Venticinque minuti di applausi per The Voice of Hind Rajab, il film della cineasta tunisina Kaouther Ben Hania in concorso alla ottantaduesima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. "La storia di Hind – bambina di sei anni uccisa dall'esercito israeliano nel gennaio del 2024 in circostanze mai chiarite - è soltanto una delle tante di cui l'opinione pubblica ben presto si dimentica ed è per questo che andava raccontata", ha commentato la regista
The Voice of Hind Rajab, film in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ha ottenuto un'ovazione record e racconta la storia di una bambina palestinese di sei anni, Hind Rajab, uccisa dall'esercito israeliano nel gennaio del 2024. È trascorso più di un anno dalla sua morte ma, ancora oggi, lo Stato di Israele continua a negare di averla uccisa insieme ai suoi familiari sparando a raffica contro l'auto attraverso cui la famiglia stava cercando di evacuare dopo l'ordine ricevuto dalle IDF. La versione dei fatti dello stato ebraico è stata smentita a livello internazionale da numerose inchieste giornalistiche effettuate attraverso analisi satellitari e balistiche accurate.
La ricostruzione del caso Hind Rajab
Nata a Gaza City - città più popolosa della Striscia - dopo l'attacco del 7 ottobre, Hind e la sua famiglia si sono trasferiti nel quartiere occidentale della città di Tel al Hawa. Dopo l'inizio delle operazioni militari nella parte nord dell'enclave, il 29 gennaio 2024 la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha ricevuto una chiamata di soccorso che si sarebbe rivelata fatale anche per i suoi operatori. Dall'altro lato del telefono un'adolescente di 15 anni, Layan Hamada – cugina di Hind - che, con voce straziata dalle lacrime implorava al telefono i soccorritori di salvarla. La ragazza chiamava da Gaza City e si trovava in un'auto crivellata di proiettili. Wissam Hamada, la zia della quindicenne e madre di Hind, in un'intervista rilasciata a Fault Lines, ha raccontato che quel giorno sua figlia e sei dei membri della famiglia erano partiti dal quartiere di Tel al-Hawa di Gaza City alle prime ore del mattino ed erano diretti verso nord a causa di un blocco stradale.
Poco dopo le 9.30, lasciata l’abitazione dove la bambina si trovava, risulta che Avichay Adraee – portavoce in lingua araba delle IDF – ha pubblicato sui social un ordine di evacuazione chiedendo ai residenti della città di Gaza di lasciare la città per dirigersi verso sud. Tra i quartieri segnalati dai militari israeliani anche quello dove si trovava Hind. Secondo quanto rivelato da Forensic Architecture, che con Earshot ha effettuato un’analisi sulle immagini satellitari, quella mattina la famiglia Rajab non ha potuto dirigersi verso sud direttamente dall'abitazione perchè la strada era bloccata dai detriti di un grattacielo bombardato qualche tempo prima. La madre di Hind, che si trovava nell’abitazione al momento dell’attacco, sostiene di aver assistito ai colpi d’arma da fuoco sparati contro l’auto poco dopo la partenza. Secondo quando appurato dalle immagini, non molto distante dall’auto, veicoli militari israeliani erano situati ad un incrocio poco a nord rispetto alla casa. La prima chiamata agli operatori della Mezzaluna Rossa Palestinese secondo FA è arrivata alle 14.30. La cugina quindicenne di Hind si trovava nell’auto con lei e in quel momento entrambe erano le uniche sopravvissute. Già un’ora e mezza prima infatti, secondo una dettagliata inchiesta del Washington Post, Layan aveva chiamato lo zio Samir Hamada per avvisarlo che l’auto era circondata dall’esercito e i militari stavano sparando contro di loro. La Mezzaluna Rossa ha successivamente pubblicato una clip di 28 secondi della registrazione della chiamata. Durante la telefonata, analizzata da Earshot, Layan chiede disperatamente aiuto fino a quando la sua voce si interrompe bruscamente. Dallo studio effettuato sulla registrazione, infatti, risulta una raffica totale di 64 colpi di pistola sparati in circa 6 secondi. L’analisi balistica fatta dal WP ha evidenziato che la velocità dei colpi inferti esclude come arma l’AK-47, usata per lo più da Hamas, mentre la velocità dei colpi è più compatibile a quella delle armi in dotazione alle IDF.
Dopo il secondo attacco, l’unica a sopravvivere è stata Hind, la piccola di 6 anni, con cui gli operatori della Mezzaluna hanno cercato di mantenere contatti intermittenti via telefono in attesa di ottenere il permesso di soccorrerla. L’organizzazione ha avuto l’autorizzazione dal COGAT (agenzia del governo israeliano che si occupa dei territori palestinesi occupati) di inviare un’ambulanza per salvarla solo intorno alle 17.40. Secondo quando riportato dalla Mezzaluna, Yusuf al-Zeino e Ahmed al-Madhoun - i paramedici inviati in ambulanza dall'ospedale al-Ahli - hanno raggiunto il sito seguendo un percorso imposto dal COGAT circa venti minuti più tardi. A quel punto, poco dopo il loro arrivo, le analisi incrociate satellitari e dei veicoli condotte da FA hanno rilevato una terza raffica di colpi sparati dai veicoli militari.
Hind e i due paramedici sono stati ritrovati senza vita assieme ai famigliari della bambina soltanto il 10 febbraio, 12 giorni dopo, quando l’ordine di evacuazione è stato revocato dalle IDF. I corpi dei soccorritori, dispersi dalla sera del 29 gennaio, sono stati ritrovati nell’ambulanza carbonizzata a 50 metri di distanza dall’auto. La bambina non ha mai visto i due paramedici e la sua voce, al telefono con il centralino, si è interrotta improvvisamente intorno alle 18.00.
Approfondimento
The Voice of Hind Rajab, 24 minuti di applausi a Venezia
La versione israeliana dell’accaduto
Dopo il ritrovamento dei corpi, lo Stato di Israele ha sostenuto che i suoi soldati non erano presenti nell’area al momento dell’attacco e per questo non sarebbe stato necessario un coordinamento tra l’ambulanza e il COGAT per raggiungere l’auto dove si trovava Hind. I risultati di Forensic Architecture e Earshot nel caso di Hind Rajab sono stati presentati alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti dalla deputata Rashida Tlaib il 28 giugno 2024 e collegamento con l'indagine di FA è stato inserito negli atti del Congresso insieme ai principali risultati dell'indagine.
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La Hind Rajab Foundation
Dopo la sua morte è nata una fondazione che porta il suo nome e che si occupa di seguire casi legati a crimini compiuti dallo stato ebraico sulla popolazione palestinese. La missione principale della fondazione, si legge sul sito web, è quella di perseguire attivamente azioni legali contro i responsabili di queste atrocità, compresi gli autori, i complici e gli incitatori alla violenza contro i palestinesi. Attraverso il contenzioso offensivo, l'organizzazione mira a far sì che gli attori responsabili siano condannati sia nei tribunali internazionali che in quelli nazionali.
La storia di Hind a Venezia
"Quando ho sentito la voce di Hind Rajab, ho capito che non era solo la sua. Era la voce di tutta Gaza che chiedeva aiuto, un grido a cui nessuno poteva rispondere. Per me era fondamentale fare questo film", ha detto durante la conferenza stampa la regista del film. La storia di Hind era già nota ma, ha sottolineato la regista, "Il cinema può coltivare quell'empatia di cui abbiamo bisogno per vedere il mondo dal punto di vista di chi è stato privato della parola, come i palestinesi".