Woody Allen replica dopo elogio alla Russia: "Guerra atroce ma boicottare arte non aiuta"

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Dopo le dure critiche ucraine per il suo intervento alla Settimana Internazionale del Cinema di Mosca, il regista ha respinto le accuse e ha difeso la sua partecipazione

Dopo le dure critiche ucraine per il suo intervento alla Settimana Internazionale del Cinema di Mosca, Woody Allen ha respinto le accuse e ha difeso la sua partecipazione. “Quando si tratta del conflitto in Ucraina, credo fermamente che Vladimir Putin abbia completamente torto. La guerra che ha causato è tremenda. Ma, qualunque cosa abbiano fatto i politici, non credo che interrompere il dibattito artistico sia mai un buon modo per aiutare”, ha dichiarato al Guardian il regista statunitense. Domenica 24 agosto, Allen era apparso in videocollegamento al festival, che è sostenuto dal governo russo (in particolare, l’evento è stato patrocinato dal Comune di Mosca e da varie società mediatiche sostenute dallo Stato), ed era stato acclamato da centinaia di persone nel corso di una sessione intitolata Leggende del cinema mondiale. Il cineasta aveva dichiarato di apprezzare il cinema russo, citando la storica trasposizione di Guerra e pace realizzata da Sergej Fëdorovič Bondarčuk tra il 1965 e il 1967 e vincitrice di un Oscar e di un Golden Globe come Miglior film straniero, e non aveva escluso l’ipotesi di girare un film in Russia per raccontare "quanto ci si sente bene a Mosca e San Pietroburgo". Il Ministero degli Esteri ucraino, però, aveva presto tuonato su Facebook. “Condanniamo fermamente la decisione di Woody Allen di benedire il sanguinoso Festival di Mosca con il suo discorso”, aveva scritto in una nota, dove aveva definito inoltre la partecipazione del regista di Io e Annie, Harry a pezzi e Manhattan “una vergogna” e “un insulto alla memoria di attori e registi ucraini uccisi”. Aveva poi proseguito: “La cultura non deve mai essere usata per insabbiare crimini o fungere da strumento di propaganda”, aveva aggiunto, pubblicando poi una foto degli iconici occhiali con la montatura nera indossati da Allen, collocati in tal caso sull’immagine di un edificio devastato da una bomba russa.

LA PARABOLA DI WOODY ALLEN

Dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, la maggior parte delle personalità culturali in Occidente ha cancellato i propri spettacoli in Russia. La Settimana internazionale del Cinema di Mosca si tiene dal 23 al 27 agosto presso la Moskino Film Factory e, tra gli ospiti stranieri, compare anche il regista serbo Emir Kusturica. In occasione del videocollegamento al festival di domenica, Woody Allen era stato intervistato dal celebre regista russo Fëdor Bondarčuk, autore di film con una forte impronta propagandistica come 9th Company e Stalingrad, che ha avuto anche diversi incarichi nei governi del presidente russo Vladimir Putin, del quale è considerato peraltro un fedele alleato. Negli ultimi anni il lavoro di Allen, che è da molti considerato un genio della comicità per il suo stile intimo e intellettuale, ha perso parte del suo prestigio presso la critica. Gli scandali hanno sempre più oscurato le sue pellicole. Il cineasta non lavora quasi più negli Stati Uniti, dove è stato emarginato da gran parte di Hollywood in seguito alle accuse di molestie sessuali nei confronti della figlia adottiva Dylan. Il regista ha sempre respinto le accuse e ha affermato che si trattasse di invenzioni dell’ex moglie Mia Farrow.

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