Mostra del Cinema di Venezia 2025, 24 minuti di applausi per The Voice of Hind Rajab

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Dopo la proiezione del film drammatico della regista tunisina Kaouther Ben Hania, presentato in Concorso mercoledì 3 settembre, il pubblico ha iniziato a gridare “Palestina libera”. L’attore Motaz Malhees ha poi esposto una bandiera palestinese. Anche Joaquin Phoenix e Rooney Mara, che hanno collaborato come produttori esecutivi, hanno assistito all’anteprima, dove il cast ha mostrato una foto della bambina uccisa protagonista della pellicola

Il film drammatico The Voice of Hind Rajab della regista tunisina Kaouther Ben Hania, presentato in Concorso mercoledì 3 settembre alla 82esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (LO SPECIALELA DIRETTA), ha ricevuto nel corso della proiezione al Lido un’ovazione record di 24 minuti di applausi. Dopo l’accensione delle luci, il pubblico ha iniziato a gridare “Palestina libera”. Lo scorso anno, il record era detenuto dalla pellicola La stanza accanto di Pedro Almodóvar, che aveva ricevuto 18 minuti di applausi. Nel 2006, al Festival di Cannes, Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro aveva invece conquistato una standing ovation di 22 minuti.

LA REGISTA KAOUTHER BEN HANIA: "CHE LA VOCE DI HIND RAJAB POSSA ESSERE ASCOLTATA"

Come recita la sinossi ufficiale del film The Voice of Hind Rajab, “29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza, e implora di essere salvata. Mentre cercano di tenerla al telefono fanno tutto il possibile per farle arrivare un’ambulanza. Il suo nome era Hind Rajab”. La pellicola racconta una storia vera ricostruendo gli eventi che circondano l’uccisione di Hind Rajab, 6 anni, dei suoi quattro cugini, dei suoi zii e dei due paramedici accorsi in suo soccorso dopo che la loro auto era stata presa di mira dalle forze israeliane mentre cercavano di fuggire da Gaza City nel gennaio 2024, circa tre mesi dopo l’inizio dell’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, avvenuta in seguito agli attacchi guidati da Hamas il 7 ottobre 2023. “C’era qualcosa di elettrico nell’energia che circondava questo progetto, così immediato, così vivo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile completarlo dall’inizio alla fine in soli dodici mesi”, si legge nel commento della regista, che vanta una candidatura agli Oscar 2024 per il Miglior documentario con Four Daughters e una nomination agli Oscar 2021 per il Miglior film straniero con The Man Who Sold His Skin. “Ho sentito una registrazione audio di Hind Rajab che implorava aiuto. A quel punto la sua voce si era già diffusa su Internet. Ho subito provato un misto di impotenza e di sconvolgente tristezza. Una reazione fisica, come se la terra mi fosse mancata sotto i piedi. Non potevo continuare come previsto. Ho contattato la Mezzaluna Rossa e ho chiesto loro l’audio completo. Dopo averlo ascoltato, ho capito che non c’erano più dubbi e che dovevo lasciar perdere qualunque altra cosa. Dovevo fare questo film. Ho parlato a lungo con la madre di Hind, con le persone reali che erano dall’altra parte di quella chiamata, quelle che hanno cercato di aiutarla. Ho ascoltato, ho pianto, ho scritto. Poi ho tessuto una storia attorno alle loro testimonianze, usando la vera registrazione audio della voce di Hind e costruendo un film ambientato in un’unica location, in cui la violenza rimane fuori campo. È stata una scelta deliberata. Perché le immagini violente sono ovunque sui nostri schermi, sulle nostre timeline, sui nostri telefoni. Volevo concentrarmi sull’invisibile: l’attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando l’aiuto non arriva. A volte ciò che non vedi è più devastante di ciò che vedi”, ha spiegato. “Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice, e molto difficile da affrontare. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno arriva. Quel dolore, quel fallimento, appartengono a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che l’invenzione narrativa (soprattutto quando trae spunto da eventi verificati, dolorosi e reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’indifferenza dello scrolling. Il cinema può preservare un ricordo. Il cinema può resistere all’amnesia. Che la voce di Hind Rajab possa essere ascoltata”.

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L'ATTRICE SAJA KILANI: "LA VOCE DI OGNI FIGLIA E DI OGNI FIGLIO CHE HA IL DIRITTO DI VIVERE, DI SOGNARE, DI ESISTERE CON DIGNITÀ"

Dopo la proiezione, l’attore Motaz Malhees ha esposto una bandiera palestinese. Diverse star di Hollywood, come Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Alfonso Cuarón e Jonathan Glazer hanno collaborato con The Voice of Hind Rajab come produttori esecutivi. Ieri, Phoenix e Mara hanno anche assistito all’anteprima, dove il cast ha mostrato tra gli applausi una foto della bambina. "Basta con le uccisioni di massa, la fame, la disumanizzazione, la distruzione e l'occupazione continua", aveva detto nella conferenza stampa del pomeriggio l’attrice Saja Kilani. “Questo film non è un'opinione o una fantasia. È ancorato alla verità. La storia di Hind porta il peso di un intero popolo. La sua voce è una tra le decine di migliaia di bambini uccisi a Gaza solo negli ultimi due anni. È la voce di ogni figlia e di ogni figlio che ha il diritto di vivere, di sognare, di esistere con dignità. Eppure, tutto questo è stato rubato davanti ai nostri occhi impassibili”. Sabato 30 agosto si era inoltre tenuta al Lido una grande manifestazione di protesta a sostegno della Palestina per denunciare la guerra tra Israele e Gaza.

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