilità che diventa potere. La sua voce, il suo sguardo, la sua “dipendenza” da Henry sono parte dell’anima del film.

E attorno:
Joe Pesci, Paul Sorvino, Frank Vincent, Samuel L. Jackson, Michael Imperioli, Debi Mazar, Gina Mastrogiacomo, Tony Sirico, Welker White.
Un ensemble che Scorsese muove come un’orchestra: ognuno con un gesto, un tono, un ricordo che diventa iconico.

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La scena del “mi trovi buffo?”: Joe Pesci e l’arte della minaccia

Buffo come?
Quattro sillabe che hanno cambiato la storia del cinema.

La scena nasce da un episodio reale: Pesci, da giovane cameriere del Queens, si sentì chiedere da un mafioso se lo trovasse divertente. Scorsese volle portare quell’aneddoto nel film, ma per ottenere la tensione doveva sorprendere tutti.
Solo Pesci e Liotta conoscevano la dinamica.
Il resto del cast reagisce davvero.

È un’esplosione istantanea: paura vera catturata in diretta.
È così che nasce la leggenda di Tommy DeVito.

Approfondimento

35 anni fa usciva al cinema Quei Bravi Ragazzi

La celebre cena in prigione: quando l’aglio diventa poesia

“In prigione la cena era una grande occasione”, racconta Henry Hill.
E da quella frase nasce la sequenza gastronomica più famosa del cinema.

Paulie affetta l’aglio con una lametta, così sottile che si scioglie nella padella.
Vinnie prepara la salsa con tre carni — vitello, manzo e una punta di maiale.
Johnny affumica mezza prigione con il suo pezzo di carne.

Salame, formaggi, Scotch, vino, pane fresco: i secondini chiudono un occhio.
Sulle note di “Beyond the Sea”, una cena di famiglia in un luogo dove la famiglia non dovrebbe esistere.

 LçA colonna sonora: un jukebox criminale, da Aretha a Sid Vicious

La colonna sonora di Quei bravi ragazzi è un organismo vivente. Scorsese la usa come narrazione parallela: Aretha Franklin, Muddy Waters, The Shangri-Las, Derek and the Dominoes.

E poi arriva il colpo di grazia:
“My Way” nella versione devastata di Sid Vicious.

Non più la ballata elegante di Sinatra: è una risata tossica, un addio sfrontato, un “me ne frego” urlato nel buio.
È la colonna sonora perfetta per un impero criminale in frantumi.

Ascesa e caduta: la cocaina e l’hangover di Henry Hill

La storia di Quei bravi ragazzi è una corsa: e a un certo punto qualcuno alza troppo l’acceleratore.
La cocaina diventa motore narrativo: prima scorciatoia, poi dipendenza, infine condanna.
È lei che trasforma una giornata qualunque in una maratona di paranoie: padelle sul fuoco, armi da consegnare, telefoni che squillano, auto da ritirare, elicotteri che inseguono.

Henry vive il suo delirio bianco fino al crollo.
Il vero inferno non è la prigione: è la normalità.

Ordinai spaghetti alla marinara e mi portarono fettuccine col ketchup.
La fine del sogno.
La vita qualunque.

L’ultimo colpo: l’omaggio di Scorsese a The Great Train Robbery

Scorsese chiude il film con un proiettile visivo: Joe Pesci che spara direttamente verso la macchina da presa. È un omaggio dichiarato al final shot di The Great Train Robbery (1903), dove un bandito punta la pistola allo spettatore.

All’epoca spaventò il pubblico. Oggi collega le storie di fuorilegge di ieri e di oggi:
dai banditi della frontiera ai gangster italoamericani.

La violenza non resta sullo schermo.
È sempre puntata verso di noi.

Perché rivederlo oggi

Rivedere Quei bravi ragazzi oggi significa tornare a un cinema che non chiede permesso.
Significa ricordare che la moralità non è sempre una linea retta, che la seduzione del potere è un veleno dolce, che l’ascesa può essere una festa e la caduta un hangover lungo una vita.

In un’epoca di immagini digitali perfect-fit, Scorsese ci restituisce un mondo storto, umano, sudato: un’America dove tutto luccica e tutto sanguina.

Significa rientrare in una sala per ascoltare la voce di Henry Hill che ti sussurra all’orecchio, per vedere la furia controllata di De Niro, il sorriso minaccioso di Pesci, lo smarrimento lucido di Lorraine Bracco.
Significa ricordare che il cinema può essere ritmo, musica, desiderio, follia, cocaina, fragilità — e che a volte basta un piano-sequenza al Copacabana per capire che stiamo guardando qualcosa di irripetibile.

Rivederlo oggi vuol dire misurare quanto siamo cambiati noi, non solo il film.
E accettare che certe storie continuano a guardarci dentro, anche trentacinque anni dopo.

Scene Cult

1. Il “Buffo come?” di Joe Pesci
La scena più celebre, nata da un aneddoto reale. Le reazioni del cast sono autentiche.

2. La cena in prigione
Aglio affettato con la lametta, ragù con tre carni, atmosfera da casa nonostante le sbarre.

3. Il Copacabana
La carrellata infinita che è diventata una lezione di regia in tutto il mondo.

4. La cocaina e la giornata più lunga
Padelle, armi, paranoie, elicotteri: il montaggio più frenetico del film.

5. “My Way” di Sid Vicious
Il canto del cigno: brutale, tossico, perfetto.

6. Il colpo verso la camera
Omaggio a The Great Train Robbery: il proiettile che rompe lo schermo.

Informazioni sull’evento

– 17, 18, 19 novembre
– Distribuzione: Nexo Studios
– Prevendite dal 17 ottobre
– Sale su: nexostudios.it

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